Fondazione Roche per la ricerca indipendente, premiati 6 Enti milanesi

Provengono da Enti milanesi 6 dei vincitori dei bandi 2023 promossi da Roche e Fondazione Roche dedicati a ricerca e servizi. L’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IRFMN) IRCCS, l’Università di Milano-Bicocca e la Fondazione Luigi Villa si sono aggiudicati il bando “Fondazione Roche per la ricerca indipendente”, con quattro progetti (due dei quali presentati da IRFMN). La Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori e l’IRCCS Ospedale San Raffaele sono gli enti premiati invece dal bando “Roche per la ricerca clinica – A supporto delle figure di Data Manager e Infermieri di ricerca”. Infine, l’Ospedale Niguarda di Milano e, di nuovo, l’IRCCS Ospedale San Raffaele, sono risultati vincitori del bando “Roche per i servizi – A supporto di servizi innovativi in sclerosi multipla”.

Tre partner esterni e indipendenti per la selezione e la valutazione delle candidature: Springer Nature per il bando di Fondazione Roche dedicato alla ricerca indipendente, Fondazione GIMBE per il bando Roche in ricerca clinica e Fondazione Sodalitas per i progetti in sclerosi multipla.

I vincitori del bando 2023 di Fondazione Roche dedicato alla ricerca indipendente

Con un investimento complessivo di 400mila euro per il finanziamento di 8 progetti presentati da ricercatori under 40, il bando ha premiato con 50mila euro ciascuno tre enti milanesi.

Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IRFMN) IRCCS. Doppio riconoscimento: il primo progetto vincitore riguarda l’emorragia subaracnoidea (ESA), che colpisce 10/100.000 persone ogni anno con un tasso di mortalità pari al 50%, e prevede la caratterizzazione di un modello murino di ESA dove studiare i meccanismi patogenici, identificare biomarcatori della progressione del danno cerebrale acuto e trovare nuovi targets terapeutici. A presentarlo la dottoressa Rossella Di Sapia, autrice di 11 pubblicazioni scientifiche che ha conseguito un PhD con tesi sullo sviluppo di modelli animali di epilessia acquisita per identificare biomarcatori di epilettogenesi e nuove terapie. Il secondo progetto dell’IRFMN è stato invece presentato dalla dottoressa Tizibt Ashine Bogale, che indagherà se l’ictus ischemico determini l’accumulo della proteina aSynucleina (aSyn) nella sua forma tossica e se la sua delezione attenui le disfunzioni microvascolari post ischemiche, con l’obiettivo finale di proporre la proteina aSyn come un bersaglio terapeutico nell’ictus, dove le opzioni di trattamento sono limitate.  Dopo una laurea in Medicina conseguita in Etiopia e un titolo di Master presso l’Università di Goettingen in Germania, la dottoressa Bogale ha conseguito il dottorato in Scienze Molecolari e Medicina Traslazionale presso l’Università di Brescia, dove è stata iscritta al prestigioso programma europeo Marie-Curie., dove è stata iscritta al prestigioso programma europeo Marie-Curie durante il quale ha sviluppato il suo progetto di ricerca relativo al ruolo di aSynucleina nell’ictus ischemico,  il lavoro scientifico della dottoressa Bogale si sviluppa intorno allo studio delle interazioni glia-vasi sanguigni cerebrali nelle malattie acute del cervello.

“I due finanziamenti da parte di Fondazione Roche costituiscono per la Dr.ssa Di Sapia la prima opportunità concreta per avviare un progetto di ricerca indipendente e di collaborare con un team di giovani ricercatori, e per la dottoressa Bogale un’occasione preziosa per muovere i primi passi come responsabile di un progetto scientifico – ha dichiarato il professor Christodoulos Xinaris (BSc, PhD), Coordinatore delle Ricerche Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS – Il talento delle nostre giovani ricercatrici, il supporto dell’ambiente scientifico dell’IRFMN unito a quello di Fondazione Roche sono elementi chiave per portare avanti due progetti di ricerca di qualità e successo”.

