Finale scudetto, Olimpia sconfitta in gara 3 a Bologna

Il fattore campo decide anche Gara 3. Bologna conquista la vittoria 69-61, approfittando di una partita che è puntualmente combattuta come ci si aspettava e l’Olimpia non riesce a interpretare nel modo giusto in attacco, tradita da percentuali basse, troppo, sia da due che da tre. Sono quelle insieme ad alcune palle perse gratuitamente a impedire la rimonta quando Milano è finita sotto dopo un avvio promettente. La partita si è messa subito in salita perché Shields con due falli ha dovuto fare dentro e fuori e non ha trovato ritmo se in qualche sporadica fiammata. In attacco solo Billy Baron ha segnato con una certa continuità. Non abbastanza per vincere a Bologna. L’Olimpia resta avanti 2-1 nella serie. Gara 4 è in programma venerdì 16 a Bologna.

IL PRIMO QUARTO – L’Olimpia parte con due triple, di Baron e Napier, scatta 6-0, poi la partita rientra nei binari dell’equilibrio. Ad accendere la Virtus in attacco sono due triple di Marco Belinelli, poi quella di Teodosic al suo ingresso in campo certifica la prima parità a quota 13. Milano riparte subito, con una tripla di Ricci in un primo quarto molto poco fluido da ambedue le partite. L’Olimpia si costruisce diverse seconde opportunità catturando otto rimbalzi in attacco, ma le sfrutta poco perché Shields commette subito due falli lontano dalla palla, ha percentuali basse (6/19 complessivo) e lascia sul tabellone tre tiri liberi su quattro. Così alla fine del periodo è avanti 17-15.

IL SECONDO QUARTO – Pajola con un jumper dalla media e poi due tiri liberi prima impatta e poi porta Bologna avanti per la prima volta. L’Olimpia smette di segnare, anche a Melli dopo Shields fischiano il secondo fallo. Riparte con la terza tripla di Baron, ma è l’unico canestro dei primi cinque minuti. La difesa può tenere ma fino ad un certo punto, specie con Shields e Melli in panchina. Un canestro ravvicinato di Jaiteh e poi una tripla di Hackett creano il break a favore di Bologna, sul 26-20, con time-out di Coach Messina. Al rientro, la Virtus prova a scappare via, due volte vola a più nove. L’Olimpia tenta di superare il momento. Baron segna due tiri liberi e un lay-up, poi con un assist a tutto campo manda a schiacciare Shields ricucendo a meno cinque dopo otto minuti. Un gioco da tre ancora di Shields, in campo con due falli, riporta Milano a meno due. Ma l’ultimo giro di attacchi premia Bologna. Hackett segna un fade-away e poi un tiro libero guidando la Virtus al 33-29 di metà gara.

IL TERZO QUARTO – Il periodo parte in salita perché a Shields fischiano subito il terzo fallo. Coach Messina prova a lasciarlo in campo inserendo Hall per sottrarlo alla marcatura di Teodosic. Ma il problema restano le percentuali, troppo basse per restare a contatto, così dopo quattro minuti Bologna allunga sul più 11. Due triple consecutive di Devon Hall riportano l’Olimpia a meno sette, ma qualche palla persa non permette di sostenere la rimonta in una gara dal punteggio basso. L’ultimo canestro lo segna Belinelli, Milano non riesce a rispondere e dopo tre periodi è sotto 52-42.

IL QUARTO QUARTO – Il vantaggio di Bologna tocca i 12 punti. L’Olimpia non è brillante e allora prova a restare aggrappata alla partita con l’orgoglio, anche giocando con quattro esterni, Shields da 4 nominale, ma Hall a marcare Shengelia. E’ lui segnando il primo canestro pesante della sua partita a riportare Milano sotto di sette punti. Dopo un canestro di Ojeleye, segna Melli al ferro forzando Coach Scariolo al time-out con cinque minuti da giocare. Nel momento di massimo sforzo, l’Olimpia non trova i canestri della rimonta e deve arrendersi anche dopo due triple di Baldasso, 69-61.

Così Coach Ettore Messina ha commentato Gara 3 della finale scudetto: “La Virtus ha vinto una partita giocata con energie, fisicità, guidata da un grande Teodosic. Noi abbiamo giocato una gara non all’altezza, abbiamo tirato male, troppo da fuori, abbiamo perso troppi palloni. Mi sembra tutto evidente, poi nonostante questo siamo riusciti a rimanere in qualche modo agganciati alla partita, ma non abbastanza. E’ chiaro che Hackett e Pajola stanno mettendo grande pressione su Shabazz Napier: lui deve aiutarsi di più, noi dobbiamo aiutarlo più e meglio. Non credo che per le squadre ci sia una questione di stanchezza, penso più al fattore nervoso. La posta in palio è tanta, raramente qualcuno gioca più di trenta minuti, ma sono partite di grande tensione ed è complicato per chiunque segnare due o tre canestri di fila. Poi sono finali quindi non credo alla stanchezza, credo però alla tensione. Tutte e due le squadre hanno tratto energia dal pubblico, vediamo cosa succede adesso. I due falli di Shields? Ovviamente, non hanno aiutato, nel primo tempo a causa dei falli ha giocato solo sette minuti. E’ andata così. Nel primo quarto chiaramente avremmo dovuto capitalizzare di più. E’ successo a noi quello che è successo a loro in Gara 1, quando giocando meglio non avevano accumulato un vantaggio rassicurante. Così noi oggi”.