Può l’industria musicale essere sostenibile? Il talk di SAE Institute con Music Innovation Hub e Worldrise per trovare una risposta, il 15 giugno in BASE a Milano

L’industria musicale, così come ogni altro tipo di produzione, ha un impatto sull’ambiente e sul mare, ma il cosiddetto costo ambientale è molto mutato nel tempo. La diffusione di piattaforme di streaming online, infatti, ha contribuito sensibilmente a ridurre l’uso della plastica nell’industria musicale. Negli Stati Uniti, per esempio, si è passato dall’impiego di circa 58 milioni di kg di plastica nel 1977 (equivalente a 145 milioni di bottiglie di plastica) per la produzione di vinili, CD e cassette, a circa 8 milioni di kg nel 2016.

Tuttavia, per ascoltare musica online, conservarla e renderla accessibile in ogni momento, è necessaria l’energia elettrica che, prodotta per la maggior parte da combustibili fossili, emette CO2 in atmosfera. Sempre negli USA, è stato calcolato che la produzione musicale è passata dall’emissione di 140 milioni di kg di gas serra nel 1977 a circa 200 milioni di kg nel 2016. Si stima, inoltre, che un concerto emetta da 2 a 10 kg di CO2 per spettatore. Infine, l’uso di plastica negli eventi live è ancora elevato, sia nel backstage, per l’impiego di imballaggi e plastica usa e getta, che tra gli spettatori. L’impatto ambientale legato al consumo musicale si è pertanto semplicemente “spostato” in termini di tipologia, rimanendo comunque considerevole[1].

 

Un talk per individuare soluzioni concrete e attuabili nella music industry

 

Questi dati sottolineano in maniera evidente come anche l’industria musicale necessiti con urgenza di rendersi più sostenibile, promuovendo iniziative e modificando alcuni aspetti, dalla produzione al consumo, affinché sia ridotto il più possibile l’impatto sul nostro pianeta. Da queste premesse nasce “ThinkTalk: Basta chiacchiere vogliamo soluzioni!”, il panel frutto della comunione di intenti tra SAE Institute, accademia per le arti creative,

 

Music Innovation Hub, industry partner del corso di Music Business, e la ONLUS Worldrise, attiva nell’ambito della conservazione e della valorizzazione dell’ambiente marino. Il tutto sarà moderato da Margherita Devalle, giornalista e innovator italiana 2023 di Keychange.

 

“L’ecosistema delle industrie musicali, specialmente nei settori legati agli eventi e agli spettacoli dal vivo, ha ormai chiara l’urgenza di attuare un cambiamento concreto e progressivo affinché le conseguenze di queste attività siano sempre meno nocive per l’ambiente, avvalendosi anche delle professionalità e degli strumenti che abbiamo già a disposizione. L’incontro di giovedì sarà un’occasione ideale per mettere sul tavolo idee, competenze e progettualità, prezioso per trovare un punto di incontro tra la tutela dell’ambiente e la crescita delle music industries. Siamo sicuri che, grazie all’impegno concreto e all’esempio virtuoso di realtà come Music Innovation Hub e Worldrise, potremo individuare soluzioni promettenti per formare le nuove generazioni che lavoreranno in questi settori, abbandonando ottiche prospettiche e approcci teorici per costruire strumenti concreti con cui, da domani, l’industria possa operare in maniera più consapevole e sostenibile”, commenta Emiliano Alborghetti, Direttore Accademico di SAE Institute.

 

L’evento, gratuito previa registrazione a questo link, sarà seguito alle 19 da un Live Set su invito, presso la Capsula, di ATTAR, progetto di musica elettronica che valica ogni confine nella ricerca dell’idea di libertà.

[1] Fonte: https://www.gla.ac.uk/news/archiveofnews/2019/april/headline_643297_en.html