Università di Milano-Bicocca. Ha vinto con un progetto presentato dal ricercatore Andrew Smith, laureato con lode in Scienze Forensi e Analitiche presso la Sheffield Hallam University (Regno Unito) e con un dottorato in Medicina Traslazionale e Molecolare, che sfrutterà tecnologie multi-omiche guidate dalla spettrometria di massa imaging a singola cellula per caratterizzare in che modo le cellule tumorali di carcinoma renale a cellule chiare (ccRCC) e le cellule immunitarie influenzano reciprocamente il loro fenotipo lipidico. “Il nostro gruppo di ricerca si dedica da diversi anni allo studio del ccRCC e ha contribuito alla comprensione molecolare dei vari fattori associati al suo sviluppo e progressione. Il progetto premiato dal dottor Smith riflette un’eccellente comprensione delle sfide e delle opportunità nel campo della biochimica e della ricerca su questi tumori – ha commentato Fulvio Magni, Professore Ordinario di Biochimica e responsabile dell’Unità di Proteomica e Metabolomica La determinazione di Andrew di comprendere le complesse interazioni molecolari nel ccRCC è un obiettivo ambizioso ma cruciale per avanzare nella comprensione e nella gestione di questa malattia”.

Fondazione Luigi Villa. Il progetto vincitore vuole comprendere le differenze biologiche e immunologiche nei pazienti affetti da emofilia A grave con inibitore persistente, transitorio e senza inibitore diretto contro il fattore VIII della coagulazione (FVIII), con lo scopo di individuare nuovi bersagli terapeutici e prevenire quindi lo sviluppo di inibitore o favorirne la remissione. La PI, Roberta Gualtierotti, è Professoressa Associata di Medicina Interna dell’Università degli Studi di Milano e medico presso il Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi, Fondazione IRCCS Ca’Granda Ospedale Maggiore Policlinico. “La progettualità proposta vuole affrontare il problema della complicanza inibitore, che è pur sempre il principale problema non risolto per quanto riguarda l’emofilia A grave – ha spiegato Pier Mannuccio Mannucci, presidente Fondazione Luigi Villa – Benché vi siano stati molti progressi nella prevenzione e cura delle emorragie, un terzo dei pazienti continua a sviluppare questa complicanza e il progetto vuole studiare questo problema ancora attuale”.

I vincitori del bando Roche per la ricerca clinica

Con un investimento complessivo di 300 mila euro per il finanziamento di 10 borse di studio destinate ad altrettante figure di data manager e infermieri di ricerca, il bando ha premiato altri due enti di Milano con 30mila euro ciascuno.

Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori. Quantificare l’immunosoppressione sistemica per personalizzare la terapia contro il tumore è l’obiettivo del progetto che si è aggiudicato il bando, per individuare quei pazienti oncologici il cui sistema immunitario sia fortemente indebolito dal tumore. Licia Rivoltini, Direttrice Immunologia Traslazionale Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e responabile del progetto, sarà affiancata dall’infermiera di ricerca Martina Stroscia, che svolgerà per 12 mesi attività di ricerca clinica relativa al progetto vincitore. “L’infermiere di ricerca è un professionista che svolge attività di ricerca in contesti clinici di elevata complessità, con un focus sull’assistenza ai pazienti arruolati in protocolli sperimentali – ha spiegato Antonio Triarico, Direttore Sanitario della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori – Questa figura si dedica a pratiche assistenziali ma nel contempo contribuisce fattivamente alla buona riuscita degli studi clinici attraverso la gestione dei trattamenti, l’educazione terapeutica al paziente e alla famiglia, il contributo nella raccolta dei dati secondo la good clinical practice (GCP) e la comunicazione con il team di ricerca. È una figura molto importante per le diverse aree di ricerca del nostro Istituto e da tempo sosteniamo il suo valore in tutte le sedi affinché si arrivi finalmente al giusto riconoscimento.”

