Shakespeare da bar, da venerdì 7 a domenica 9 Otello, il Mercante di Venezia e Amleto al Teatro Carcano in un modello teatrale innovativo.

dal 7 al 9 ottobre 2022

SHAKESPEARE DA BAR
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OTELLO 7 ottobre ore 20.30

MERCANTE DI VENEZIA – 8 ottobre ore 20.30
AMLETO – 9 ottobre ore 20.30

da William Shakespeare
con Davide Lorenzo Palla
musiche e accompagnamento dal vivo Tiziano Cannas Aghedu
luci Salvo Manganaro
progetto artistico Tournée da Bar
regia Riccardo Mallus
produzione TDB Impresa Sociale in collaborazione con Teatro Carcano

Il moderno menestrello Davide Lorenzo Palla, dopo aver portato i suoi spettacoli teatrali nei bar di tutta Italia, approda in teatro con una trilogia shakespeariana tutta da gustare. I classici teatrali sono agiti, narrati e raccontati ed il pubblico è coinvolto e invitato a partecipare direttamente alla messa in scena. Il globe theatre 2.0 prende così vita in uno spazio che sta a metà tra il bar, il teatro ed il regno dell’immaginazione. Una trilogia unica nel suo genere ed in cui le tecniche del teatro di narrazione vengono applicate al grande classico e alternate a momenti di teatro popolare e partecipato per accompagnare il pubblico alla riscoperta di 3 grandi classici teatrali: Otello (07 ottobre), Il mercante di Venezia (08 ottobre), Amleto (09 ottobre).

Una insolita, avvincente trilogia shakespeariana in versione ‘one-man show’, nata dall’esperienza del progetto Tournée da bar portato avanti da TDB Impresa sociale, giovane e pluripremiata impresa culturale milanese creata e capeggiata dall’attore Davide Lorenzo Palla, che ha introdotto i capolavori del Bardo in luoghi inconsueti e informali come i bar e i locali di Milano e tutta Italia. Palla, unico attore-mattatore, è al centro dei tre diversi affreschi storici nei quali agiscono i personaggi shakespeariani, coadiuvato dagli storici sodali Riccardo Mallus, che firma le regie, e Tiziano Cannas Aghedu, prezioso
polistrumentista che commenta dal vivo le vicende in scena.

Il rapporto di collaborazione instaurato con il Teatro Carcano, avviato negli anni e consolidato grazie alla nuova direzione artistica, risulta particolarmente virtuoso, in quanto permette al progetto di raggiungere un palcoscenico storico e istituzionale nel centro della città andando così a chiudere il cerchio delle attività di audience engagement e audience
development tanto care all’ideatore del progetto:
“Credo che in questo periodo storico ci sia bisogno di tornare al racconto se si vuole sperare di avvicinare un pubblico che non va a teatro. Viviamo in un mondo dominato dalla tecnologia, in cui le persone passano gran parte del proprio tempo a fissare lo schermo luminoso di uno smartphone. Credo di fondamentale importanza proporre un modello comunicativo che trovi la propria forza nel rapporto umano: faccia a faccia e occhi negli occhi. Un modello comunicativo ancestrale che risuona familiare dentro ognuno di noi e per cui proviamo una strana e profonda nostalgia. Quello che noi facciamo, e che oggi qualcuno vede come un modello teatrale innovativo, secondo me è in realtà quanto di più tradizionale ci possa essere: raccontare una storia per condividere emozioni”.

Il progetto di Palla si inserisce all’interno di una linea di programmazione ideata e voluta dalla direzione artistica del Teatro Carcano. Nasce così una collaborazione che cerca di portare il pubblico giovane (tendenzialmente non molto avvezzo alla frequentazioni delle sale teatrali istituzionali) all’interno del Teatro Carcano per assistere a messe in scena agili e snelle ma dal forte impatto. Si cerca di partire dal coinvolgimento attivo degli spettatori e della cittadinanza per rilanciare un modello di teatro che possa essere vivo e partecipato.
Come spiega la direttrice artistica Serena Sinigaglia:
“Il nuovo Carcano vuole aprirsi alla città per conoscerla e farsi conoscere, sostenendo iniziative necessarie e trasversali come TDB. Vogliamo un teatro che prima di essere spettacolo sia scambio, incontro, corpo a corpo, vogliamo un teatro il cui fine ultimo sia la cura della persona e della qualità di relazione. Abbiamo un tessuto sociale da ricostruire, una grammatica dei sentimenti da reimparare, gesti di civiltà contro la barbarie. Crediamo che Tournée da bar possa contagiare di bellezza quante più persone possibili e riempire il teatro e i teatri di altro meraviglioso pubblico”

Una trilogia di spettacoli per tornare alla scoperta delle vicende narrate dal bardo ed in grado di conquistare il pubblico di ieri, oggi e domani grazie alla potenza universale delle tematiche trattate.

