Arte e lutto nel nuovo libro di Marco Eugenio Di Giandomenico edito da Silvana Editoriale

Una delle tematiche da sempre più dibattute da psicologi, teorici dell’arte e sociologi è come l’espressività artistica possa favorire la metabolizzazione di un lutto, laddove con tale termine si intende qualsiasi inaspettato distaccamento affettivo, come la morte di una persona cara, la fine di una relazione sentimentale, il trasferimento permanente in un altro luogo, solo per citarne alcuni.

Il critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico è autore del magnifico libro “L’esperienza artistica di Tiziano Calcari. Creatività e lutto nell’arte sostenibile”, edito da Silvana Editoriale, ove, ricostruendo le principali teorizzazioni filosofiche in tema di creatività artistica, da Platone e Aristotele ai giorni nostri, analizza le connessioni tra arte e lutto, sia in termini di elaborazione del distaccamento, sia in termini della sostenibilità dell’arte contemporanea.

Un libro denso di riferimenti bibliografici e di puntuali citazioni, valido strumento di formazione universitaria sulle materie di riferimento, oltre che di approfondimento culturale per critici ed ermeneuti dell’arte.

L’aspetto molto interessante è rappresentato dalla circostanza che le varie teorizzazioni scientifiche (filosofiche, psicologiche, sociologiche, economiche, umanistiche) trovano nell’analisi della produzione artistica dell’artista bresciano Tiziano Calcari una sintesi concreta e di immediata e affascinante intellegibilità.

Come, infatti, afferma Di Giandomenico nella premessa del volume, «La presente pubblicazione nasce dall’incontro con l’artista bresciano Tiziano Calcari durante la grande pandemia.

La visione delle sue opere e i suoi racconti esistenziali intrisi di un profondo amore per i territori di origine (Val Trompia) e di affetti familiari negati, che trovano nell’espressione artistica una sorta di risoluzione catartica, catturano immediatamente la mia attenzione, stimolando una riflessione scientifica su tematiche da sempre oggetto di elaborazione teoretica, quali arte, bellezza, creatività.

Il focus viene posto sul “distaccamento” affettivo, vale a dire il lutto, inteso come interruzione traumatica e/o istantanea di qualunque link affettivo (come la morte di una persona cara, la fine di una grande amicizia, il trasferimento in altri luoghi, etc.), e sul suo rapporto con la creatività artistica, che può divenirne strumento privilegiato di metabolizzazione.

Il driver portante rimane sempre quello della sostenibilità dell’arte contemporanea, da quasi trent’anni oggetto di analisi e approfondimento da parte dello Scrivente, con le svariate declinazioni psicologiche, antropologiche, sociologiche, economiche e tecnico-scientifiche di riferimento […]

L’arte di Tiziano Calcari è un pregevole esempio di arte sostenibile, non tanto per la sua multimedialità di allure assolutamente novecentesca, bensì per i processi creativi ed espressivi, che, dimentichi della tecnologia digitale, naufragano in una contemporaneità artistica appunto sostenibile, in cui l’arte diventa strumento edificativo intra ed extra interiorità umana, reale mezzo di rinnovamento personale e sociale, che ancora oggi è pensato dalle istituzioni con un approccio normativo lineare per così dire “post litteram”, scevro dalla sua intrinseca sostanziosa evoluzione a spirale.

La presente pubblicazione contiene, inoltre, le immagini di 50 opere d’arte di Calcari, che documentano la sua progressione artistica e permettono al lettore un primo approccio con la Bellezza espressiva dell’artista, auspicandosi sempre un’osservazione diretta, latrice del più completo coinvolgimento estetico».

Il libro, edito in italiano e in inglese, è stato oggetto di dibattito nella conferenza dal titolo “Sustainable art” lo scorso 29 novembre presso il Museo del Risorgimento (Palazzo Moriggia) di Milano, con il coinvolgimento di personalità della cultura, dell’arte, dell’accademia e dell’università.

I partecipanti hanno potuto inoltre godere della visione di circa 25 opere d’arte di Tiziano Calcari nella Sala Vetri del Museo.