Stadio, in attesa del dibattito pubblico si anima la polemica.

Una veduta esterna stadio Giuseppe Meazza (San Siro) di Milano, in una immagine di archivio. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

“Finalmente qualcosa si muove. In attesa di capire meglio chi sarà il coordinatore dei 10 incontri per presentare alla città il progetto del nuovo stadio, non appena ho letto il bando pubblicato sul sito del Comune ho informato i residenti del quartiere, le associazioni di categoria e i professionisti interessati allo sviluppo urbanistico che dai primi di giugno saremo tutti chiamati a dare il nostro contributo propositivo affinché emergano le tante voci di chi pensa che l’investimento di Milan e Inter sia una grande opportunità per Milano”: così Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale. “Generalmente i comitati del ‘No’ a tutto sono molto rumorosi e si fanno sentire, noi dovremo essere altrettanto abili a far valere le ragioni del ‘Sì’ anche un previsione del referendum cittadino. Per questo ho scritto un messaggio al sindaco e quando sarà designato il coordinatore del dibattito pubblico contatterò anche lui. Il dibattito pubblico sia un’opportunità di confronto per la crescita della città e non uno sfogatoio per le “anime belle” del centrosinistra e dei comitati ecotalebani vicine a una certa sinistra frikettona”.

“Il dibattito pubblico poteva essere già stato avviato mesi fa, sulla base di quel progetto su cui il Comune ha dato la pubblica utilità alle squadre con la delibera del 5 novembre scorso. Se il Comune non avesse frapposto inutili ostacoli burocratici il dibattito pubblico si sarebbe già svolto e concluso: la questione del nascondersi dietro la non presentazione del progetto esecutivo non ha avuto fondamento perché, appunto, è stata data alle squadre la pubblica utilità”. Lo ha detto Carlo Monguzzi, consigliere comunale di Europa Verde e presidente della Commissione Ambiente, interpellato da Mianews, a proposito dell’avvio dell’iter per la ricera del coordinatore del dibattito pubblico sul progetto stadio. “Il dibattito pubblico ha senso se fatto prima della presentazione del progetto esecutivo, non dopo. Se c’è già il progetto esecutivo vuol dire che la cosa va già avanti, mentre i cittadini devono partecipare a un’ipotetica decisione. Non devono discutere il colore delle sedie del nuovo stadio o di quello ristrutturato, ma se il Meazza vada ristrutturato o abbattuto. Infatti, i Verdi avevano chiesto l’avvio del dibattito già cinque giorni dopo quella famosa delibera del 5 novembre”, ha continuato. “Quali saranno ora i risvolti? Sicuramente i cittadini esprimeranno critiche fondatissime dal punto di vista tecnico ed economico, di cui poi il Comune dovrà tenere conto”. Sulla possibilità sollevata dalle squadre di spostare lo stadio a Sesto San Giovanni ha commentato “è come dire che spostiamo lo stadio su Marte, questa idea la stessa possibilità di riuscita”. “Lo stadio c’è già, basta ristrutturarlo. Anche dal punto di vista ambientale, spostare lo stadio non avrebbe nessun senso perché le 210mila tonnellate di C02 che verrebbero prodotte buttando giù il Meazza e facendone uno nuovo a San Siro sono le stesse che verrebbero prodotte costruendolo a Sesto San Giovanni”. “Io ho molta fiducia nel sindaco Sala. Penso costringerà le squadre a fare la cosa che tutti dicono essere la più logica: ristrutturare il Meazza e dare una mano a riqualificare il quartiere”, ha detto Monguzzi. “Non vedo altre prospettive probabili. Buttare giù uno stadio e rifarne un altro è una cosa eticamente insopportabile. In un periodo storico così difficile come questo, come si fa a sperperare così tanti soldi e produrre così tanta C02? Capisco i fondi d’investimento, ma il Comune non deve mettersi in mezzo a questa follia”. Ha poi sottolineato l’importanza del dibattito pubblico per il territorio: “Le azioni da intraprendere nello specifico per riqualificare San Siro vanno fatte interpellando le persone che lo vivono quotidianamente. Questa è una modalità importante di progettare la riqualificazione dei nostri quartieri: bisogna partire dalle proposte dei cittadini”.

