Camera di Commercio Italia Uzbekistan, Giorgio Veronesi: Settore Oil & gas, opportunità di sviluppo.

di Gabriella Chiarappa

La Camera di Commercio Italia Uzbekistan come abbiamo avuto modo di constatare è un punto di riferimento per le realtà produttive e imprenditoriali italiane e uzbeke, l’obiettivo principale è quello di promuovere lo sviluppo delle relazioni economiche e commerciali tra Italia e Uzbekistan. Viste le importanti attività svolte, il proprio organico con il tempo si sta espandendo e potenziando con figure professionali in linea con le competenze richieste. Oggi parliamo di opportunità imprenditoriali nel settore Oil & Gas con l’ingegnere Giorgio Veronesi, responsabile di settore.

Ing. Veronesi in questo caso parliamo di Oil & Gas, una storia considerevole in Uzbekistan giusto?

Certamente, visto che l’Oil & Gas ha in Uzbekistan un’importante storia. Il primo giacimento di petrolio risale alla seconda metà dell’ottocento e nel 1907 iniziò ad operare la prima raffineria ad Alty-Arik. La produzione di petrolio crebbe nel tempo fino a raggiungere il picco di 8.5 milioni di tonnellate nell’anno 1998, seguito da una progressiva riduzione per utilizzo ed esaurimento dei campi di petrolio. Nel 2019 la produzione fu di soli 2.8 milioni di tonnellate, ed oggi l’Uzbekistan è un netto importatore.

Che mi può dire delle riserve di petrolio non tradizionale?

Esistono delle riserve importanti di petrolio non tradizionale (shale oil), valutate in 47 miliardi di tonnellate, di cui circa un quarto potenzialmente sfruttabilii, a cui aggiungere un 4% circa di gas associato. Sono in corso le prime attività di sfruttamento di questi depositi, che porteranno presto ad una produzione di 1 milione di tonnellate all’anno.

Le raffinerie del Paese?

Le tre raffinerie di petrolio del Paese sono a Ferghana (capacità nominale: 5,5 milioni di ton/anno),  Alty-Arik (la prima, 3,5 milioni) e Bukhara (2,5 milioni); gli impianti sono  operati al 30% circa e trattano anche quantità importate dal Kazakhstan via pipeline.

 

Le cose cambiano quando si parla di gas naturale, come?

La situazione del gas naturale è completamente diversa.  L’Uzbekistan è il più importante produttore della regione dell’Asia Centrale, le riserve disponibili sono notevoli ed in continua crescita grazie a recenti ritrovamenti.

Il gas naturale viene esportato (circa 12 miliardi di m3/anno) e viene utilizzato internamente per la produzione di energia elettrica in centrali a gas a ciclo combinato, che coprono la grande parte della generazione elettrica, in impieghi industriali e domestici.

L’energia elettrica viene esportata in vari paesi dell’Asia Centrale, in particolare Tagikistan, Kyrghizistan ed Afghanistan, in particolare quando la loro capacità di generazione idroelettrica è ridotta, nei mesi invernali.

 

Quali sono le opportunità?

La gestione del gas naturale, che avviene da parte dell’ente di stato Uzbekneftegaz, come per il petrolio, offre importanti opportunità.

Esiste un piano di aumento delle esportazioni, che comporta la realizzazione di importanti infrastrutture, in particolare nuove pipelines.

La rete di gasdotti del Paese, è notevole e misura 19 mila chilometri, collegando i giacimenti ed i centri di trattamento del gas (CPF) al resto del Paese ed interconnettendo l’Uzbekistan con Russia, Turkmenistan, Kirghizistan e Kazakhstan. In Uzbekistan passa inoltre una linea del Central Asia-China gas pipeline, che collega il Turkmenistan e il Kazakistan alla Cina.

Dato che questo piano di sviluppo ha lo svantaggio di riguardare un prodotto il cui prezzo non è elevato, l’Uzbekistan guarda con maggiore attenzione alla valorizzazione del gas attraverso la sua trasformazione in loco, in particolare per la produzione di carburanti liquidi (GTL), intermedi chimici (MeOH) e materie plastiche (PE e PP).

 

Quali sono le attività per realizzare questa trasformazione?

Per realizzare questa trasformazione, l’Uzbekistan ha in corso molte attività di partnerships internazionale per lo sfruttamento ottimale dei campi, i finanziamenti internazionali con il supporto di Multilateral Development Agencies ed Export Credit Agencies e la realizzazione di impianti con tecnologie sofisticate.

Un esempio particolarmente rilevante, che riguarda direttamente l’Italia, è quello del nuovo impianto MTO (Methanol to Olefins), che sarà realizzato nel nuovo complesso gas to chemicals di Karakul, nella regione di Bukhara.

Il FEED (Front End Engineering Design), ovvero l’ingegneria di base del progetto, è attualmente in corso di esecuzione da parte della Wood Italiana a Milano. A valle di questo impianto verrà realizzata un’unità swing di polietilene a bassa densità/etilene vinil acetato (LDPE/EVA) con tecnologia della Versalis, gruppo ENI.

Il finanziamento dei progetti è in corso con il supporto della SACE, il che dimostra l’efficacia per un cliente uzbeko di un pacchetto combinato tecnologia + finanziamento.

 

Questi progetti costituiscono delle valide opportunità, per quali aziende?

Questi progetti, come gli altri che rientrano nel filone del gas to chemicals e del gas to power per la produzione di energia elettrica, rappresentano importanti opportunità per le società italiane che operano nel campo della componentistica, dove spesso sono riconosciute come leader a livello internazionale.

Le gare per la fornitura di apparecchiature e materiali seguiranno nel tempo, essendo legate alla fase EPC (Ingegneria, Acquisti e Costruzione) dei progetti, anche se a volte i Clienti, direttamente o attraverso le società di ingegneria, hanno già sondato il mercato per preparare stima e budget degli investimenti, coinvolgendo diversi fornitori.

Le opportunità pertanto ci saranno, ma l’ambiente sarà comunque competitivo, con la necessità di primeggiare tecnicamente, ma allo stempo tempo produrre offerte attrattive per i clienti, dal punto di vista dei prezzi e delle condizioni di finanziamento/pagamento.