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Giornate Fai d’Autunno, gli appuntamenti a Milano e Lombardia

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Oltre 700 luoghi eccezionali, solitamente non visitabili, poco conosciuti e lontani dai consueti itinerari turistici, saranno protagonisti delle Giornate FAI d’Autunno 2025, in programma sabato 11 e domenica 12 ottobre in 350 città, da nord a sud della Penisola. Torna per la quattordicesima edizione il grande evento di piazza che il FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni autunno al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: una festa diffusa – organizzata dalle Delegazioni FAI e dai Gruppi FAI sul territorio, con l’importante partecipazione dei giovani volontari – che conferma l’impegno della Fondazione nel promuovere presso la cittadinanza, più larga possibile, la conoscenza del patrimonio, ricchissimo e variegato, di storia, arte e natura del nostro Paese, per favorirne la tutela e la valorizzazione con il contributo di tutti, e così svolgere la sua missione di educazione culturale e civica (elenco dei luoghi aperti e modalità di visita consultabili su www.giornatefai.it).

 

Partecipare alle Giornate FAI d’Autunno non è solo un’opportunità per scoprire e per godere del patrimonio che ci circonda, ma anche un modo concreto per contribuire alla sua cura e alla sua valorizzazione attraverso l’attività del FAI; ad ogni visita si potrà sostenere, infatti, la missione della Fondazione con una donazione. L’edizione di quest’anno è un’occasione speciale per celebrare i cinquant’anni dalla nascita del FAI, fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli.

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Le Giornate del FAI rappresentano da decenni una sorta di alleanza esemplare e feconda tra cittadini virtuosi: quelli che hanno una sincera voglia di conoscere e approfondire la storia e le vicende di questo nostro straordinario paese, e gli altri loro concittadini – in questo caso le migliaia di ferventi volontari del FAI – che tali proposte immaginano e dispongono perché possano essere, due volte ogni anno, il contenuto di una civile e variegata offerta culturale. Li unisce un comune progetto dove si semina assieme per un futuro migliore; dove sia chi dà che chi riceve – cioè entrambi – svolgono quel ruolo sussidiario a fianco a quello delle istituzioni pubbliche che fa bene a tutti, che fa bene al Paese. Il FAI offre un’opportunità di conoscenza e quindi di crescita; i cittadini, raccogliendo e accettando questa proposta, offrono con la loro partecipazione quella indispensabile forza per continuare a realizzarla, ma anche e soprattutto il sostegno necessario per portare avanti la nostra missione, in particolar modo scegliendo di iscriversi alla nostra Fondazione. Le Giornate del FAI sono una buona novella che felicemente, tra tante notizie spaventose, si ripete. Non risolve certo i problemi del mondo ma lenisce il nostro dolore quotidiano e ci ridà un poco di speranza verso la possibilità di una convivenza civile; con un’alleanza tra simili che semina pace. ” ha dichiarato il Presidente del FAI Marco Magnifico.

Le Giornate FAI d’Autunno sono organizzate nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Ottobre del FAI”, attiva per tutto il mese. A chi desideri partecipare all’evento verrà suggerito un contributo libero, che andrà a sostegno della missione e dell’attività della Fondazione.

Le Giornate FAI d’Autunno si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). Partecipare alla visita con una donazione significa sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Ogni Iscritto al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potrà beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture dedicate. Sottoscrivere la tessera FAI significa diventare parte di un grande progetto e rappresenta un atto d’amore per l’Italia.