“Il dibattito pubblico, il cui iter è appena partito, ha una potenzialità alta se svolto bene, ma ricordiamoci che non ha la possibilità di cambiare la decisione finale. Non è uno strumento decisorio o di misurazione del consenso, serve per discutere sulla qualità del progetto e lascia completamente al promotore la decisione finale”. Così Lorenzo Lipparini, tra i promotori del referendum comunale per salvare il Meazza ed ex assessore alla Partecipazione, interpellato da Mianews sull’avvio dell’iter per la ricerca del coordinatore del dibattito pubblico e sui tempi e modi della discussione sul progetto stadio di Inter e Milan. “La raccolta firme per il referendum – spiega ancora Lipparini in merito all’andamento della campagna referendaria – è ferma a quelle 1.400 firme sottoscritte entro la scadenza del 5 marzo. I garanti comunali ci hanno già comunicato che le firme necessarie ci sono. Devono ancora esprimersi sulla fattibilità tecnica delle richieste oggetto di referendum. Dalla data del 5 marzo la tempistica per dare il parere di ammissibilità è di due mesi, quindi per l’estate dovremmo avere un verdetto”, ha spiegato. “Quando sarà stata certificata anche la fattibilità tecnica noi promotori verremo convocati in udienza dai garanti per discutere le motivazioni del referendum e solo allora si esprimeranno”. Sulle conseguenze ambientali date dall’eventuale abbattimento del Meazza ha ribadito ancora una volta: “sarebbe un disastro dal punto di vista ambientale”. “Qualche giorno fa Paolo Pileri, professore di pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico, si è espresso molto chiaramente: l’abbattimento – con la conseguente emissione di 210mila tonnellate di C02 – si mangerebbe completamente i benefici del Piano aria clima del Comune”. Riguardo la prima piattaforma pubblica online utilizzata per la raccolta firme del referendum comunale sullo stadio, Lipparini ha dichiarato che “verrà certamente estesa a livello nazionale, era uno dei punti della legge finanziaria del 2020. È stata sviluppata ed è ora in fase di collaudo. C’è una procedura di verifica in atto da parte del Garante della privacy”. “L’estensione a livello nazionale di questa piattaforma è fondamentale per l’Italia perché consentirà di raccogliere firme in formato digitale sia per i referendum sia per le proposte di legge di iniziativa popolare”, ha concluso.

“Va bene il dibattito pubblico sul progetto stadio di Inter e Milan ma non è stato depositato nessun progetto esecutivo da parte delle squadre. Quindi su che basi si farà? Sulle chiacchere e gli articoli di giornale, quindi sul nulla. Noi abbiamo fatto ricorso sull’unico documento ufficiale, ovvero la delibera del Comune sul pubblico interesse”. Lo ha detto Gabriella Bruschi del comitato coordinamento San Siro e già capolista della lista Civica AmbientaLista alle comunali, interpellata da Mianews sull’avvio dell’iter per la ricerca del coordinatore del dibattito pubblico e sui tempi e modi della discussione sul progetto stadio di Inter e Milan. “I nostri obiettivi sono chiari: non sprecare suolo, non cementificarlo ulteriormente e salvaguardare i cinque ettari di verde esistente nell’area circostante Lo stadio gode di ottima salute dal punto di vista architettonico e si può benissimo ristrutturare in tutte le sue forme”, ha precisato. “L’abbattimento dello stadio significherebbe tre anni di macerie, polveri e inquinamento dell’aria. Il mondo è cambiato da quando sono stati presentati i primi rendering e bisogna tenerne conto”. Riguardo la posizione del sindaco Giuseppe Sala, Bruschi ha commentato che “si è mosso come se questi 280mila metri quadri siano di proprietà delle squadre. Non è vero, sono di proprietà del Comune. Ha consegnato tutto perché vuole costruire uffici e centri commerciali di cui non sentiamo il bisogno. Sono i cittadini che si devono esprimere a riguardo: non solo i residenti ma tutti i milanesi”, ha concluso. (MiaNews)