Camici, per gli inquirenti fornitura trasformata in donazione dopo puntata di Report.

Camici appesi lungo un corridoio dell'ospedale pediatrico Giannina Gaslini, a margine dell'inaugurazione del nuovo blocco chirurgico dell'ospedale, Genova, 02 aprile 2014. ANSA/LUCA ZENNARO

Non sarebbe stata una donazione ma una fornitura quell’offerta di camici e altro materiale per un valore di 513 mila euro, durante l’emergenza Covid, da parte della Dama, società di cui la moglie del governatore lombardo Attilio Fontana detiene una quota e che è gestita dal cognato.

E’ uno dei primi dati acquisiti nell’inchiesta della Procura di Milano che vede indagati il cognato di Fontana, Andrea Dini, e il dg di Aria spa, la centrale acquisti della Regione, Filippo Bongiovanni. Oggi proseguono le audizioni di testimoni.

Le indagini del procuratore aggiunto Romanelli, e dei pm Filippini, Furno e Scalas, ipotizzano la “turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente”.

Dai primi elementi acquisiti, tra cui fatture, nota di credito, documento di offerta, storno delle fatture, ma anche da dichiarazioni raccolte, sarebbe emerso che l’offerta di Dama ad Aria e il successivo ordine non era una donazione, ma un contratto di fornitura. Il sospetto degli inquirenti è che la trasformazione della fornitura in donazione sarebbe stata simulata e sarebbe avvenuta solo perché la trasmissione ‘Report’ aveva iniziato ad interessarsi alla vicenda. Tanto che gli inquirenti legano lo storno delle fatture del 22 maggio ad una precedente intervista del 15 maggio di ‘Report’ a Fontana.