La mahalla uzbeka alla Biennale di Venezia, intervista all’Ambasciatore dell’Uzbekistan in Italia Otabek Akbarov.

Mai come oggi, l’edizione 2021 della Biennale di Venezia parla di culture lontane capaci d’interagire con le nostre strategie, usanze e crescite commerciale.

Tra i diversi padiglioni della biennale, non è passato inosservato quello dell’ UZBEKISTAN, uno Stato che ha molto da raccontare nelle tante dominazioni ma, sopratutto, ha tanto da insegnarci di come sono riusciti ad estrapolare, nel passaggio dei molti dominatori, l’aspetto interessante per la crescita all’insegna di una ACCULTURAZIONE.
La “Mahalla” è il fiore all’occhiello per Uzbekistan è la capacità di condividere culture, lingue, religioni e musica di popoli che con rispetto vivono l’uni vicino all’altro. In loro predomina la voglia di conquistare nuove sinergie industriali con i paesi europei iniziando con l’Italia.
Quale migliore occasione incominciare con la Biennale di Venezia, porta importante verso l’oriente, per far comprendere che l’ UZBEKISTAN non è solo una terra meravigliosa, un popolo intelligente, capace e laborioso ma, sopratutto, una nazione matura per diventare un gioiello imprenditeriola nel centro dell’Asia.
Traspare nelle intervista al vicepremier e Ministro del Turismo e dello Sport Aziz Abdukhakimov ed all’Ambasciatore Uzbeko in Italia Otabek Akbarov la positività nel tessere importanti accordi.
L’UZBEKISTAN è stato capace in pochi anni ad elaborare progetti con alcune Università Italiane riuscendo, sempre, a trovare una simbiosi fantastica tra due paesi lontani, diversi nelle loro culture ma geniali nel  creare nuove vie imprenditoriali senza calpestare i profumi e le bellezze delle proprie terre.

L’ UZBEKISTAN è il nuovo futuro!!

di Viviana Bazzani