 

GLI SPETTACOLI


AMLETO
Un viaggio indietro nel tempo per indagare gli intrighi che si celano dietro ad uno dei più grandi classici teatrali di tutti i tempi. Riscoprire Amleto e i suoi dubbi esistenziali per domandarsi quali conseguenze si nascondano – oggi come ieri – dietro alla “non azione” e quanto essa possa paradossalmente finire per essere la più pericolosa delle azioni. Un capocomico e un musicista accompagnano il pubblico dentro la tragica ma avventurosa storia del principe di Danimarca, una storia fatta di dubbi, morte, tradimenti, amore, vendetta, fantasmi, follia, sogni, utopie e soprattutto di tanto teatro.
Lo spettacolo è narrato, recitato e in parte improvvisato; il pubblico è attivo e partecipe all’interno di una messa in scena dinamica che porta l’immaginazione dello spettatore a visualizzare frammenti di testo, pezzi di storia e immagini concrete che compongono il puzzle mentale di un uomo in conflitto con sé stesso e con il mondo che lo circonda. Un continuo susseguirsi di esilaranti rimandi meta-teatrali, per giocare con il teatro proprio come faceva Shakespeare.
Il repertorio musicale di riferimento è quello della dance elettronica anni 80/90 arrangiata ed eseguita dal vivo dal poli-strumentista in scena, il quale con l’ausilio di loop-station e strumenti elettronici è in grado di ricreare da solo l’atmosfera di una decadente discoteca dark di fine millennio, in cui anche l’animo umano può smarrirsi e rimanere ingabbiato nella paura che anche un semplice gesto possa compromettere l’anima più che l’immobilità dell’inazione.

IL MERCANTE DI VENEZIA
Il giovane mattatore Davide Lorenzo Palla racconta la vicenda di uno dei personaggi più famosi della storia del teatro: Shylock, l’ebreo più famoso di Venezia, che da potenziale carnefice diventa vittima di se stesso e di una giustizia che si bea di lui. Al fianco del moderno cantastorie, Tiziano Cannas Aghedu: un polistrumentista che da solo fa il lavoro di un’orchestra e che incornicia la vicenda in atmosfere musicali sempre diverse che si rincorrono fino al gran finale.
Lo spettacolo alterna soggettive di molti personaggi, principali e secondari, nobili e popolani – l’ebreo Shylock e il Mercante Antonio ma anche il Gobbo Lancillotto e la prosperosa Nerissa – che prendono vita nell’immaginazione del pubblico grazie alla narrazione, al coinvolgimento diretto degli spettatori, alla musica dal vivo e alla recitazione di alcuni brani shakespeariani.
Un’alternanza continua tra comico e drammatico in cui la fantasia degli spettatori vola libera nella Venezia del ‘500 andando alla ricerca della risposta alla domanda che infiamma e dà luce a questo capolavoro: Shylock ha torto o ragione? Il percorso di scrittura e rilettura del classico si avvale dei preziosi consigli di Moni Ovadia, di Pa-
squale Gagliardi della Fondazione Giorgio Cini, di Shaul Bassi e di Alberto Toso Fei, oltre che di momenti di osservazione dei luoghi in cui è ambientata la vicenda: in questo modo, attraverso l’osservazione diretta e lo studio della storia della Serenissima, le vicende descritte da Shakespeare vengono contestualizzate all’interno della Vene-
zia a cavallo tra XVI e XVII secolo. L’obiettivo dichiarato è creare, grazie anche all’immaginazione del pubblico, un affresco storico nel quale agiscono i protagonisti del capolavoro shakespeariano, così da poterli immaginare nell’ambiente nel quale lo stesso Shakespeare li ha immaginati.

OTELLO
Lo spettacolo prende vita da una considerazione: tutti conoscono per sentito dire il geloso Otello, ma forse non tutti possono dire di conoscere veramente la storia del grande combattente moro, che dopo essere stato circuito dal diabolico Iago arriva ad impazzire di gelosia e ad uccidere la bellissima e cara Desdemona, che tanto amava.
Come è potuto succedere? È proprio questa la domanda da cui è cominciato il nostro lavoro di riscrittura del classico e a cui abbiamo cercato di rispondere raccontando la storia nel più semplice dei modi e con i mezzi semplici ma potentissimi che abbiamo a disposizione: il racconto, la fantasia e l’immaginazione.
Lo spettatore è accompagnato ad immaginare eventi, dettagli e particolari di uno spettacolo che non c’è.
Un cantastorie contemporaneo porta lo spettatore a volare libero nello sconfinato mondo dell’immaginazione, interpreta tutti i personaggi, recita i versi di Shakespeare e subito dopo torna a raccontare la storia rivolgendosi direttamente alla platea. Il classico viene agito, raccontato e illustrato in un turbinio di situazioni e di atmosfere sempre nuove, evocate di volta in volta dal poli-strumentista in scena. Il repertorio musicale di riferimento è quello delle bande di paese: marce funebri e marce di festa che accompagnano la fantasia del pubblico durante tutta arrivare al tragico, e disperatissimo, gran finale.