Dopo una maratona di quasi dodici ore in aula, il Consiglio comunale di Milano ha approvato nella notte la delibera che autorizza la cessione dello storico Stadio Giuseppe Meazza – noto come San Siro – alle società calcistiche AC Milan e Inter. Il voto finale si è chiuso con 24 favorevoli e 20 contrari; due consiglieri non hanno partecipato alla votazione.
Cosa prevede la delibera
L’intesa sancisce la vendita dell’impianto e delle aree circostanti ai club per un corrispettivo complessivo di 197 milioni di euro. La cifra comprende una parte corrisposta immediatamente e tranche successive garantite da fideiussioni, oltre ad impegni sugli interventi previsti nell’area (nuovo stadio, riqualificazioni e opere accessorie). Il terreno e le aree collegate sono componenti centrali del valore complessivo dell’operazione.
Notte di tensione in Aula
La decisione è stata presa nella piena notte, intorno alle 3:00–3:45, dopo l’approvazione di un sub-emendamento «tagliola» che ha fatto decadere decine di emendamenti presentati (sul testo pesavano inizialmente oltre 200 proposte di modifica, di cui ne sono state discusse venticinque). La misura – contestata soprattutto da parte della maggioranza e dai Verdi – ha sbloccato l’iter e portato rapidamente alle dichiarazioni e al voto finale.
Spaccature politiche e defezioni
Il voto ha messo in luce spaccature anche all’interno della maggioranza di centrosinistra: sette dei voti contrari appartengono infatti alla stessa maggioranza, mentre il resto dei no è arrivato da Lega, Fratelli d’Italia, Noi Moderati e da un consigliere di Forza Italia che ha scelto di non seguire la linea del partito. La delegazione di Forza Italia, in larga parte assente in aula, ha comunque visto l’eccezione del consigliere Alessandro De Chirico, che ha votato contro.
Particolarmente simbolica la scelta di Marco Fumagalli, capogruppo della Lista “Beppe Sala Sindaco”, che non ha partecipato al voto e ha annunciato le dimissioni dal ruolo, criticando l’esito e la gestione del dibattito in merito agli impatti ambientali e sociali. Anche Manfredi Palmeri (centrodestra) non ha preso parte alla votazione.
Reazioni: proteste e voci contrarie
La votazione ha suscitato reazioni forti fuori dall’aula: comitati cittadini e associazioni ambientaliste hanno organizzato presidi e manifestazioni contro la cessione e l’ipotesi di abbattimento dell’attuale impianto, denunciando rischi per il patrimonio architettonico, il verde urbano e la qualità della vita nei quartieri limitrofi. Dal fronte politico, le critiche si sono concentrate sulla fretta con cui si è cercato di chiudere l’iter e sulla percezione che alcune garanzie richieste non siano state adeguatamente approfondite.
Prossime tappe
Con l’approvazione odierna il Comune di Milano può procedere alla formalizzazione del contratto con i due club: è previsto un primo versamento contestuale alla sottoscrizione e il saldo tramite rateizzazioni garantite, come previsto dalla proposta approvata. Successivamente partiranno le progettazioni per il nuovo impianto e gli atti amministrativi necessari per la riqualificazione dell’area; la demolizione dell’attuale San Siro è inclusa nel piano, ma tempistiche e dettagli esecutivi dovranno essere definiti nelle fasi successive.
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