La striscia negativa è finita, l’incubo scivola via a Belgrado. E’ una piccola soddisfazione, ma in questo momento significa molto. L’Olimpia gioca una grande partita, intensa, per tre quarti anche ricca di qualità in attacco, poi resiste alla tradizionale rimonta della Stella Rossa. Ma nel momento più critico, prima Billy Baron mette una tripla su un gioco ben eseguito e poi Naz Mitrou-Long due tiri liberi che sono quelli che hanno chiuso la partita 71-67. Questa volta, il quarto periodo – fatale tante volte in questa stagione – viene gestito con determinazione contro una squadra che aveva vinto le ultime sei gare, era imbattuta con Coach Ivanovic, e sembrava spietata nelle rimonte.
IL PRIMO QUARTO – In un avvio inaspettatamente offensivo, la Stella Rossa usa il tiro da tre, tre triple consecutive di cui di Luca Vildoza, per cancellare il primo 5-0 di Milano. La squadra di Coach Ivanovic segna quattro triple dei primi sette minuti di gara, ma l’Olimpia risponde colpo su colpo, con otto punti di Devon Hall e il lavoro interno di Brandon Davis. Milano parte 16-12, poi al primo giro di cambi allunga sul 23-16 con un “power move” di Hines e poi una tripla dall’angolo di Ricci, costruita da uno scarico di Davies. Poi da un rimbalzo d’attacco, sulla sirena, Baron centra la seconda tripla che chiude il periodo sul 26-16 Olimpia.
IL SECONDO QUARTO – Una tripla di Mitrou-Long e poi una strepitosa schiacciata volante di Kyle Hines amplificano il vantaggio dell’Olimpia che tocca i 15 punti, nel momento in cui a favore della Stella Rossa gioca solo la situazione falli. Con il bonus bruciato presto, e l’avversaria senza penalità, Petrusev e Holland usano viaggi in lunetta per accorciare il divario. L’Olimpia si rimette in moto con un contropiede condotto da Voigtmann e concluso da Baron. La Stella Rossa arriva a meno nove, poi Davies, con una tripla e due tiri liberi che si procura rubando palla a metà campo, restituisce a Milano 14 punti di vantaggio. Baron li conserva mettendo due tiri liberi su tre a 1.2 secondi dalla fine, per il 43-29 Olimpia.
IL TERZO QUARTO – Una tripla di Melli scava subito il massimo vantaggio per l’Olimpia, 17 punti, ma la Stella Rossa risponde con un parziale di 6-0 approfittando anche dei tre falli di Davies e Luwawu-Cabarrot e il bonus bruciato ancora in appena tre minuti. Milano però risponde, con un jumper di Luwawu-Cabarrot dalla media e poi una tripla di Baron per il nuovo più 16. Due volte il distacco raggiunge i 18 punti, ma nella bolgia infernale del Pionir la Stella Rossa trova le energie per andare all’assalto. Segnano da tre sia Bentil che Petrusev, Nedovic mette due tiri liberi, ad Hines fischiano anche il quarto fallo. L’Olimpia si ferma in attacco, sulla sirena ci sono quarto fallo di Luwawu-Cabarrot e tre tiri liberi per Bentil. Alla fine del periodo è 57-49.
IL QUARTO QUARTO – Un tap-in di Nicolò Melli ripristina i 10 di vantaggio in una sequenza di possessi in cui l’Olimpia si affida alla difesa che riempie l’area e ostruisce le linee di passaggio. I primi quattro minuti difensivi sono uno spettacolo. Con un jumper di Ricci sopra Nedovic e una tripla di Baron dall’angolo, l’Olimpia completa un 7-0 che le assicura il nuovo più 15. Ancora Petrusev dall’angolo e Vildoza con una tripla riavvicinano l’Olimpia che paga anche il quarto fallo di Davies (tecnico per simulazione). La Stella Rossa si riporta a meno nove con 3:16 da giocare. In successione arriva il quinto fallo di Hines, poi anche quello di Luwawu-Cabarrot, mentre un gioco da tre punti di Nedovic riduce ancora il margine a quattro punti. Petrusev dalla lunetta firma il meno due, parziale di 7-0. Dal time-out, però, l’Olimpia esce eseguendo bene il gioco che libera al tiro Baron per la tripla del più cinque a 59 secondi dalla fine. La risposta a 25 secondi dalla fine è un missile da dieci metri di Nedovic. Ma Mitrou-Long è di ghiaccio e mette i due liberi che chiudono la partita, 71-67.
Così Coach Ettore Messina ha commentato la vittoria di Belgrado: “Abbiamo meritato di vincere dopo aver guidato per tutta la partita contro una squadra in grande forma, che è cresciuta molto in queste ultime settimane. E’ stata una grande vittoria. All’inizio del quarto periodo, quando eravamo un po’ stanchi probabilmente, abbiamo sbagliato qualche buon tiro, ma lì la nostra difesa è stata eccezionale, e ha vinto la partita per noi. E’ stata una vittoria che aspettavamo, spero ci dia fiducia per il futuro. Sono contento per i nostri giocatori, che hanno sempre dato tutto, e siamo ancora senza Shavon Shields e Kevin Pangos, e Gigi Datome anche. Billy Baron ha segnato un grande canestro alla fine. Voglio chiarire che abbiamo perso tante rimonte subendo rimonte, nel finale, e poi abbiamo forse ancora una piccola possibilità di raggiungere l’ottavo posto e non possiamo permetterci di rinunciare a un punto, a un canestro. Per questo, avanti di quattro, ho chiamato il time-out. Non è stata certo mancanza di rispetto. Questo è un paese che capisce il basket, per cui credo sia chiaro, ma volevo ribadirlo”.
Sulla stagione: “Due mesi fa abbiamo vinto qui contro il Partizan, due giorno dopo abbiamo vinto a Monaco ed eravamo 3-1. Quella sera si è infortunato Shavon Shields. La partita successiva si è unfortunato Billy Baron, ed è stato fuori un mese, poi Kevin Pangos. Stiamo ancora costruendo la nostra chimica, non ce l’abbiamo. Lo scorso anno abbiamo avuto tanti infortuni seri, ma la stagione era vecchia di alcuni mesi, eravamo già una squadra. Quest’anno è successo tutto subito e in più avevamo sette giocatori impegnati agli Europei. E’ completamente differente”.
Sul significato personale: “E’ un sollievo. Credo du aver fatto bene in carriera, ma perdi nove partite e sembra che nulla conti più, quindi certamente è un sollievo. Non c’è pressione da parte della società. Il Signor Armani e il Signor Dell’Orco sono personale eccezionali, che ci sostengono anche personalmente e non mettono nessun tipi di pressione su di noi. Ma eravamo dispiaciuti noi, lo siamo ancora, ho ragazzi che magari giocano male ma giocano duro. E ogni tanto anche se hai sessant’anni e hai una bella carriera alle spalle, una pacca sulle spalle fa piacere”.