Ecco alcune delle aperture più interessanti a MILANO e in LOMBARDIA:

Milano
TORRE GIOIA22
Inaugurata nel 2024, GIOIA22, detta “la Scheggia di vetro” nello skyline di Milano, ospita ospita Isybank e le Divisioni Insurance, Private Banking, Asset Management, appartenenti ad Intesa Sanpaolo. Sorge a Porta Nuova, il quartiere dell’innovazione milanese emergente, non lontano dalla Stazione Centrale e accoglie 3.000 lavoratori. Progettata e disegnata dall’architetto Gregg Jones dello Studio Pelli Clarke & Partners, è un modello di architettura innovativa e sostenibile, con soluzioni ingegneristiche di avanguardia in termini di illuminazione, acustica e comfort degli spazi e il 65% del fabbisogno energetico prodotto da fonti rinnovabili. Alto 121 metri, la sua iconica facciata inclinata a sud-est è resa possibile dalla presenza di pilastri obliqui rispetto alla verticale, che consentono una torsione a X all’intera struttura. L’appellativo “Scheggia di vetro” deriva dalla sua caratteristica forma che protende verso il parco Biblioteca degli alberi, piacevole area verde di Milano.
OPEN CARE APRE CAVEAU E LABORATORI: CUORE SEGRETO DELL’ARTE 
Open Care ha sede nello storico complesso industriale dei Frigoriferi Milanesi in via Piranesi. La posizione era strategica: vicino allo snodo ferroviario di Porta Vittoria, al Mercato Ortofrutticolo, di cui resta la bella Palazzina Liberty, e al Macello Comunale. L’area del Mercato, dismessa nel 1965, fu trasformata nel 1968 in Largo Marinai d’Italia dall’Arch. Caccia Dominioni. Open Care è l’unica società in Italia a offrire servizi integrati per la conservazione, gestione e valorizzazione di opere e collezioni d’arte. I Frigoriferi Milanesi, “Fabbrica di ghiaccio e magazzini refrigeranti”, erano un importante polo industriale per la produzione del ghiaccio destinato alla conservazione degli alimenti che arrivavano al Mercato ortofrutticolo e al Macello comunale. Il ghiaccio veniva venduto a pezzi anche di casa in casa fino all’avvento dei frigoriferi domestici negli anni ‘50. Negli anni ‘70 l’area fu riconvertita dalla famiglia Cabassi in deposito per beni preziosi. Dal 2003 ospita Open Care, centro per la gestione e il restauro di opere d’arte, con il Caveau, il più grande deposito privato d’arte in Italia e uno dei più importanti al mondo. Il complesso dei Frigoriferi Milanesi, formato da tre edifici principali (Palazzo dei Frigoriferi, Palazzo del Ghiaccio e stecca su via Piranesi), si è evoluto in base ai bisogni cittadini, diventando un centro culturale polifunzionale. Nel 2002 lo studio 5+1 architetti avvia il progetto di riqualificazione. Primo intervento: il Caveau (2003), un labirinto ipogeo di 8.000 mq per beni di valore, con laboratori di restauro e servizi di art consulting nei piani superiori. Seguono la ristrutturazione dell’edificio Stecca (2005), riconoscibile per la facciata rossa retroilluminata, e il restauro del Palazzo del Ghiaccio, trasformato in spazio per eventi. Il progetto ha dato un’identità forte al complesso, giocando sul contrasto tra bianco e nero, con elementi rossi a segnalarne la presenza urbana. Completato nel 2009, oggi ospita enti e realtà legate all’arte, alla cultura e alla formazione. Le Giornate d’Autunno permetteranno la visita eccezionale ad alcuni laboratori di restauro e al caveau, uno spazio di 8.000 mq ancora oggi destinato al deposito di oggetti, ma anche di abiti e accessori di alta moda.
PALAZZO LITTA
Rilevante esempio di architettura barocca e di barocchetto lombardo, Palazzo Litta oggi ospita gli uffici milanesi del Ministero della Cultura. Si colloca in un contesto fortemente urbanizzato, con l’ingresso principale affacciato su una delle vie più importanti della città, corso Magenta. Costruito tra il 1642 e il 1648 e un tempo custode di uno dei giardini più belli di Milano, è stato per secoli il centro della vita sociale e politica dell’alta società milanese, cuore di fastosi ricevimenti, incontri di corte ed eventi mondani legati alle nobili famiglie Arese, Visconti Borromeo e Litta che lo abitarono. Acquistato nell’Ottocento dalla Società per le Ferrovie dell’Alta Italia, future Ferrovie dello Stato, in seguito alla privatizzazione dell’Ente ferroviario divenne proprietà del Demanio e, dal 2007, la parte monumentale è gestita dal Ministero della Cultura. Il progetto del nucleo seicentesco di Palazzo Litta è di Francesco Maria Richini, tra i principali architetti del barocco lombardo. Il cortile d’onore, a pianta quadrata e porticato sui quattro lati, è uno splendido esempio di cortile milanese del Seicento. Un secondo cortile, detto “dell’orologio”, ospita un oratorio trasformato nel secondo Settecento in un teatro ancora oggi esistente e attivo. Dallo scenografico scalone “a forbice”, opera di metà Settecento di Carlo Giuseppe Merlo, si accede al piano nobile, su cui affacciano sale a volta riccamente decorate: la Sala Rossa dai preziosi damaschi; il Salone degli Specchi, uno degli esempi più originali dell’ebanisteria rococò milanese; la Sala Gialla; il boudoir con tappezzerie in seta cinese e mobili originali del 1700.
DLA PIPER
Riservato agli iscritti FAI       

