Sentinelle nelle professioni contro la violenza, corso di Confartigianato

Partecipazione superiore alle previsioni per il corso “Sentinelle nelle professioni contro la violenza”, organizzato a Milano da Soroptimist International d’Italia-Club Milano alla Scala e APA Confartigianato Imprese e dedicato a estetiste, parrucchiere e a tutti gli operatori del settore.

Il seminario formativo era rivolto in via esclusiva a professioniste e professionisti del settore benessere con l’obiettivo di fornire strumenti pratici per riconoscere segnali di disagio e violenza sommersa, spesso non esplicitati, soprattutto da donne in condizioni di
vulnerabilità.

Dopo l’introduzione di Francesca Ricci, presidente del Soroptimist International Club Milano alla Scala, sono intervenute le docenti Laura Rivolta, psicologa e psicoterapeuta, e Sara Martelli, psicologa.

Quindi Emanuela Rocca, Tenente Colonnello dei Carabinieri, ha descritto le iniziative dell’Arma dei carabinieri per contrastare la violenza di genere prima delle testimonianze di Stefania Bartoccetti, presidente di Telefono Donna, Carlo Maino, direttore del Pronto Soccorso ospedaliero Humanitas Mater Domini di Castellanza, e Beatrice Bombelli, infermiera al Pronto Soccorso di Castellanza.

Ascolto consapevole | I saloni beauty e wellness sono luoghi percepiti da molte donne
come spazi neutri, accoglienti e sicuri. Proprio qui, dove spesso nascono confidenze
spontanee, molte donne trovano il coraggio di raccontare parti delicate della propria
vita.

Laura Rivolta, psicologa e psicoterapeuta, ha curato gli aspetti emotivi dell’ascolto
nella relazione estetista-cliente, approfondendo la dimensione emotiva dell’ascolto, un
aspetto cruciale per il ruolo delle estetiste come possibili Sentinelle nella prevenzione
della violenza di genere. “L’ascolto – sottolinea – non è un gesto automatico: richiede
intenzionalità, presenza, empatia ed equilibrio, soprattutto quando la cliente porta in
cabina stanchezza, paura e fragilità”.

Durante il corso Laura Rivolta ha guidato le partecipanti a sviluppare un ascolto
consapevole, capace di distinguere ciò che appartiene alla cliente da ciò che risuona
dentro chi ascolta. È stato proposto anche un mini-questionario esperienziale pensato
come uno “specchio” utile a riconoscere le proprie risonanze emotive di fronte a racconti
dolorosi delle clienti: un passaggio fondamentale per evitare rischi come la
banalizzazione, l’eccessiva identificazione o la fuga dall’ascolto.

“L’estetista – spiega Rivolta – non deve risolvere i problemi, ma accogliere con consapevolezza ciò che la cliente porta, anche quando fa paura, offrendo uno spazio sicuro per aprirsi e parlare di sé. Le radici della violenza di genere | “Il progetto – ha spiegato Sara Martelli – parte da un dato ormai consolidato: la violenza nelle relazioni intime è un fenomeno diffuso e persistente e molte vittime non chiedono aiuto per paura,
sfiducia, vergogna. All’estero esistono stati in cui la formazione sulla violenza di
genere obbligatoria ha dimostrato la sua efficacia, trasformando i saloni in piccoli presidi
di comunità”.

L’intervento di Martinelli ha offerto una cornice psico-sociale su che cosa si intende per violenza di genere, evidenziando le sue radici nella disuguaglianza e ripercorrendo i dati più aggiornati: dai numeri su omicidi e femminicidi a quelli su forme di violenza meno visibili come quella psicologica, economica o gli atti persecutori. Ha approfondito inoltre la violenza assistita sui minori e i rischi legati alla separazione, elementi centrali per riconoscere situazioni ad alto pericolo.

Le professioniste che diventano “sentinelle” sono persone in grado di accogliere senza
giudizio, riconoscere i segnali, offrire un luogo di confidenza sicuro e sapere indirizzare
ai servizi competenti.

Arianna Petra Fontana, presidente della sezione di Milano di APA Confartigianato
Imprese ha commentato: “sono davvero lieta dell’ampia adesione a questa giornata di
formazione. Sono una ventina le estetiste iscritte, a conferma dell’urgenza del tema e
della sensibilità delle imprese artigiane. Tutte le imprese artigiane, infatti, nascono con
una vocazione: non si limitano a offrire un servizio, ma costruiscono relazioni tra le
persone, custodiscono fiducia, si prendono cura delle comunità in cui operano. E in
nessun altro ambito questo è vero come nel settore del benessere e della cura della
persona. Il legame che si crea tra un’estetista, un massaggiatore, un parrucchiere, e la
propria cliente è un dialogo silenzioso, fatto di gesti, di sguardi, di empatia. In quei
momenti di cura, di contatto, può emergere la parte più fragile di chi abbiamo di fronte”.


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