Uil Lombardia interviene al convegno del Movimento 5 stelle sul tema del lavoro dal titolo “CON QUALE LAVORO, PER QUANTO LAVORO”. Il segretario generale della Lombardia Enrico Vizza parte dalla piattaforma che i sindacati unitariamente avevano predisposto durante la durante la pandemia: fondamentali lavoro, pensioni, sanita’ e fisco .
<<Ci avevano spiegato che con le modifiche dell’art. 18 dello statuto lavoratori, contro cui noi scendemmo in piazza, si sarebbe creato più lavoro e meno precariato. Il risultato è che nel primo semestre 2023 nella ricca Lombardia si sono registrate 700 mila nuove assunzioni, il cui 50 % è precario e non stabile. Si sbandiera cosi tanto che la Lombardia partecipa con oltre il 22 % al Pil nazionale senza mai aggiungere che quel PIL prodotto è anche figlio di lavoratori e lavoratrici che nella nostra regione, lavorano con forme di precariato. Ma alla Regione non importa, non ha il coraggio e credo nemmeno la capacità di intervenire con una legge regionale come quella spagnola>>.
Il focus è e resta la contrattazione. Aspetto questo che i numeri affossano in maniera definitiva: 10 milioni di lavoratrici e lavoratori hanno il contratto scaduto con piattaforme sindacali rivendicative presentate e senza rinnovo. La conseguenza è che il potere di acquisto delle famiglie si è notevolmente ridotto con l’inflazione, che anche se è scesa sotto le due cifre, ha eroso i salari. Ecco perché c’è la ferrea convinzione che si debba implementare la contrattazione anche quella di II Livello, sia nel privato quanto nel pubblico, che nel nostro paese raggiunge solo il 20 % dei lavoratori.
Si devono rafforzare gli strumenti di decontribuzione e di welfare contrattuale anche attraverso il sistema bilaterale che in Italia ha una storia di oltre 100 anni.
<<Ultimamente, – continua Vizza – va di moda la parola “partecipazione” dei lavoratori nell’ impresa. Qualcosa che a me pare più uno slogan, specie se consideriamo che oltre il 90 % delle imprese è sotto i 10 dipendenti. Pensiamo ai contratti invece. Numeri alla mano dei Contratti nazionali depositati al Cnel solo 229 sono sottoscritti da Cgil Cisl e Uil, mentre 950 da sindacati non confederali o da soggetti che non rappresentano manco se stessi a cui il Governo strizza l’occhio e li porta ai tavoli di confronto. E a casa nostra questi sono contratti pirata, senza tutele e diritti>>.
Proprio in virtù di questo aspetto la UIL ha rimesso al centro, nei giorni scorsi, la proposta di una discussione sulla rappresentanza e rappresentatività, che misuri tutti, anche le associazioni datoriali davanti a numeri che parlano da soli: in Italia le tre principali organizzazioni Sindacali UIL CGIL e CISL rappresentano oltre 11 milioni di iscritti …su oltre 22 milioni di lavoratori. E parlare di contratti e rappresentatività, porta il numero uno della UIL Lombardia a parlare di salario minimo
<<Sul salario minimo per legge, – conclude Vizza – la UIL è sempre espresso una posizione chiara: si. E’ uno strumento del quale si è persa una grande occasione anche nella discussione del CNEL. Il salario minimo deve coincidere con i minimi contrattuali dei contratti maggiormente rappresentativi (ecco l’importanza dei contratti e della rappresentatività. Poi è strano che il governo dica che sono per la contrattazione e per i contratti e chiama al tavolo del confronto sindacati che firmano contratti condannati dalla magistratura perché sono contratti pirata. Ho assistito a dibattiti con rappresentanti di associazioni datoriali che negavano il salario minimo e sostenevano la contrattazione, quella che poi non rinnovano. E oggi, davanti abbiamo davvero un grosso problema: i giovani e il lavoro. E assistiamo, da più parti solo a slogan>>.