Ancora premi per Alberto Sordi Secret

Continua a fare incetta di premi, in Italia e all’estero, il docufilm internazionale “Alberto Sordi secret”, il primo e unico sulla vita privata del grande attore, scritto e diretto da suo cugino Igor Righetti, giornalista e conduttore radiotelevisivo Rai. Durante la Festa del cinema di Roma, nello spazio Roma Lazio Film Commission, Righetti ha ricevuto per la regia e la sceneggiatura del suo docufilm “Alberto Sordi secret” il “Premio dell’Annuario del cinema news”, giunto all’8ª edizione, con la direzione di Elettra Ferraù ed Emanuele Masini, in collaborazione con Francesca Piggianelli, direttrice dei Premi “Roma Videoclip” e “Anna Magnani”, conduttrice dell’evento.

Qualche giorno fa a Wilmington (Stati Uniti) è stata promossa una giornata dedicata al docufilm con una serie di eventi incentrati su Alberto Sordi e la sua Roma. In seguito alla presentazione-omaggio alla scorsa Festa del Cinema di Roma, al Senato della Repubblica, all’Ambasciata italiana della Repubblica di San Marino e al Marateale, dopo aver vinto i premi “Anna Magnani” e “Ischia Global Film & Music Festival” e aver ricevuto a oggi ben 18 premi internazionali, dagli Stati Uniti all’Asia, dall’Australia fino a tutta l’Europa, il docufilm “Alberto Sordi secret” è attualmente in distribuzione all’estero.  Dopo tante richieste pervenute sia alla produzione sia a Igor Righetti è stato deciso in via eccezionale di tornare sul grande schermo il 30 e il 31 ottobre al cinema Azzurro Scipioni di Roma (le prevendite sono online, www.azzurroscipioni.it).

L’opera, anche in inglese e in spagnolo, è prodotta da Massimiliano Filippini e CameraWorks con la fotografia di Gianni Mammolotti, le musiche di Maria Sicari e i costumi di Stefano Giovani, ed è tratta dal libro, giunto alla 12ª ristampa, “Alberto Sordi segreto” (amori nascosti, manie, rimpianti e maldicenze) scritto da Igor Righetti e pubblicato da Rubbettino editore con la prefazione del critico Gianni Canova.

“Alberto Sordi secret” è il primo e unico docufilm dove si narrano accadimenti e aneddoti della vita privata dell’Alberto nazionale a partire dalla sua infanzia. Per la prima volta, nella parte filmica si vedono i genitori, gli zii, i nonni e gli amici del grande attore.

Tra i protagonisti ci sono Fioretta Mari, Maurizio Mattioli, Emanuela Aureli, Daniela Giordano, Mirko Frezza, Enzo Salvi, Daniele Foresi, Lorenzo Castelluccio, Emily Shaqiri, Fabrizio Raggi, Valerio Mammolotti, Flavio Raggi. A questa parte, ambientata negli Anni Venti e Trenta girata in bianco e nero in formato 4:3 con costumi e auto d’epoca, si intrecciano contributi di parenti e amici di Sordi, grandi personaggi del mondo del cinema, della televisione e dello spettacolo (Pupi Avati; Rosanna Vaudetti; la nipote di Totò Elena de Curtis; il suo grande amore Patrizia de Blanck; la figlia dell’attrice Anna Longhi, Sabrina Sammarini; Piera Arico e Fiona Bettanini,  moglie e figlia di Gastone Bettanini, l’amico segretario e primo agente di Sordi fino al 1965 che lo lanciò; Tiziana Appetito e Alessandro Canestrelli, figli dei fotografi di scena di decine di film di Alberto Sordi, Enrico Appetito e Alessandro Canestrelli senior; Jason Piccioni, figlio del compositore e musicista Piero; il suo editore Cecilia Gremese; il re dei paparazzi Rino Barillari e tanti altri).

Il docufilm è ricco anche di immagini e video esclusivi dell’Istituto Luce, di audio originali, delle foto provenienti dagli album di famiglia di Igor Righetti e di quelle messe a disposizione dai personaggi intervenuti. La voce narrante di Dado Coletti accompagna lo spettatore che, per la prima volta, scopre gli interni della blindatissima villa di Castiglioncello, in Toscana, dimora estiva di Alberto Sordi; la meravigliosa tenuta del vero Marchese del Grillo a Fabriano dove l’attore andava spesso a rilassarsi o la casa natale della mamma Maria Righetti.

Il docufilm racconta, inoltre, il rapporto conflittuale di Alberto Sordi con il padre Pietro che non voleva facesse l’attore, la sua attrazione per la nobiltà, la gelosia verso i suoi beni, gli amori mai svelati, l’ostentazione della cultura – che sapeva di non avere – attraverso l’antiquariato e la collezione di libri che non aveva mai letto, la dedizione totale alla sua professione, la scelta di avere pochissimi amici, il grande affetto verso gli animali, la sua mania per le case e perché non sopportava essere chiamato Albertone. Del resto, chi meglio di un familiare come Igor Righetti che ha frequentato Alberto Sordi assieme alle rispettive famiglie può conoscere fatti e antefatti?

Un biopic in cui nulla è fiction, frutto di fantasia, ma dove invece i dialoghi, le situazioni e i personaggi ripercorrono la vita reale e sconosciuta al pubblico di Alberto Sordi.


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