Pensioni, Uil: reddito pensionati come il pollo di Trilussa.

Le pensioni dei Lombardi non sono tutte uguali. Dai dati che emergono dalla ricerca UILPensionati Lombardia si evince una netta disparità tra il capoluogo di regione (Milano) e le provincie della Lombardia. Come a confermare che la statistica è come la scienza del “pollo di Trilussa”.

I dati ISTAT del 2020 (gli ultimi a disposizione) ci offrono uno spaccato dei redditi da pensione in Lombardia, disaggregati per provincia, che ci rivelano alcune differenze importanti sul reddito dei nostri anziani pensionati, un reddito che non è omogeneo tra le diverse province.

E’ evidente che la rendita pensionistica deriva dal tipo di lavoro precedente, quindi dal tessuto produttivo e dalla vocazione economica del territorio dove si vive: è quindi intuitivo che a Milano la pensione sia mediamente più elevata che non nelle Valli alpine, ma che nel Capoluogo la rendita media sia del 30% superiore rispetto a Sondrio deve far riflettere chi si occupa di negoziazione sociale nei territori …

<<In realtà – sottolinea la segretaria generale UIL Pensionati Lombardia Serena Bontempelli – il valore medio, pro capite, della pensione milanese è più alto che non in tutte le altre province (tranne Monza Brianza). Sia va dal -1% di Lecco al -16% di Sondrio, concretamente la differenza economica più importante si attesta intorno ai 6000 euro annui>>

La conseguenza più evidente è che ai tavoli con i Comuni il sindacato che rappresenta gli anziani deve focalizzare le sue richieste tenendo conto dei bisogni dei cittadini più svantaggiati.

<<Quasi ovunque – continua Bontempelli – uno dei temi di negoziazione è l’abbassamento delle aliquote IRPEF comunali o della TARI, ma è di ogni evidenza che dove le risorse a disposizione sono inferiori bisogna insistere anche su aiuti a cui individualmente le famiglie non possono dare risposta, dalla distribuzione di pasti a domicilio fino alle misure per l’abbattimento delle barriere architettoniche. La media regionale di reddito da pensione pro capite è intorno a 20.000 euro lordi annui, e questo la dice lunga sul perché, anche nella nostra Regione, con lo stato della sanità pubblica e delle liste di attesa che tutti conosciamo, spesso gli anziani rinunciano a curarsi, oppure dilazionano le cure perché devono aiutare figli e nipoti con redditi altrettanto bassi e spesso più incerti>>.
Ecco perché la statistica molto spesso è una foto che va guardata con attenzione.