Da un lato ci sono le aziende che non riescono a trovare personale; dall’altro, i candidati che non ricevono risposte. Il mercato del lavoro italiano è stanco, in affanno, inefficiente, e troppo spesso prigioniero di processi lenti o discriminatori.
Secondo un rapporto di CNEL-Unioncamere, quasi un’impresa su due (48,5%) fatica a trovare profili adeguati, mentre quattro colloqui su dieci saltano prima ancora di cominciare (fonte: Cgia di Mestre, 2025). Un disallineamento che ha un costo enorme: 43,9 miliardi di euro all’anno, secondo un’analisi de Il Sole 24 Ore.
In questo contesto, una domanda sorge spontanea: e se i colloqui potessero farsi da soli? In qualsiasi momento e luogo, senza perdere tempo prezioso e senza discriminare nessuno?
È a partire da questa intuizione che WhatSJobs, startup spin-off dell’agenzia SkillsJobs che applica l’intelligenza artificiale al mondo del lavoro, portando la preselezione e il matching dei candidati direttamente su WhatsApp, ha deciso di affrontare il problema ribaltando le logiche del recruiting.
La sua risposta? Il Recruiter Vocale AI, un assistente intelligente che risponde al telefono 24 ore su 24. Fa domande, ascolta, registra, trascrive e riassume la conversazione: senza fretta, senza barriere, senza chiedere quanti anni hai o da dove vieni.
Un assistente vocale intelligente per chi cerca e offre lavoro
Dopo aver portato il pre screening automatizzato su WhatsApp con il bot scherzosamente soprannominato “lo stagista inaspettato”, tratto dall’omonimo film, ora, con l’assistente vocale intelligente, la startup compie un ulteriore passo avanti per rendere il recruiting più semplice ed etico.
“Molti parlano di AI nel recruiting, ma alla fine si tratta solo di bot con risposte preconfezionate,” spiega Paolo Cerra, fondatore di WhatSJobs. “Il nostro recruiter vocale è diverso: utilizza modelli linguistici avanzati, parla come un vero selezionatore e fa le domande giuste. Solo che lavora anche di notte, nel weekend e, soprattutto, non ha pregiudizi.”
Il sistema funziona così: il recruiter vocale risponde alle chiamate 24/7, pone domande strutturate su esperienze e competenze relative alla figura ricercata, registra e trascrive integralmente ogni conversazione, generando un report completo, consultabile nel CRM aziendale.
La tecnologia, basata su un modello di intelligenza artificiale proprietario, è stata addestrata su una knowledge base HR specifica e riduce fino al 90% i tempi di preselezione, generando in tempo reale una shortlist dei soli candidati realmente in linea con le esigenze aziendali su competenze tecniche e soft skill.
In questo modo, ogni azienda può configurare il proprio recruiter virtuale con domande personalizzate o utilizzare un profilo generalista, mentre i dati vengono gestiti in totale sicurezza e trasparenza.
Un passo ulteriore verso il recruiting etico
Il sistema non chiede età, sesso o nazionalità, mantenendo la filosofia anti-discriminatoria ereditata da SkillsJobs e introduce una regola di trasparenza: le aziende devono dichiarare la retribuzione sin dall’inizio.
“Ha senso far percorrere 50 chilometri a un candidato se poi lo stipendio è la metà di quanto si aspetta? Meglio pochi colloqui, ma mirati”, afferma Paolo Cerra.
Inoltre, è importante sottolineare che il recruiter vocale non sostituisce gli HR, li affianca, liberandoli dalle attività ripetitive e dai tempi morti, così da poter tornare a concentrarsi sulle persone e non sui processi. La scelta finale resta sempre al recruiter umano, lo smart recruiter serve solo a ottimizzare i tempi.
Job&Orienta 2025: il debutto ufficiale
Il Recruiter Vocale AI sarà presentato in anteprima nazionale dal 26 al 29 novembre a Job&Orienta 2025, la Fiera del Lavoro di Verona, dove WhatSJobs parteciperà come espositore.
All’interno del Padiglione Lavoro e Alta Formazione – Percorso Rosso, il team sarà presente con Paolo Cerra, lo sviluppatore principale e lo psicologo del lavoro che collabora allo sviluppo del sistema di valutazione comportamentale.
Durante la fiera, studenti, imprese e visitatori potranno provare dal vivo il recruiter vocale, simulare un colloquio per capire meglio come la tecnologia possa ridurre bias cognitivi e tempi di selezione, rendendo il recruiting più etico ed inclusivo.
Scopri di più da GazzettadiMilano.it
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.



























