La sede milanese dello studio legale DLA Piper si trova in piazza della Borsa, a due passi dal Duomo, all’interno di quello che fu il Palazzo del Banco di Roma (noto oggi come Palazzo Edison), costruito tra il 1938 e il 1941 nel distretto degli Affari. La sua costruzione si inserisce nell’ambito delle “sostituzioni edilizie” avviate a fine Ottocento dal Piano Beruto e proseguite durante il regime fascista, che prevedevano un riordino urbano attraverso lo sfoltimento dell’abitato, l’ampliamento delle strade già esistenti e la creazione di nuove piazze. Così da conferire al centro storico un carattere monumentale adeguato al ruolo di centro finanziario. Costruito dall’architetto Cesare Scoccimarro nella centrale Piazza Edison, in un lotto di forma triangolare, presenta all’ingresso un torrione a facciata concava su cui domina un bassorilievo raffigurante la Lupa che allatta Romolo e Remo, mentre sui due lati di Via Bocchetto e Via della Posta sono raffigurate la Dea Roma e Sant’Ambrogio. Nel 2015 l’edificio è stato oggetto di un profondo intervento di riqualificazione: gli interni sono stati rinnovati per accogliere le esigenze degli attuali uffici, mentre sono state restaurate e preservati gli elementi architettonici di maggior pregio, quali gli esterni, i fregi e la scala decorata a mosaico. Il palazzo è ora sede di alcune aziende, tra cui DLA Piper, studio legale internazionale, presente in più di 40 paesi e specializzato in tutte le aree del diritto d’affari. In occasione delle Giornate FAI sarà eccezionalmente possibile accedere a spazi normalmente chiusi al pubblico. La visita seguirà un percorso verticale: dall’ingresso al piano terra si salirà fino al settimo piano, dove dalla terrazza si godrà di una magnifica vista a 360° sulla città, e poi di nuovo giù fino al piano – 4, per percorrere il labirintico rifugio antiaereo. Un itinerario che unisce presente e passato, tra architettura monumentale, memorie storiche e panorami unici.
PALAZZO CUSANI  
Oggi sede della rappresentanza della NATO a Milano nonché del Comando Militare Esercito Lombardia, Palazzo Cusani sorge nell’antico quartiere di Brera. Fu ereditato nel Seicento dall’influente famiglia Cusani, che ne fece una fastosa residenza nobiliare. Venduto in seguito al Regno d’Italia che vi insediò il Ministero della Guerra, l’edificio subì diverse ristrutturazioni, la più importante nel 1700. La bella facciata realizzata dall’architetto Giovanni Ruggeri, fra il 1712 e 1719, celebra il prestigio e la fortuna della famiglia. Gli interni conservano ancora oggi integre al piano nobile la maggior parte delle decorazioni settecentesche. Vi si ammirano un cortile, uno scalone di stile richiniano e una fronte neoclassica che affaccia sul giardino, a paraste e lesene. All’interno è conservata un’interessante quadreria ottocentesca e un grandioso Salone delle Feste ornato da un affresco allegorico di Giovanni Angelo Borroni di foggia tiepolesca; gli arredi in parte provengono da Palazzo Reale e in parte da Ca’ Morosini di Venezia. Oltre al cortile d’onore, in occasione delle Giornate FAI si visiteranno il piano nobile, con il salone delle Feste, la sala del Caffè, degli Intarsi, delle Allegorie, delle Divinità, dell’Ingegno, tutte sale con volte affrescate, stucchi dorati, bellissime specchiere e mobili di pregio, splendidi esempi di decorazioni neoclassiche. Una particolarità del palazzo è custodita nella facciata posteriore del palazzo, dove sono incastonate tre palle di cannone scagliate dalle artiglierie di Radetzky durante le Cinque giornate di Milano.
