Corte dei Conti, Giudizio di parifica del rendiconto generale della Regione Lombardia

La Corte dei conti parifica il rendiconto 2024 della Regione Lombardia.

L’esercizio – pur a fronte di un risultato di amministrazione positivo di 1,29 milioni, comunque incapiente rispetto agli accantonamenti, alle quote vincolate e agli investimenti – chiude con un disavanzo di 1,88 miliardi, interamente ascrivibile al debito autorizzato non contratto (c.d. DANC).

La cassa ordinaria registra una ulteriore contrazione, con un utilizzo sistematico e crescente della cassa sanitaria vincolata per esigenze di gestione ordinaria, in contrasto con il principio contabile che ne prescrive la temporaneità.

Tra il 2024 e i primi mesi del 2025, il prelievo complessivo dalla cassa sanitaria ha raggiunto 1,76 miliardi.
I residui attivi finali ammontano a 14,47 miliardi, mentre quelli passivi risultano conservati per quasi 24 miliardi. Il Fondo crediti di dubbia esigibilità è pari a 555,84 milioni (18 per cento in più rispetto al 2023), mentre il Fondo Svalutazione Crediti totalizza 619,48 milioni.

La Regione non contrae nuovo debito nel 2024, un’operazione di mutuo è attesa nel 2025.
Il debito residuo per mutui ammonta a 1,25 miliardi, con un ammortamento annuo di 140,42 milioni.

Una quota di 41,72 milioni è impropriamente registrata nei capitoli del perimetro sanitario destinato ai LEA.

La relazione non fa riferimento alla programmazione economico finanziaria rinviando l’analisi al prossimo Documento Programmatico di Bilancio Regionale.

Il patrimonio immobiliare regionale comprende 313 beni per un valore contabile di 848,51 milioni, esclusi i beni concessi in uso ad enti e società e alle aziende sanitarie. Per la gestione, alienazione e valorizzazione degli immobili la Regione si avvale di ARIA S.p.A., che nell’esercizio non ha concluso procedure di alienazione.

Sul fronte delle risorse idriche, la Lombardia detiene il 27 per cento della potenza idroelettrica italiana con 74 Grandi Derivazioni per 1.200 gigawatt di potenza nominale
media annua. Di queste, 20 hanno concessioni scadute e 38 scadranno al 31 marzo 2029 e andranno adeguatamente rinegoziate.

Il campionamento degli atti di spesa, utilizzando metodologie statistiche appropriate su determinate categorie, conferma irregolarità procedurali. In due casi su 30 sono stati riconosciuti incentivi al personale in assenza dei presupposti di legge.

Sono oltre 115.833, per un costo annuo di circa 6.657.168.151,59 euro, i dipendenti
dell’Amministrazione regionale, degli enti e delle società regionali e delle aziende sanitarie.

In netta crescita la spesa per le segreterie politiche (307 unità) di Giunta e Consiglio che supera i 10 milioni di euro.

La gestione delle partecipate regionali evidenzia profili di rischio: Autostrada Pedemontana
Lombarda Spa, nonostante un forte indebitamento (oltre 1,1 miliardi), continua a registrare perdite di esercizio.

Il costo per km della tratta sale a quasi 52 milioni. Finlombarda Spa presenta un
indebitamento di 461 milioni e amministra 603 milioni di fondi regionali, in parte investiti in
strumenti finanziari. La Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica ha dismesso la
partecipazione in NMS Group Spa, ma resta esposta verso la Regione per 5,8 milioni, interamente accantonati a FCDE.

Particolarmente critica la gestione della società ARIA Spa, destinataria nel 2024 di anticipazioni per quasi 20 milioni, con una sola tranche rientrata a maggio 2025 per 7,4 milioni.

Da inizio 2025 sono stati già attivati ulteriori 75 milioni di anticipazioni, gravando per 35 milioni su una cassa ordinaria già in sofferenza.

Con riguardo agli amministratori delle società, il quadro normativo vigente non risolve il problema della determinazione dei compensi.

In ambito sanitario, la Regione non adotta nei tempi il bilancio di esercizio della Gestione Sanitaria Accentrata (GSA) e non ne consente l’esame corrispondente all’annualità del rendiconto. I residui passivi del fondo sanitario (16,6 miliardi) in gran parte destinati ai LEA, palesano la rigidità della spesa sanitaria.

Sui fondi strutturali europei (FESR e FSE) sia per il vecchio ciclo sia per il nuovo, i dati resi alla Commissione europea non coincidono con quelli del bilancio regionale.

Le discrepanze compromettono la valutazione dell’effettiva capacità di impiego delle risorse.

Nel confronto con le 11 regioni più sviluppate sulla base dei dati IGRUE, la Lombardia per il nuovo FSE si colloca al decimo posto per capacità di impegno, mantenendo il sesto posto per capacità di spesa; per il nuovo FESR si colloca quinta per capacità di impegno e seconda per capacità di spesa.

Per quanto riguarda il PNRR, la Regione, in qualità di soggetto attuatore, ha una dotazione di 859 milioni nel 2024, con un impegno pari al 68 per cento e spesa pari al 44,5 per cento.

Il ritardo nell’aggiornamento sulla piattaforma ufficiale ReGiS degli interventi finanziati contrasta e dilata i tempi di rendicontazione e i trasferimenti ai soggetti esecutori.

Quanto all’Assistenza Domiciliare Integrata, la presa in carico di almeno il 10 per cento degli over 65, è stata raggiunta con un anno di anticipo.

Solo il 21 per cento delle risorse impegnate nel 2024 risulta effettivamente pagato. Carenza organizzative e di personale sanitario, disomogeneità territoriale e prevalenza di soggetti privati tra gli erogatori, generano preoccupazioni per la sostenibilità del servizio e per la capacità del sistema sanitario regionale di farvi fronte.