IRCCS Ospedale San Raffaele. Vincitore del bando dedicato alla ricerca clinica con due progetti: il primo, presentato dalla dottoressa Giulia Berzero, è uno studio osservazionale prospettico per l’implementazione della biopsia liquida nella sorveglianza dei pazienti con gliomi e meningiomi di alto grado (SOPRANO) e godrà della collaborazione della data manager Marta Commisso.

“Negli ultimi tre anni, sono stato lieto di avviare e sostenere la ricerca neuro-oncologica nell’ambito dell’Unità Operativa di Neurologia del San Raffaele, riconoscendo l’importanza di studi che, come questo, sono tesi a migliorare la diagnosi e la cura di questi gravi tumori – commenta Massimo Filippi, direttore dell’Unità di Neurologia, del servizio di Neurofisiologia e dell’Unità di Neuroriabilitazione dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e ordinario di Neurologia all’Università Vita-Salute San Raffaele Accogliamo con orgoglio questo finanziamento, a sostegno dello studio SOPRANO, che testimonia l’eccellenza del nostro programma di ricerca e dei nostri ricercatori”.

Il secondo vincitore per l’IRCCS Ospedale San Raffaele è un progetto presentato dal dottor Moreno Tresoldi, direttore dell’Unità di Medicina Generale e delle Cure Avanzate all’IRCCS Ospedale San Raffaele, che sarà affiancato dalla data manager Giusy Faggiano. Lo studio riguarda pazienti con comorbilità oncologica che accedono, per altre cause, ai reparti di Medicina Interna per comprendere le loro esigenze sia cliniche che di qualità della vita, allo scopo di migliorare e personalizzare il livello del servizio assistenziale, con particolare attenzione all’analisi della dimensione di fragilità e del suo impatto sul percorso di cura.

Dichiara il dottor Moreno Tresoldi: “Siamo estremamente impegnati nel miglioramento dei percorsi di cura per tutti i nostri pazienti, particolarmente i più fragili e complessi, e siamo perciò molto lieti di avere ottenuto questo riconoscimento che ci consente di avere disposizione risorse per mantenere il nostro impegno ricavandone informazioni scientifiche utili al miglioramento dell’assistenza per i nostri malati”.

Roberts Mazzuconi, Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, ha concluso: “Il premio rappresenta l’opportunità di dimostrare e rendere fruibile l’impegno che l’Ospedale San Raffaele porta avanti da anni nella cura dei pazienti più fragili, soprattutto coloro che accedono alla nostra struttura per acuzie che insorgono nel decorso di una patologia neoplastica che prevede, per definizione, una cura ed un monitoraggio prolungati. A questo si aggiunge l’opportunità di sviluppare e rendere note le nostre competenze nell’ambito della ricerca clinica oncologica”.

“La ricerca scientifica in Italia è da sempre al centro delle attività della nostra Fondazione – ha dichiarato Mariapia Garavaglia, Presidente di Fondazione Roche – perché siamo certi che tenerla viva sia un investimento per tutto il sistema Paese. Con il bando Fondazione Roche per la ricerca indipendente, che è giunto all’ottava edizione e che negli anni ha visto oltre 2300 candidature, confermiamo il nostro impegno sostenendo i giovani talenti che, con visione, dedizione e coraggio intraprendono nuove strade per arrivare a traguardi che spesso si traducono in progresso per la scienza e quindi per la salute di tutti noi”.

I vincitori del bando Roche per i servizi in Sclerosi Multipla

Con un investimento complessivo di 240mila euro per il finanziamento di 12 progetti innovativi in SM, il bando ha premiato con 20mila euro ciascuno tre enti milanesi.

IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. Si aggiudica un terzo premio, dal bando in sclerosi multipla, con un progetto che intende riorganizzare la presa in carico del paziente all’interno del Centro SM, introducendo una figura di counsellor che faciliti lo switch terapeutico, riducendo le distanze tra setting ospedaliero e territorio, e favorendo l’empowerment del paziente stesso.

I pazienti che accedono presso il nostro centro avranno l’opportunità di ricevere un supporto concreto in un momento delicato della loro storia di malattia, come lo switch terapeutico, spesso associato ad una fase di controllo subottimale dell’attività di malattia e che rappresenta quindi un momento di forte impatto emotivo sul paziente – afferma il professor Filippi – La presenza presso il Centro di una figura a cui il paziente possa rivolgersi durante il percorso del cambio terapeutico potrà migliorare la relazione tra la persona con sclerosi multipla ed il personale del Centro e favorire l’empowerment del paziente stesso. Vorrei ringraziare Roche per aver promosso il bando e Fondazione Sodalitas per avere selezionato un progetto il cui fine ultimo è il miglioramento della qualità dell’assistenza che garantiamo ai nostri pazienti, fine che condividiamo e per il quale ci adoperiamo quotidianamente”.

Ospedale Niguarda di Milano. Ultimo progetto vincitore, presentato dal dottor Stefano Gelibter, riguarda la fatica cognitiva (FC) – nemico subdolo delle persone con sclerosi multipla – in associazione a specifici deficit cognitivi, e propone un training riabilitativo mirato, finalizzato a migliorare la percezione della FC e con essa la qualità di vita delle persone con SM. “Nel mondo attuale, in piena trasformazione digitale, si rende sempre più evidente la necessità di prestazioni caratterizzate da rapidità e attenzione sostenuta – ha commentato Alessandra Protti, responsabile Macroattività ambulatoriali e day hospital neurologico di  Niguarda – e questo consente di navigare correttamente tra gli innumerevoli stimoli che bersagliano la quotidianità. Le persone con Sclerosi Multipla, colpite fin dalla giovane età, vivono spesso il sintomo della fatica, talora non riconosciuto e comunque non adeguatamente gestito nella pratica clinica. La fatica cognitiva, in particolare, può derivare da alterazioni in alcuni domini cognitivi che, se individuati, possono essere oggetto di strategie riabilitative. Il progetto intercetta il bisogno di ottimizzazione della presa in carico diagnostica e terapeutica, con un possibile miglioramento della qualità di vita delle persone assistite”.

La nostra missione è lavorare oggi su ciò di cui i pazienti avranno bisogno domani – ha commentato Anna Maria Porrini, Direttore Medical Affairs & Clinical Operations in Roche Italia In queste parole c’è l’essenza del nostro impegno quotidiano, fatto da una parte di innovazione, sia essa terapeutica o di servizi e, dall’altra di collaborazione con tutta la rete di interlocutori dell’ecosistema. Queste sono le fondamenta sulle quali costruire per affrontare le sfide di salute dei nostri tempi e per creare beneficio ai pazienti e alle loro famiglie nell’ottica della sostenibilità. Come Roche, lavoriamo da sempre su questi fronti e i bandi sono uno dei modi che abbiamo per rendere concreto questo impegno”.

 

Dal lancio dei tre bandi, Roche Italia e Fondazione Roche hanno stanziato complessivamente oltre 6 milioni di euro: più di 4 milioni di euro a supporto di 56 progetti di ricercatori indipendenti under 40, 1 milione 300mila euro per 46 borse di studio destinate a data manager e infermieri di ricerca e 1 milione 130mila euro per 50 progetti innovativi in sclerosi multipla. Allargando il focus a tutti i bandi dedicati all’innovazione in Ricerca e ai servizi in tutte le aree terapeutiche a supporto di enti e Associazioni Pazienti, sono oltre 10 i milioni di euro stanziati dall’Azienda e dalla sua Fondazione negli ultimi anni.