Il TAR della Lombardia ha respinto il ricorso presentato da 82 cittadini e tre comitati, tra cui il Comitato Sì Meazza guidato dall’ex sindaco Luigi Corbani, contro il Comune di Milano, il Ministero della Cultura e quello delle Infrastrutture.
Il ricorso mirava a bloccare la cessione dello stadio San Siro e delle aree circostanti a Milan e Inter, contestando la data del vincolo storico sul secondo anello.
Il TAR ha ritenuto legittimo il parere della Soprintendenza, che fissa al 10 novembre 2025 la data di decorrenza del vincolo paesaggistico, basandosi sul verbale di collaudo provvisorio del 1955.
I giudici hanno evidenziato dubbi sull’ammissibilità del ricorso, anche per l’identificazione incerta dei ricorrenti.
Le valutazioni della Soprintendenza sono considerate espressione di discrezionalità tecnica, non sindacabili nel merito dal giudice amministrativo se non in casi di manifesta illogicità o errore tecnico.
La decisione sblocca le trattative per la cessione dello stadio, che dovrebbe concludersi entro fine luglio 2025, prima che scatti il vincolo.
Il prezzo di vendita è stato fissato a 197 milioni di euro dall’Agenzia delle Entrate.
Il vincolo non impedisce la demolizione del Meazza, che comunque non potrà avvenire prima del 2030, secondo quanto documentato.
Restano sullo sfondo le altre problematiche: l’esposto alla Corte dei Conti sulla valutazione e, soprattutto, gli accordi economici con i club (es. costi demolizione, claudola earn out, ecc) e la volontà politica di andare fino in fondo. La maggioranza, infatti, non sembra così compatta dato che i club non hanno soddisfatto tutte le richieste del Comune.
Il prossimo appuntamento sarà in Consiglio Comunale, dove l’amministrazione dovrà superare l’ultimo scoglio relativo alla maggioranza necessaria per deliberare la vendita. Superato anche quel problema, l’operazione San Siro potrà concludersi col rogito. A quel punto i club potranno annullare tutto soltanto se entro 120 giorni, o nel diverso termine pattuito, i lavori non potranno essere iniziati per motivi a loro non imputabili, come commenta su X l’Avvocato Felice Raimondo