Rivolte nelle carceri, Capone (Ugl): “Vergognoso il disinteresse del Governo. Più agenti di Polizia penitenziaria per sicurezza e legalità”. Cirielli (FdI): lo Stato ha perso il controllo, Bonafede si dimetta.

Il carcere milanese di San Vittore, 21 novembre2012. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
“L’UGL è vicina alla Polizia penitenziaria che in queste ore sta vivendo momenti di tensione all’interno delle carceri italiane. Il numero degli agenti è insufficiente a fronte di un sovraffollamento carcerario, tale da non consentire loro di fronteggiare in sicurezza le rivolte che possono verificarsi all’interno delle strutture. In tal senso, è vergognoso il disinteresse che il Governo ha dimostrato nei confronti delle forze di Polizia penitenziaria, cui è assegnato il gravoso compito di tutelare e garantire la legalità nelle carceri. Alla luce degli ultimi avvenimenti, in cui due agenti sono stati sequestrati da alcuni detenuti nel carcere di Pavia è ancor più necessario individuare degli strumenti legislativi per aumentare le pene a carico di chi compie reati contro le forze dell’ordine.” Lo ha dichiarato in una nota Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito alle numerose rivolte nei penitenziari per le restrizioni a visite con i familiari in seguito all’emergenza del Coronavirus. “Non dobbiamo aspettare il caso grave o estremo prima di agire. Il Governo, quindi, deve rivedere il sistema carcerario e garantire un maggior numero di forze dell’ordine per la tutela della sicurezza all’interno delle strutture”. 
“Le rivolte che si stanno verificando nelle carceri italiane sono inaccettabili e dimostrano che lo Stato non le controlla più”. A lanciare l’allarme è il Questore della Camera dei Deputati Edmondo Cirielli: “Noi, come Fratelli d’Italia, condividendo da sempre le preoccupazioni dei sindacati della Polizia Penitenziaria, abbiamo più volte chiesto l’abolizione immediata delle norme volute dal Pd a partire dalla vigilanza dinamica. Non solo. Ma, ripetutamente, abbiamo denunciato la mancanza di un adeguato sistema di difesa per gli agenti penitenziari come l’utilizzo del taser; l’assenza di carceri differenziate in base alla pericolosità dei soggetti, i quali, andrebbero divisi in base alla propensione ai reati di violenza contro le persone; così com’è rimasta inascoltata la proposta di aumentare il personale del Corpo della Polizia Penitenziaria che – come denunciato dalle sigle sindacali di categoria – registra una carenza organica di circa 4mila unità. Ciò che sta accadendo in questi giorni, inoltre, dovrebbe spingere Bonafede ad adottare pene esemplari straordinarie e immediate contro chi provoca le rivolte nei penitenziari. E, invece, finge di non vedere e non sentire. Se avesse un briciolo di dignità e non fosse attaccato alla poltrona unicamente per il potere, si dovrebbe dimettere subito, anche per rispetto delle vittime scaturite dalla sua incapacità di ricoprire la funzione di ministro della giustizia” conclude Cirielli.