L’arte per la pace in Big Santa Marta sabato 25

L’arte che racconta e costruisce pace. È questo il tema di fondo della performance della giapponese Aya Oguma, una dei sette artisti che operano a Tokyo con la tecnica le kintsugi, l’antica arte di riparare la ceramica con l’oro, che si terrà a Milano- con il titolo Le Nuove Radici’ – sabato 25 ottobre 2025, allo Spazio BIG Santa Marta, in via Santa Marta 10 (metro Cairoli), dalle ore 18 alle 20 (ingresso libero, rinfresco con vini e prodotti food siciliani). Aya Oguma interverrà questa volta non su ceramica, ma su un’opera in alluminio che riproduce una versione moderna di una Testa di Moro siciliana realizzata dall’artista Issen.ten. Si tratta di una delle 1000 immaginisorta di racconto visivo – realizzate da Issen.ten (progetto ‘Il Risveglio della Dea), in collaborazione con un’intelligenza artificiale conversazionale.

In questo caso, la Testa di Moro non è più simbolo di vendetta e sangue, ma segno di forza, cura e rigenerazione. Nel corso della kermesse, sarà inoltre possibile ammirare due opere in ceramica esempi concreti che testimoniano la forza dell’antica arte del kintsugi e la sua capacità di rigenerare la materia come la memoria: un piatto tradizionale giapponese riparato con la tecnica del kintsugi e la Testa di Moro siciliana in ceramica di Domenico Boscia restaurata da Oguma, dopo che si era rotta accidentalmente mentre era esposta a Tokyo, nel villaggio Italia, in occasione della tappa del Tour Mondiale del Vespucci. L’artista nel 2024 l’ha riparata e la nuova versione dedicata al tema della pace, è stata poi ufficialmente presentata al Padiglione Italia in occasione di Expo Osaka 2025 dal titolo Progettare la società futura per le nostre vite”.

L’evento milanese si inserisce nel programma internazionale ‘Kizuna: crepe che uniscono popoli – Kintsugi tra Sicilia e Giappone’, progetto della Fondazione Made in Sicily Museum, con il sostegno di Assessorato Beni culturali e identità siciliana della Regione Sicilia: si svolge dal 23 al 25 ottobre 2025 tra Palermo e Milano, unendo le due culture, siciliana e giapponese, con incontri, workshop ed esposizioni: un ponte tra Oriente e Occidente, tra tradizione e innovazione, tra memoria e futuro. La Fondazione Made in Sicily Museum è impegnata infatti nel valorizzare l’identità culturale siciliana raccontando le sue radici nel mondo contemporaneo. La sua missione è trasformare la memoria e la tradizione dell’isola in strumenti di dialogo internazionale, unendo arte, design, artigianato e innovazione.

Le nuove radici’, in particolare, segna una prima assoluta: la prima presenza in Europa di Aya Oguma e la prima volta che la tecnica del kintsugi tradizionalmente applicata alla ceramica viene estesa a un nuovo supporto, in questo caso una stampa su alluminio. Un gesto rivoluzionario che rende il kintsugi un linguaggio contemporaneo, sul tema della rinascita e della bellezza, in dialogo con la ricerca concettuale di Issen.ten. Non solo: Oguma effettua una riparazione non su una ceramica rotta, ma il gesto tecnico viene applicato su una immagine integra, simbolicamente riparandone le rotture interiori.

Il lavoro di Aya Oguma a Milano rimarrà esposto fino a sabato 1 novembre 2025 (orario 14-20) e on site la performance sarà riproposta con un video dell’evento live. Lo stesso video sarà disponibile su Instagram @ilmadeinsicily.

«La nostra ideaspiegano gli ideatori e curatori artistici, Giovanni Callea e Davide Morici, rispettivamente presidente e vicepresidente della Fondazione è quella di una revisione dei codici culturali che nel tempo rischiano di trasformarsi in cliché privi di significato. L’intervento manuale in oro di Aya Oguma trasforma la frattura in un atto poetico e simbolico, riparando la rottura emozionale che si cela dietro la leggenda della testa di moro. Nel farlo, l’artista rivede i suoi stessi codici, perché un intervento su alluminio, volto a riparare una ferita reale, ma invisibile, sarebbe impensabile per il kintsugi tradizionale

«Il kintsugi non è solo riparazionecommenta Aya Oguma –, ma un punto di vista sulla bellezza stessa: è la perfezione a renderci belli, o le nostre imperfezioni? Portarlo oltre la ceramica significa aprire nuove possibilità di dialogo tra culture e generazioni.»

