Come possono i nuovi acquisti cambiare le squadre in cui si trasferiscono?

Calciomercato

Oltre alle vacanze, uno dei momenti più emozionanti dell’estate è seguire le vicende del calciomercato, quando le squadre si preparano per la stagione successiva. Basta pensare a tutti i colpi di mercato che si sono verificati in questi ultimi anni in Serie A per rendersi conto di quanto un acquisto giusto o sbagliato possa influenzare il rendimento di una squadra

Anche se non basta un singolo giocatore a modificare radicalmente le sorti di una stagione, è interessante chiedersi cosa lasciano questi investimenti: sono sempre un miglioramento della rosa o possono diventare un problema se non vengono gestiti nel modo migliore? Per rispondere a questa domanda, andiamo a vedere la storia dei più grandi colpi (o flop) di mercato.

Quando l’ossessione del “grande colpo” diventa un incubo

Al termine di ogni stagione, indipendentemente dall’esito, il calciomercato1 è un periodo appassionante, perché rappresenta un nuovo inizio per le squadre e per le aspettative dei tifosi. Tuttavia non è sempre facile riuscire a trovare l’acquisto giusto. Ogni team ha precisi vincoli di budget ed esiste sempre il timore che il nuovo elemento si riveli un fallimento. Non tanto per le caratteristiche del singolo giocatore, ma magari perché non si riesce ad integrare con la società e gli altri membri della squadra.

Se questo avviene, i supporter delusi iniziano spesso demoralizzarsi e a formulare il classico commento da bar “Sai quanti ne abbiamo visti di cosiddetti “campioni” che poi non hanno lasciato traccia?” e la situazione non fa altro che peggiorare.

Ma volendo per forza assegnare colpe a qualcuno a chi vogliamo attribuirle quando si verificano casi di campioni che non riescono a inserirsi al meglio all’interno di uno spogliatoio?

Un nuovo acquisto può modificare in meglio il rendimento di una squadra, ma deve essere aiutato a inserirsi nel nuovo ambiente. Questo comprende il giusto utilizzo a livello tattico, avere la fiducia del nuovo ambiente sportivo, mostrare compatibilità con il progetto tecnico del nuovo team. Sono aspetti fondamentali per evitare che un grande colpo si traduca in una delusione sportiva. In sintesi, vogliamo ribadire che il talento individuale non è sempre sufficiente, soprattutto se non è compatibile con le dinamiche, anche societarie, di un club.

Vlahović: prima le critiche e poi la svolta

Esistono poi storie uniche, che iniziano con problematiche e controversie e si concludono con un inaspettato happy end. Un esempio su tutti? Dusan Vlahović e il suo trasferimento mancato che si è trasformato in una vera benedizione.

Il calciatore serbo, al suo arrivo alla Juve, venne accolto come il grande colpo di mercato, ben pagato e considerato un punto di ripartenza per i Bianconeri. In realtà non è andata proprio così, almeno all’inizio del suo inserimento nella Juventus.

All’inizio è stato isolato tatticamente, poco servito, e spesso giudicato con troppa severità non solo dai colleghi, ma anche da tecnici e tifosi. La sua unica colpa era quella di non segnare abbastanza rispetto alle esigenze del team.

Poi però le cose sono cambiate radicalmente e Vlahović è diventato indispensabile2, soprattutto dopo l’arrivo di Allegri.

Improvvisamente, il problema dei gol è passato in secondo piano, e il giocatore si è dimostrato un calciatore capace di trascinare un’intera squadra e a spingerla a traguardi che erano stati irraggiungibili negli anni passati. Grazie a Vlahović, la squadra ha trovato un equilibrio che è fondamentale in questa disciplina sportiva. E così questo “colpo di mercato” è diventato davvero un valore aggiunto, anche se questo è avvenuto non immediatamente.

Romelu Lukaku e il ritorno in Serie A dopo la parentesi in Premier

Siamo convinti che un giocatore sia capace di cambiare una squadra, ma questo avviene solo se anche il club è disposto a cambiare per lui. Questa non è solo una frase d’effetto, e questa idea è stata confermata di recente da un giocatore che è passato per la serie A. Stiamo parlando di Romelu Lukaku.

È un calciatore dominante per atteggiamento mentale e prestanza fisica, capace di farsi notare fin dal suo periodo al Manchester United. Ma il vero salto di qualità per la carriera di Lukaku è stato l’arrivo all’Inter, dove si è realmente rilevato come un grande colpo di mercato. Le stesse incredibili prestazioni erano attese anche per il suo ritorno in Premier League tra le fila del Chelsea. In quell’occasione però si sono verificati dei problemi, che non sono stati legati alla prestanza fisica, perché Lukaku è rimasto un giocatore fisicamente esplosivo, in grado di farsi valere contro ogni avversario. Quello che è mancato è stato il suo impatto nella squadra, e la disponibilità del team di metterlo in condizione di dare il suo meglio all’interno della competitiva Premier League. Non è un caso che Lukaku abbia ritrovato se stesso solo dopo essere rientrato in Italia, confermandosi un giocatore di livello assoluto!