DOLCE & GABBANA BEAUTY (VIA KRAMER)
Riservato agli Iscritti FAI       
Nel quadrante est di Milano, subito fuori dalle mura spagnole, vide la luce alla fine del XIX secolo il monastero benedettino del Santissimo Sacramento, successivamente danneggiato durante i bombardamenti su Milano nel corso della Seconda Guerra Mondiale e ricostruito nel 1953. A un secolo dagli eventi bellici, nello storico edificio ottocentesco di via Kramer in cui ancora oggi dimorano le monache di clausura, nasce nel 2023 la sede della neocostituita Dolce&Gabbana Beauty. La sede che si ammira oggi è il frutto di un importante intervento di recupero e di riqualificazione architettonica e l’armonica commistione di antico e moderno si apprezza negli uffici e negli spazi di rappresentanza. Qui, rivestimenti in quarzite nera e marmo di Candoglia fanno da tappeto alla lunga galleria culminante in una cappella in cui è presente la statua di Sant’Ignazio Martire (opera di Pietro Ferroni datata 1811-12), in prestito dal Duomo di Milano nell’ambito dell’iniziativa di mecenatismo “Adotta una Statua” promossa dalla Veneranda Fabbrica del Duomo in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano. Un’opportunità per valorizzare statue non più in opera sul Monumento rendendole nuovamente fruibili, con lo scopo di avvicinare la cittadinanza ai bisogni della Cattedrale. Sulla navata a piano terra si affacciano quattro sale identiche con ancora evidenti le persistenze strutturali delle originali pareti in mattoni e soffitti alti sei metri. Sul fianco destro dell’imponente corridoio, a chiusura dell’antico chiostro di clausura, sono installati dei serramenti fissi con vetro cannettato, chiusi da un grande cancello in ferro. L’eccezionalità dell’apertura consiste nella scoperta di una realtà imprenditoriale globale, ma con radici meneghine, che muove i suoi primi passi all’interno di un bene storico. Un interessantissimo esempio di rivalutazione del tessuto storico milanese attento al suo passato ma con una visione internazionale e rivolta al futuro.
LA FONDAZIONE RENZO PIANO AL POLITECNICO   
Visitare il Politecnico significa non soltanto scoprire una delle realtà accademiche più prestigiose in Italia, ma anche compiere un excursus nella storia dell’architettura milanese a partire dagli anni Venti del Novecento, quando il Campus Leonardo fu fondato. Oltre via Bonardi si estende l’ampliamento del Campus, sviluppatosi a partire dal secondo dopoguerra. Comprende edifici realizzati durante la presidenza di Piero Portaluppi con il primo nucleo della Facoltà di Architettura, gli edifici progettati sotto la guisa di Gio Ponti, come i celebri “Trifoglio” e “Nave”, passando per il completamento della Scuola di Architettura Urbanistica di Vittoriano Viganò, fino ad arrivare alle ultime trasformazioni coordinate da Renzo Piano. La Fondazione Renzo Piano ha inaugurato nel 2022 una nuova sede nel cuore del Campus Leonardo, al primo piano dell’edificio “Nave”: un centro di documentazione, ricerca e incontro. Lo spazio ospita una biblioteca, il fondo “Archivio Renzo Piano 1964-1977” e ambienti flessibili dedicati a laboratori, studio, incontri e lezioni. Nata per avvicinare in maniera diretta i giovani all’esperienza di oltre sessant’anni di “fare architettura” di Renzo Piano e dei suoi collaboratori, la Fondazione custodisce e mette a disposizione del pubblico gran parte dei progetti e dei modelli dell’architetto.
