La comunicazione del potere. Daniele de Bosis e la bottega dei suoi figli – TALK mercoledì 17 a Palazzo Reale

Il 17 gennaio 2024 alle ore 16.00 presso la Sala Conferenze di Palazzo Reale piazza Duomo 14, III piano, si terrà il talk “La comunicazione del potere. Daniele de Bosis e la bottega dei suoi figli”.

In occasione della recente pubblicazione del volume “Daniele de Bosis e la bottega dei suoi figli” della Dottoressa Claudia Ghiraldello da Umberto Allemandi editore, il talk intende aprire nuovi spunti di riflessione e di ricerca sulla rappresentazione del potere durante l’epoca viscontea prima e quella sforzesca poi.

Attraversando tre secoli di storia, dal XIII al XVI secolo, e analizzando i due case-studies di Palazzo Reale e del Castello di Pandino, si affronteranno i mezzi di comunicazione utilizzati dai Visconti e dagli Sforza, per veicolare il loro dominio su Milano e sui territori della Lombardia, stabilendo un nuovo centro di potere nel Nord Italia.

Le due chiavi di volta della comunicazione visiva viscontea-sforzesca sono state identificate nell’araldica e nei cicli pittorici, con cui le due dinastie avevano contrassegnato i luoghi di maggiore rilevanza politica e civile della città, in special modo le sedi del potere, gli imponenti palazzi e castelli, che andavano erigendo nei territori posti sotto il loro controllo.

Aprirà il talk l’intervento di Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, a ribadire l’attenzione sulla ricerca storico-artistica e le feconde collaborazioni che l’amministrazione porta avanti con studiosi, università e editori nell’ottica della valorizzazione degli istituti di cultura civici.

Seguirà l’intervento del dott. Riccardo Bosa, Vicesindaco del Comune di Pandino, che relazionerà sulla feconda collaborazione tra i due Comuni sui patrimoni di condivisa matrice.

Il dottor Domenico Piraina, Direttore Centrale della Cultura e Direttore di Palazzo Reale, illustrerà le ricerche scientifiche e le recenti pubblicazioni che illuminano la plurisecolare storia del Palazzo Reale, come sede di potere cittadino; coadiuvato dal Dott. Simone Percacciolo, Responsabile per la Valorizzazione e Promozione del Palazzo.

La Dottoressa Claudia Ghiraldello, esperta d’arte e autrice del libro, tratterà in modo monografico dell’artista tardogotico Daniele de Bosis e della bottega dei suoi figli, attivi tra XV e XVI secolo. Nella sua trattazione compaiono studi su moltissime realtà, per la maggior parte inedite.

Importante è il repertorio fotografico di cui il libro è corredato, un repertorio fotografico che, realizzato dalla stessa Ghiraldello, nella resa cromatica assai vivace cattura l’attenzione del lettore.

Il libro è arricchito da scoperte di affreschi sotto intonaco, nonché da decifrazioni iconografiche prodotte allo stesso modo dalla Ghiraldello. L’esperta d’arte effettua, infine, rivelazioni araldiche, il tutto gestito in un percorso accattivante che illustra il meritorio compito dell’artista di quell’epoca, un artista che, come dice l’autrice stessa, “fu costantemente in bilico tra immanenza e trascendenza” e seppe farsi portavoce “della comunicazione del potere del tempo”.

 

CENNI STORICI su Daniele de Bosis e figli:

Daniele de Bosis era di origine milanese, poi cittadino di Novara. Visse in un periodo che vide attivo come consigliere e tesoriere di Casa Savoia, quindi al servizio del Re della Francia nel Ducato di Milano, quel famoso biellese Sebastiano Ferrero alla cui corte la bottega del nostro Daniele ebbe prestigiosa committenza. Nel 1479, precisamente il 19 maggio, quest’artista venne chiamato dal Comune e dai Canonici di San Colombano di Biandrate per dipingere la cappella di Santa Maria e dei Santi Sebastiano e Fabiano. Daniele con i suoi compagni, l’8 dicembre 1490, fu poi addirittura convocato alla sfarzosa corte del ducato di Milano per progetti decorativi utili a porne in risalto la grandiosità delle imprese sia in ambito politico che dinastico. Detto ducato nel 1277 aveva visto al potere la signoria dei Visconti; Gian Galeazzo era morto nel 1402 quando i Visconti avevano raggiunto il titolo di duca di quella città. Questa dinastia avrebbe mantenuto il potere fino al 1447, anno della morte di Filippo Maria Visconti. A seguire il potere sarebbe passato agli Sforza. Proprio questo ducato milanese vide all’opera botteghe di artisti tra cui quella del nostro Daniele, botteghe che con il loro genio seppero catturare l’interesse del riguardante e magnificare le gesta della famiglia reggente il potere e proprio lì, a Milano, Daniele, sebbene esponente di un fenomeno culturale basato sull’impiego di evidenti formule tardogotiche, poté perseguire un personale aggiornamento. Il de Bosis ebbe tre figli, Arcangelo, Francesco e Giovanni Pietro. Sicuramente i primi due continuarono il mestiere del padre giostrandosi in un uso di formule stilistiche caratterizzate da volti a uovo, con lineamenti marcati; acceso l’uso del colore.