Il significato di Kizuna lo spiega Giovanni Callea: “E’ una parola bellissima, è la fonetica di un kanji (un ideogramma), questo il simbolo: I kanji esprimono concetti complessi, in questo caso significa legame. Un legame profondo e intenso tra le persone, apparentemente labile perché non è connesso con l’essere vicini (in questo caso è riferito a popoli distanti oltre 10.000 km), è il legame forte tra le persone, la cosa che ci unisce, che è sottostante l’affetto, amicizia, e che rende solidi i rapporti, ma che implica anche reciproca assunzione di responsabilità. Abbiamo scelto questo titolo perché tutte le attività che faremo inclusa quella di Milano prevedono delle azioni artistiche che rielaborano i reciproci codici culturali, per farlo da entrambe la parti hanno messo in discussione i propri paradigmi e si può fare solo perché alla base c’è più che affetto c’è appunto un legame (kizuna). Il nome è anche un silenzioso gesto di affetto da parte nostra ad Aya, un modo di dirle che siamo più che amici, siamo legati da gesti artistici che stiamo realizzando assieme. I giapponesi sono molto sensibili e molto attenti a questi codici, alle cose sussurrate, alla delicatezza nei messaggi. Il titolo per lei non è solo un titolo, è un riconoscimento da parte nostra del processo che abbiamo attivato insieme. Non dici ad un giapponese: sono molto legato a te. Glielo dimostri. Quindi il titolo scelto è anche una comunicazione alla nostra amica. Il nostro legame nasce con la testa di moro citata, che Aya ha riparato per noi in un anno di lavoro e da sconosciuti passo dopo passo siamo diventati amici. Nel realizzare l’opera abbiamo dato un senso culturale al processo che abbiamo avviato entrambi convinti di concluderlo in qualche settimana, ci ha invece visti impegnati per un anno di lavoro, e quando abbiamo finito non volevamo che finisse (un’altra sfumatura di kizuna). La cosa che mi affascina dei kanji e della raffinatezza della cultura giapponese è che i giapponesi usano un simbolo che ho dovuto argomentare con 10 righe, e a loro basta una parola”.

Partner

L’evento milanese è realizzato in collaborazione con BIG Broker Insurance Group e Ciaccio Arte.

ABOUT

Aya Oguma
Aya Oguma è un’artista giapponese specializzata nella tecnica del kintsugi contemporaneo, l’antica arte di riparare ceramiche con l’oro trasformata in linguaggio artistico. Oguma tiene periodicamente corsi di Kintsugi a Tokyo e le sue opere, esposte in Giappone e all’estero, esplorano il concetto di rigenerazione, in cui la frattura non viene nascosta ma resa simbolo di bellezza e rinascita. Conosciuta per l’uso innovativo dei materiali, che la spingono oltre i confini del Kintsugi tradizionale, e nota per la sensibilità poetica delle sue installazioni, Oguma collabora a progetti internazionali che intrecciano tradizione e sperimentazione; tra questi la collaborazione con il percorso artistico il Made in Sicily dove ha curato la riparazione di una Testa di Moro in ceramica realizzata dal Maestro Domenico Boscia, e l’intervento sull’opera Grani di Pace presentata a Expo 2025 Osaka.

Issen.ten
Issen.ten è un artista che opera in collaborazione con un’intelligenza artificiale conversazionale per la realizzazione di un racconto visivo composto da 1000 immagini, intitolato Il Risveglio della Dea. L’identità umana dietro il progetto rimane volutamente ignota, per lasciare spazio alla forza narrativa delle immagini. Il percorso esplora temi universali come la paura, la trasformazione e la ricerca di amore e libertà. Strutturato in tre atti, ciascuno con un’estetica visiva distinta, il progetto si colloca nel panorama internazionale con collaborazioni artistiche e partecipazioni a fiere e mostre d’arte.


Fondazione
Made in Sicily Museum

La Fondazione con sede a Palermo realizza la missione di trasformare la memoria e la tradizione siciliane in strumenti di dialogo internazionale unendo arte, design, artigianato e innovazione attraverso mostre, installazioni e progetti condivisi, su scala internazionale. Ha all’attivo iniziative a Los Angeles, Tokyo, Singapore, in occasione del Tour Mondiale del Vespucci nel 2025 ed Osaka in Occasione di Expo 2025, ed attività a Chicago, Rotterdam, Amburgo, Berlino. La Fondazione mette al centro il concetto di radici: un legame profondo che non è solo ritorno al passato, ma spinta verso il futuro. Dalle ceramiche alle arti visive, dai prodotti enogastronomici alle performance, ogni iniziativa diventa testimonianza di come la cultura siciliana sappia generare connessioni globali e visioni nuove interagendo con altre culture ed identità.


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