Rinuncia all’appello il ragazzo che sterminò la famiglia a Paderno Dugnano

Riccardo Chiarioni, condannato a vent’anni per il triplice omicidio dei genitori e del fratello minore, decide di non impugnare la sentenza: “Voglio scontare la pena”.

Ha scelto di non impugnare la sentenza e di iniziare a scontare la condanna: Riccardo Chiarioni, oggi diciannovenne, ha rinunciato al ricorso in appello contro la pena di vent’anni di reclusione inflitta in primo grado dal Tribunale per i minorenni di Milano.

È la conclusione giudiziaria di una vicenda che ha sconvolto l’Italia: nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre 2024, nella villetta di famiglia a Paderno Dugnano, il ragazzo – allora diciassettenne – uccise il padre, la madre e il fratello di dodici anni con 108 coltellate.

La sentenza

La sentenza, emessa lo scorso giugno con rito abbreviato, aveva riconosciuto la piena imputabilità del giovane, escludendo la tesi del vizio parziale di mente proposta dalla difesa. Gli esperti che lo avevano valutato avevano individuato in lui disturbi di personalità e tratti di alienazione, ma non una compromissione tale da annullare la capacità di comprendere le proprie azioni.

Secondo le motivazioni depositate, il ragazzo avrebbe agito in modo lucido e pianificato, spinto da un’ossessione di dominio e da un’idea distorta di libertà assoluta. La violenza improvvisa e l’efferatezza dell’atto, hanno sottolineato i giudici, non sarebbero state il frutto di un impulso incontrollabile, bensì di una decisione cosciente.

Rinuncia al ricorso

Nonostante la possibilità di presentare appello, Chiarioni ha comunicato di voler rinunciare a ogni ricorso. “Voglio scontare la pena”, avrebbe dichiarato attraverso il suo legale, aggiungendo di voler affrontare il percorso di riabilitazione e di proseguire gli studi all’interno dell’istituto di detenzione.


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