Legambiente, presentato rapporto Ecomafia 2025

Dal 1994, in collaborazione con le forze dell’ordine,  Legambiente aggiorna il quadro delle attività della criminalità ambientale in Italia.

In questi 30 anni il lavoro di ricerca, analisi, denuncia e proposta non si è mai fermato grazie al contributo di tutte le forze dell’odine, delle Capitanerie di porto, dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, dell’Ispra e degli avvocati del Centri di Azione giuridica.

Una vera e propria rete per la legalità, impegnata a contrastare ogni giorno fenomeni gravi di aggressione alle straordinarie ricchezze del nostro Paese, da quelle naturali al patrimonio culturale e archeologico fino a quello agroalimentare.

Tra imprenditori senza scrupoli, corruzione e mafie sempre più pervasive.

Continua a crescere, impetuoso, il trend dei reati contro l’ambiente nel nostro Paese, che nel 2024 hanno oltrepassato la soglia dei 40 mila (+14,4% rispetto al 2023), per la precisione 40.590, con una media di oltre 111 al giorno, 4,6 ogni ora. Aumenta il fatturato ecocriminale, pari a oltre 9,3 miliardi di euro. Così come continuano a salire
i numeri dei delitti ambientali previsti dal Codice penale, inquinamento in testa,
contestati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto (971, +61,3%).
Da giugno 2015, con l’entrata in vigore della legge 68, a dicembre 2024 ne sono stati accertati 6.979, con 12.510 persone denunciate, 556 arresti e 1.996 sequestri, per un valore di 1,155 miliardi di euro. La Campania guida anche nel 2024 la classifica regionale, con 6.104 reati, seguita da Puglia (4.146), Sicilia (3.816) e Calabria (3.215), territori di tradizionale insediamento mafioso, in cui si è concentrato quasi il 43% dei reati. Il ciclo del cemento è quello con il maggior numeri di illeciti penali (13.621, il 33,6% del totale), seguito dal ciclo dei rifiuti, in crescita del 19,9%, poi i crimini contro gli animali, gli incendi boschivi e i reati in danno del patrimonio culturale e archeologico del nostro Paese. Anche le filiere agroalimentari registrano numeri da record, con 46.358 illeciti penali e amministrativi.

La corruzione ambientale (88 le inchieste monitorate, in aumento rispetto al 2023) fa da collante tra queste attività e gli interessi delle mafie.

Salgono a 389 i clan dell’ecomafia. Come ogni anno, la lotta all’illegalità ambientale è stata al centro delle attività dei circoli e dei Centri di Azione giuridica di Legambiente, con esposti e costituzioni di parte civile in diversi procedimenti penali.

Al primo posto delle regioni del nord, la Lombardia (ottava nella classifica nazionale, con 2.324 reati ambientali nel 2024, pari al +17.7%), seguita dal Veneto, nono con 1.823 illeciti penali (+3,5%) e dalla Liguria, decima con 1720 reati.