L’Inter continua a vincere in Champions League. I nerazzurri hanno battuto oggi, mercoledì 5 novembre, i kazaki del Kairat Almaty per 2-1 grazie ai gol di Lautaro Martinez nel primo tempo e di Carlos Augusto nel secondo. Nel mezzo il momentaneo pareggio di Arad. Chivu trova così la quarta vittoria in altrettante giornate della massima competizione europea e mette un’ipoteca, almeno, sulla qualificazione ai playoff. L’Inter con questi tre punti si porta infatti a 12 punti, raggiungendo in testa alla classifica di Champions League Bayern Monaco e Arsenal e piazzandosi al terzo posto per differenza reti. Il Kairat rimane invece a quota 1.
Sembra un copione annunciato, eppure la partita, per l’Inter, è meno semplice di quanto San Siro si aspettasse. Il Kairat si mostra spregiudicato, con un pressing aggressivo e un modulo offensivo che mette qualche pensiero inatteso alla retroguardia nerazzurra. Il gioco, in ogni caso, è in mano all’Inter fin dai primi minuti, ma il turnover di Chivu, che lancia Zielinski e Frattesi a centrocampo, ci mette un po’ a carburare. Per la prima occasione bisogna infatti aspettare il 10′: Dimarco calcia dall’interno dell’area e trova la respinta del portiere del Kairat Anarbekov, che si supera sul colpo di testa seguente di Lautaro Martinez. Al tentativo seguente di Pio Esposito, preferito a Bonny al fianco dell’argentino, segue al 18′ un episodio chiave: un difensore dei kazaki atterra Bisseck in area e l’arbitro assegna calcio di rigore all’Inter.
La gioia però dura poco: dopo un check con il Var il direttore di gara viene richiamato al monitor e annulla il penalty. Il pericolo scampato dà coraggio al Kairat, che si ricompatta dietro e si fa vedere dalle parti di Sommer. Edmilson impegna il portiere nerazzurro di testa, ma è Satpaev ad avere l’occasione più grossa della partita kazaka, colpendo la traversa da fuori area. L’entusiasmo ospite però si spegne al 45′, quando arriva il vantaggio nerazzurro: Lautaro Martinez sfrutta una palla vagante in area, dopo il tentativo di testa di Esposito, ribattuto da un difensore del Kairat, e firma il vantaggio nerazzurro con cui si chiude il primo tempo.
Il copione non cambia nella ripresa, con l’Inter che fa la partita e sfiora il raddoppio con Esposito. Il giovane talento nerazzurro calcia da fuori area ma trova una grande parata di Anarbekov, ancora decisivo per salvare i suoi. Al 55′ poi, ecco il miracolo kazako: sugli sviluppi di un calcio d’angolo arriva il clamoroso pareggio del Kairat, che approfitta della passività della difesa dell’Inter per andare a segno con il colpo di testa del capitano Arad.
La reazione dell’Inter è rabbosa. San Siro alza i decibel e la squadra risponde: al 65′ Esposito si inserisce bene in area rubando il tempo al marcatore ma il suo tentativo di destro è respinto dal portiere kazako. Sulla ribattuta Sucic colpisce il palo di testa. L’appuntamento con il gol è rimandato di soli due minuti: al 67′ Carlos Augusto riceve palla al limite dell’area e calcia con il sinistro, trovando l’angolino sulla sinistra di Anabekov e riportando i nerazzurri in vantaggio. Il resto della partita è un dominio meneghino, con l’Inter che sfonda sugli esterni e ritrova Thuram, al rientro dall’infortunio. Ed è proprio l’attaccante francese a sfiorare il tris all’84’ di testa, non trovando il gol per centimetri. Termina quindi 2-1 a San Siro.
Christian Chivu a Prime Video:
“Il primo responsabile sono io, mi prendo tutte le colpe perché non sono riuscito a trasmettere l’importanza della gara. Qualcuno l’ha anche sottovalutata, ma non credo più di tanto. Anche io l’ho sperimentato da giocatore, quando si gioca ogni tre giorni è sempre difficile calarsi nella realtà di una partita così, con un avversario che sulla carta sembra inferiore. Mi prendo i tre punti, serviva tanto di più per fare una prestazione che ci avrebbe permesso di stare più tranquilli. Tutto qua”.
Però si impara da queste serate.
“Per me è una lezione, e lo è per tutti: devo fare meglio per trasmettere la determinazione e l’atteggiamento giusto”.
Domanda di Maicon: questa partita mi ha ricordato quella col Rubin Kazan in casa ai nostri tempi.
“Stavo pensando proprio a quella, mi è venuto in mente qualcosa. A vedere la gara di oggi, il fatto di non essere riusciti a sbloccarla prima e a chiuderla poi ha fatto apparire qualche fantasma. Loro sono sempre rimasti in partita, ci hanno messo in difficoltà. Abbiamo fatto fatica a trovare le giocate giuste, spesso avevamo una costruzione a tre e tornavamo dal portiere senza mai dargli un appoggio. Abbiamo fatto fatica a esprimere il nostro gioco, a esprimere ciò che avevamo preparato. Ora sono l’allenatore e le responsabilità sono mie: potevo fare meglio. Io ci metto la faccia, loro lo sanno perché sono bravi ragazzi, maturi e intelligenti. Capiscono cosa non è andato bene oggi. La presa di coscienza del gruppo? Allora ho ragione io”.
C’era un patto con Lautaro per farlo giocare?
“Un giocatore credo che non si permetta mai di venire a dirmi di giocare, sono stato io ad avere questa idea di farlo giocare 45′. So quanto è importante per un attaccante uscire dai brutti pensieri giocando, poi lui da capitano e trascinatore ha fatto gol e siamo tutti contenti. Ma io sono stato più contento quando ha fatto quella scivolata vicino al calcio d’angolo: questo è lo spirito che devono avere tutti. Il calcio è anche felicità, è un gioco, non bisogna vedere i fantasmi. Lui come tanti altri sono imporanti, bisogna giocare col sorriso”.
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