“Il racconto della stampa – Polizia e ordine pubblico tra percezione e realtà”, è questo il titolo del convegno che si terrà domani 10 ottobre a Milano, a partire dalle ore 8.30, presso l’Aula Magna del STLP della Polizia di Stato (via dell’Unione 5, Milano).
Organizzato da Fsp Polizia di Stato Lombardia, l’incontro raccoglierà i contributi di professionisti e rappresentanti istituzionali, a partire dal Sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, che in seguito si recherà anche in visita presso il Reparto mobile.
Oltre al Sottosegretario, e moderati dal Vice direttore del Tg4, Stefania Cavallaro, interverranno anche Maurizio Molinari, Editorialista di Repubblica; Pietro Senaldi, Condirettore di Libero; Fabrizio Lotti, Segretario generale aggiunto Fsp con delega all’Ordine pubblico; Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato. I lavori saranno introdotti dai saluti del Prefetto, Claudio Sgaraglia, del Questore, Bruno Megale e del Segretario Fsp Lombardia, Gaetano Marrone.
“Questo incontro giunge in un momento particolarmente calzante – afferma Mazzetti -, poiché le problematiche dell’ordine pubblico sono quantomai attuali e pesano come macigni di fronte alla mole di lavoro svolta dagli operatori di Polizia in un insostenibile susseguirsi di manifestazioni ed eventi ad alto rischio. Problematiche di cui davvero non si ha idea, che penso dovrebbero entrare a pieno titolo nella narrazione effettuata dai media rispetto ad una materia delicata da descrivere così come lo è da gestire. Abbiamo letto e ascoltato in queste settimane ricostruzioni di fatti, di cortei, di sfilate, di occupazioni, spesso tesi a ‘fotografare’ risvolti politici, sociali, addirittura emozionali delle persone coinvolte, ma mai, neppure una volta, dei poliziotti coinvolti”.
“Quando si racconta di eventi che riguardano l’ordine pubblico si ha una grande responsabilità – aggiunge Mazzetti – e non si può prescindere dall’analisi reale, appunto, di tutto quanto in premessa c’è alle spalle di un manifestante come di un poliziotto. Le ragioni, le condizioni, le intenzioni, le emozioni. Sono convinto che lo storytelling ad esempio di una settimana come quella appena trascorsa dovrebbe il più possibile prendere le distanze da una disumanizzazione della divisa, perché chi la porta non è un manchino da crash test. Si tratta di donne e uomini in carne ed ossa, stritolati da responsabilità che nessun altro si assumerebbe nelle stesse condizioni, dovendo adempiere al proprio dovere senza i mezzi adeguati, senza poter contare su regole operative certe e norme a garanzia della propria funzione ed incolumità, con tutto ciò che questo significa. Se all’infinita stanchezza di chi torna a casa dopo turni di lunghezza disumana, lacero, puzzolente e maciullato nel corpo e nell’anima, si aggiunge anche un ‘racconto’ che trascura, minimizza o addirittura giustifica o critica i sacrifici che ha dovuto sopportare per quattro spiccioli, allora sulle spalle di chi racconta graverà anche l’immensa frustrazione di quel poliziotto e un servizio incompleto o falsato nei confronti del pubblico”.
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