Esempi di un successo solitario: da Maradona a CR7

Esistono però delle eccezioni. Ci sono, infatti, dei giocatori che da soli sono riusciti a trasformare i destini di una squadra fino a condurla a traguardi insperati. Questa descrizione calza a pennello per Diego Armando Maradona e per il suo tremendo impatto avuto nel Napoli, di cui è diventato una leggenda assoluta. Per anni, prima del suo arrivo, il club aveva avuto pochissimo successo, era sostenuto da un pubblico vivace ma aveva faticato nel riuscire a raggiungere traguardi importanti.

E come non menzionare anche la figura di mister Paperon de Paperoni del calcio Cristiano Ronaldo3, il giocatore più pagato della storia del pallone. L’atleta nato a Madeira ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del Real Madrid. Lo dicono i numeri, con record storici, campionati vinti e Champions League. Ma lo dice anche il tipo di leadership indelebile che ha avuto nei nove anni della sua permanenza nel team spagnolo.

Due veri fuoriclasse che si sono messi al servizio delle rispettive squadre, raggiungendo i massimi obiettivi, con un team costruito per valorizzare al meglio le loro abilità.

E quando il colpo non fornisce i risultati sperati?

Oltre alle esperienze positive, c’è anche una lunga storia di acquisti deludenti in Serie A4, che è impossibile dimenticare. Lo sa bene la Roma con Iturbe, quello che doveva essere il nuovo fenomeno, ma che non ha mai davvero convinto. E lo sa anche il Milan che ha avuto non pochi problemi con De Ketelaere, Caldara e Bonucci. Tutti e tre sono stato solo una breve parentesi, finita male sulla panchina Rossonera. E come non ricordare Bellingham al Real Madrid o Leão al Milan, due giocatori che non hanno mai lasciato il proprio segno in squadra.

Tutto questo ci insegna che non tutti gli acquisti sono destinati ad avere successo, soprattutto se il loro inserimento in un team si rivela difficoltoso sin dall’inizio.

La psicologia del nuovo giocatore

Quando parliamo di sport, l’aspetto psicologico è importante. Un nuovo acquisto inevitabilmente produce un cambiamento di un equilibrio interno allo spogliatoio, modificando una situazione consolidata. Può diventare un elemento che non aggiunge valore al club, ma causa, invece, tensioni e gelosie. E quando queste non vengono gestite bene, i danni diventano evidenti.

Abbiamo parlato della grandezza di Cristiano Ronaldo al Real Madrid5, ma lo stesso campione ha causato malumori in casa Juventus. Durante il suo periodo italiano, il portoghese è stato spesso ai ferri corti con la Juve, ed è stato considerato una presenza ingombrante per molti compagni. Tuttavia, da campione qual è, è riuscito comunque a migliorare le prestazioni della rosa.

La verità è che spesso manca la pazienza. Viviamo nell’epoca della gratificazione immediata, del qui, ora e subito. I tifosi vogliono tutto, dai gol allo spettacolo, dal gioco offensivo ai risultati. E questo mette tantissima pressione a società e allenatori.

Osservazioni finali

A questo punto, possiamo chiederci di nuovo perché il calciomercato sia considerato un momento speciale per milioni di appassionati di calcio. La risposta è molto semplice in ultima analisi: perché il processo di acquisti e vendite che si rinnova stagione dopo stagione porta con sé una certa magia, mista a curiosità.

A quali giocatori è pronta a rinunciare una squadra? E soprattutto per fare spazio a chi? I nuovi acquisti di un team possono essere paragonati agli ingredienti di un buon piatto che si gusta al ristorante. Ogni ingrediente ha un sapore unico, ma se lo chef non trova il giusto bilanciamento, il sapore finale è nettamente peggiore di quello che si sarebbe potuto ottenere.

Metafore a parte, una squadra di calcio deve offrire armonia, fiducia, e chiarezza di gioco per i giocatori. Perché è vero che il talento serve, ma da solo non è abbastanza. Ogni volta che il calciomercato inizia, la curiosità di trovare nuovi “casi Vlahović alla Juventus”, e magari di offrire seconde possibilità a un giocatore in perfetto stile Lukaku, è sempre al massimo.

E chissà quale sarà il prossimo “colpo dell’anno” da prima pagina di cui parleremo tra qualche mese!

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