Essere amministratore di condominio significa molto di più che gestire bilanci, convocare assemblee o firmare contratti con fornitori.
Significa guidare una comunità di persone verso il bene comune. Per riuscirci, la qualità che più di ogni altra caratterizza un buon amministratore è la capacità di mantenere l’equilibrio.
Senza equilibrio non c’è gestione sana: le decisioni rischiano di oscillare tra eccessiva rigidità e totale improvvisazione.
L’amministratore deve saper armonizzare esigenze diverse, trovare compromessi intelligenti e soprattutto guidare il condominio come un “equilibrista” che, pur camminando su un filo sottile, riesce a mantenersi saldo.
L’importanza dell’equilibrio
Un condominio è un microcosmo sociale: decine di persone con visioni, età, stili di vita e priorità differenti devono convivere nello stesso spazio e prendere decisioni condivise. Senza equilibrio, questo sistema collassa.
Le aree principali in cui un amministratore deve esercitare la sua dote di equilibrista sono quattro:
- Velocità e attesa
- Breve e lungo periodo
- Reattività e proattività
- Innovazione e tradizione
Vediamole una per una.
Velocità e attesa
Nella vita condominiale convivono “tartarughe” e “lepri”: persone che preferiscono prendersi tempo e altre che vogliono soluzioni immediate. Un amministratore deve mediare tra queste due spinte.
Agire troppo in fretta rischia di generare conflitti o scelte affrettate; agire troppo lentamente può paralizzare la vita condominiale. La saggezza sta nel capire quando è il momento di accelerare e quando invece occorre rallentare per includere tutti.
Un condominio non è una gara a ostacoli, ma una maratona: vince chi arriva insieme al traguardo.
Breve e lungo periodo
Molti amministratori cadono nella trappola della gestione emergenziale. Si concentrano solo sul presente: la caldaia da riparare, il tetto che perde, l’ascensore bloccato.
Certo, le emergenze vanno affrontate, ma se la gestione si riduce a questo si rischia di non costruire nulla. Un bravo amministratore deve avere anche una visione di lungo periodo, capace di guidare scelte strategiche.
Esempi:
- non limitarsi a sostituire pezzi guasti, ma pianificare un piano di manutenzione triennale;
- non pensare solo al costo immediato, ma calcolare il risparmio energetico e i benefici futuri.
Un condominio ben amministrato non guarda al domani, ma ai prossimi dieci anni.
Molti condomini valutano un amministratore in base a quanto velocemente risponde a un’emergenza. Questo è importante, ma non basta.
Il vero salto di qualità si ha quando l’amministratore diventa proattivo:
- introduce strumenti di monitoraggio per prevenire guasti;
- promuove incontri informativi per spiegare nuove normative;
- propone innovazioni prima che diventino obbligatorie.
Come diceva Kennedy: “Il momento di riparare il tetto è quando il sole splende”.
Innovazione e tradizione
L’ultimo equilibrio è tra passato e futuro. Ogni condominio ha una storia, decisioni prese in assemblea, regole consolidate. Cancellarle in nome della modernità sarebbe un errore.
L’amministratore deve rispettare la tradizione, custodire la memoria delle scelte fatte, ma allo stesso tempo introdurre innovazioni utili:
- strumenti digitali per le comunicazioni;
- progetti di efficientamento energetico;
- nuove modalità di partecipazione (anche online).
Innovare custodendo i valori: questa è la sfida.
L’amministratore equilibrista non impone, ma guida. Non accelera a tutti i costi, ma porta tutti insieme al traguardo. Non si limita a gestire l’oggi, ma costruisce il futuro.