Chiara Ferragni è tornata ieri al Tribunale di Milano per la seconda udienza pre-dibattimentale del procedimento che la vede imputata, insieme ad altri due soggetti, per truffa aggravata.
Il caso, ribattezzato “Pandoro Gate”, riguarda le iniziative commerciali del pandoro “Pink Christmas” e delle uova di Pasqua promosse come legate a scopi benefici, ma che secondo la Procura non avrebbero rispettato le finalità solidali dichiarate.
La scelta del rito abbreviato
Accompagnata dai suoi legali, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, Ferragni si è presentata davanti al giudice Ilio Mannucci Pacini nella terza sezione penale.
Durante l’udienza, svoltasi a porte chiuse, la difesa ha formalizzato la scelta del rito abbreviato, che consente un processo più rapido e una possibile riduzione di un terzo della pena in caso di condanna.
Nel corso della seduta è stata discussa anche la richiesta della Casa del Consumatore di costituirsi parte civile, sulla quale il giudice si pronuncerà il prossimo 19 novembre. La sentenza definitiva è invece attesa per gennaio.
Le accuse della Procura
Secondo gli inquirenti, tra il 2021 e il 2022 Ferragni avrebbe promosso i prodotti dolciari facendo intendere che parte dei ricavi fosse destinata a enti benefici, mentre in realtà le donazioni sarebbero state fissate a importi predeterminati, indipendenti dalle vendite effettive.
La Procura parla di un presunto vantaggio economico complessivo superiore ai due milioni di euro.
La linea della difesa
La difesa dell’imprenditrice respinge con decisione ogni accusa, sostenendo che non vi sia stata alcuna condotta fraudolenta e che Ferragni abbia agito in buona fede, adempiendo inoltre agli obblighi imposti dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
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