Tra mecenati e artisti: viaggio nella Milano rinascimentale

Un viaggio alla scoperta di famiglie nobili, corti signorili e artisti che realizzarono palazzi, chiese e opere d’arte che ancora oggi modellano l’identità della città

Tra il XV e il XVI secolo, Milano visse una profonda trasformazione, diventando uno dei centri più vivaci del Rinascimento italiano. Le famiglie nobili, le corti signorili e le istituzioni religiose commissionarono palazzi, chiese, piazze e opere d’arte che ancora oggi modellano l’identità della città. Le vie di Milano custodiscono tracce tangibili di questo periodo: nomi di artisti, architetti, mecenati e figure istituzionali che contribuirono a trasformarla in un crocevia di cultura, politica e innovazione. Ripercorrere queste strade significa riscoprire i protagonisti che fecero di Milano una capitale dell’arte e del pensiero rinascimentale.

Via Ludovico il Moro

Via Ludovico il Moro, che si snoda lungo il Naviglio Grande nel quartiere di San Cristoforo, ricorda la figura del duca Ludovico Maria Sforza, detto “il Moro”. Alla fine del Quattrocento, sotto il suo governo, Milano divenne un centro artistico e politico di prim’ordine.

Mecenate raffinato, Ludovico promosse la costruzione e l’ammodernamento di edifici come il Castello Sforzesco e la Certosa di Pavia, e chiamò alla sua corte personalità del calibro di Leonardo da Vinci e Donato Bramante. Durante il suo ducato, i Navigli furono potenziati come infrastrutture commerciali e idrauliche, contribuendo allo sviluppo urbano e agricolo del territorio.

La via che oggi porta il suo nome attraversa una zona che conserva ancora l’impronta storica di quel sistema d’acque che fece prosperare la Milano rinascimentale.

Via Bramante

Via Bramante, situata nel quartiere Chinatown, è dedicata a Donato Bramante, architetto e pittore marchigiano che lasciò un segno profondo nella Milano sforzesca. Attivo in città tra il 1480 e il 1499, Bramante portò un linguaggio architettonico nuovo, basato su proporzione, prospettiva e armonia classica.

Tra i suoi capolavori milanesi spiccano il chiostro di Santa Maria presso San Satiro, dove realizzò la celebre abside prospettica illusionistica, e la tribuna di Santa Maria delle Grazie, parte integrante del complesso in cui Leonardo dipinse l’Ultima Cena.

Via Bramante ricorda quella stagione di fervore architettonico in cui Milano iniziò a confrontarsi con le regole del Rinascimento maturo, divenendo laboratorio di idee e di forme destinate a influenzare l’architettura europea.

Piazza Leonardo da Vinci

Piazza Leonardo da Vinci, nel quartiere Città Studi, celebra il genio universale che visse e operò a Milano per quasi vent’anni al servizio di Ludovico il Moro.

Leonardo da Vinci non fu soltanto pittore e scultore, ma anche ingegnere, scenografo, urbanista e studioso delle acque. A Milano realizzò opere destinate a segnare la storia dell’arte, come la Vergine delle Rocce e l’Ultima Cena nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. Sperimentò anche soluzioni tecniche per i canali e progettò edifici ideali per la città.

La piazza che oggi porta il suo nome, nel cuore del Politecnico di Milano, prosegue idealmente quell’eredità di ricerca e innovazione, coniugando sapere scientifico e creatività – proprio come accadeva nelle botteghe rinascimentali.

Via Bernardino Luini

Via Bernardino Luini, nel cuore di Milano, a pochi passi da Corso Magenta, è dedicata a uno dei più raffinati pittori lombardi del Rinascimento.

Bernardino Luini fu un importante esponente della scuola leonardesca, ma seppe sviluppare uno stile personale, caratterizzato da dolcezza espressiva e colori morbidi. Le sue opere sono ancora oggi tra i tesori più preziosi della città: il ciclo di affreschi di San Maurizio al Monastero Maggiore, spesso definita “la Cappella Sistina di Milano”, è un capolavoro che testimonia la spiritualità e la grazia dell’arte lombarda del primo Cinquecento. Luini lavorò anche in Santa Maria degli Angeli e in altri complessi religiosi, contribuendo a diffondere il linguaggio rinascimentale oltre la corte sforzesca.

La via a lui intitolata, immersa in un quartiere che custodisce chiese e palazzi d’epoca, è una delle tappe più significative per comprendere come l’eredità di Leonardo si sia radicata e trasformata nel tessuto artistico milanese.


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