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Il 18 novembre oltre ottanta bambini tra i 9 e i 10 anni della Scuola Primaria di via Bergognone a Milano sono diventati ambasciatori della biodiversità alimentare attraverso un’esperienza artistica. Cosa possono insegnare a un gruppo di scienziati esperti di nutrizione? Più di quanto si possa immaginare. Quando l’arte incontra la scienza, i ruoli si ribaltano: non formule o dati, ma pennelli, colori e creatività. Accade grazie a i colori raccontano storie® per Nutrire la Biodiversità, il progetto che dà l’opportunità ai più piccoli, in qualità di artisti per un giorno, di essere protagonisti di un nuovo modello di educazione e di sensibilità alimentare urbana, in cui l’arte si fa linguaggio universale anche a servizio della scienza. “Un percorso sensoriale fra gli alberi, come un bosco di biodiversità, dove l’immaginazione si esprime con il gesto libero della fantasia; perché l’essenzialità della forma nasce dal gesto primigenio e istintuale, che solo i bambini hanno la capacità naturale di trasferire per creare mondi possibili”, spiega Cristina Ciusa, ideatrice e curatrice del progetto ed esperta di comunicazione etica e biodiversità presso il Laboratorio di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Università di Pavia. Il concept proposto permette anche ai più piccoli di fare esperienza creativa nell’arte, in cui emozioni e immaginazione fluiscono senza confini per raccontare nuove prospettive. Un progetto importante sostenuto dalla Prof.ssa Hellas Cena, Direttrice del Laboratorio di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Università di Pavia, nell’ambito del National Biodiversity Future Center (NBFC), finanziato dal PNRR con fondi NextGenerationEU. |
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Domande per il nostro futuro Domande ancora più pressanti in un contesto urbano, dove le scelte alimentari quotidiane hanno un impatto diretto sulla salute delle persone e sul benessere del pianeta. |
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“La nutrizione può e deve sostenere nuovi stili di vita urbani, più consapevoli e rispettosi dell’interdipendenza tra la salute umana e quella ambientale. Formare nuove generazioni consapevoli del legame tra cibo, salute e ambiente è il primo passo per costruire comunità urbane più resilienti e attente al valore della biodiversità” – afferma la Prof.ssa Hellas Cena, referente istituzionale di Ateneo per il progetto NBFC e coordinatrice scientifica dell’area Biodiversità e salute dell’uomo in ambiente urbano. Come ricercatori, siamo sempre più parte attiva nella comunicazione verso le giovani generazioni, che erediteranno le nostre città con tutte le loro complessità. Grazie a linguaggi universali come l’arte, vogliamo far emergere nei bambini una consapevolezza che li accompagnerà per tutta la vita: la varietà nel piatto è una ricchezza per noi e per l’ambiente.”
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