Come ogni anno, la Lombardia si conferma come una delle regioni dove si consumano le attività illegali con il maggior impatto sul territorio, nelle comunità e negli ecosistemi. Una constatazione che può sembrare banale, considerando l’importanza della regione e più in generale del bacino padano nell’economia nazionale, ma proprio per il ruolo di questa regione è al tempo stesso un monito, per non abbassare la guardia e aumentare l’attenzione sia delle autorità, sia della società civile, come da sempre fanno i circoli di Legambiente nella regione e in tutta Italia.
Nonostante l’intensa ed efficace attività di magistratura e forze dall’ordine nel contrasto ai crimini ambientali, in Lombardia la criminalità ambientale continua a prosperare. I dati lombardi che emergono dal Rapporto Ecomafia 2025 di Legambiente (dati 2024), presentato questa mattina a Roma, confermano questa affermazione, evidenziando l’aumento dei reati nel ciclo del cemento, che passando da 880 a 1.009 (+ 14,6%) portano la nostra regione ad essere la quinta su scala nazionale per questo tipo di illecito penale, e facendo segnare il secondo posto (con 147 eco-delitti contestati nell’ultimo anno) nella classifica regionale dell’attività operativa in applicazione della L. 68/2015 (quella che ha introdotto i delitti ambientali nel codice penale).
“La fotografia che Ecomafia 2025 dà della Lombardia devono suonare come un forte campanello di allarme,” commenta Barbara Meggetto, Presidente di Legambiente Lombardia. “I massicci investimenti pubblici stanziati in Lombardia per la realizzazione di opere pubbliche, edifici e infrastrutture, grazie ai fondi del PNRR e in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 preoccupano soprattutto nel ciclo illegale del cemento, ma è in generale tutta l’attività di vigilanza e controllo a dover essere potenziata. Il nostro appello è anche ai cittadini, affinché vigilino sui loro territori rinforzando il loro senso di appartenenza e il rispetto per la natura.” |