CAMPUS BOCCONI
Il Campus Bocconi sorge in un’area della città che unisce storia e trasformazione. Qui si trovava già la sede storica dell’Università, all’interno di una zona industriale profondamente riqualificata, oggi divenuta polo di innovazione e architettura contemporanea. Il sito che oggi ospita anche il nuovo Campus Bocconi ha origini profonde: l’asse portante è l’Edificio Sarfatti, progettato da Giuseppe Pagano e inaugurato nel 1941, simbolo dell’architettura razionalista italiana. Negli anni l’ateneo si è ampliato con la Biblioteca e l’Aula Magna di Giovanni Muzio (1965), il cosiddetto “Velodromo”, realizzato su progetto di Ignazio Gardella, Pietro Castelli Ferrieri e Antonio Cassi Ramelli (2001), e l’edificio di via Röntgen firmato da Grafton Architects (2008), che ha vinto il World Building of the Year. L’ultimo tassello è appunto il campus progettato da SANAA, inaugurato nel 2019, che ha ridisegnato l’area dell’ex Centrale del Latte, confermando la vocazione della Bocconi a dialogare con la città e a innovare sul piano architettonico e urbano. Gli edifici storici, con i loro materiali sobri e linee essenziali, offrono una base identitaria forte, cui si sono affiancate soluzioni architettoniche sempre più audaci: spazi avvolgenti, volumi sospesi e trasparenze che dissolvono i confini tra interno ed esterno. Questa progressione stilistica racconta la tensione costante della Bocconi verso l’innovazione, senza dimenticare le proprie radici. La visita in occasione delle Giornate FAI accompagnerà i partecipanti dal rigore razionalista dell’Edificio Sarfatti, cuore storico dell’Ateneo, fino alle visioni avveniristiche che hanno ridisegnato il campus negli ultimi decenni, come l’imponente edificio di via Röntgen e le linee leggere e trasparenti del complesso progettato dallo studio giapponese SANAA.
CASA CORBELLINI-WASSERMANN – GALLERIA MASSIMO DE CARLO
Ingresso riservato agli iscritti FAI

Casa Corbellini-Wassermann sorge nel cuore di Città Studi, che nella prima metà del ‘900 ha visto una radicale trasformazione da area periferica a quartiere decentrato, ma borghese, abitato da professionisti e medi imprenditori che per le proprie residenze hanno realizzato interventi anche di buona qualità edilizia e interessante architettura: la Casa ne è uno dei principali esempi. Incorniciata dalle alberature di Viale Lombardia, è stata successivamente affiancata da altri due palazzi che creano un piccolo quartiere uniforme per volumi e finiture intorno a un giardino privato. Il progetto della casa venne presentato dalla Società Anonima Immobiliare Rinaldo S.p.A. nel dicembre 1934, come abitazione privata per la famiglia Corbellini e per l’imprenditore farmaceutico tedesco August von Wassermann. Fu incaricato del progetto il grande architetto milanese Piero Portaluppi (1888-1967), già all’apice della carriera. Il cantiere venne concluso nel 1936. Dopo diversi anni di inutilizzo, il grande appartamento al piano rialzato, fortunatamente ancora dotato di gran parte delle pregevoli finiture originali, è stato oggetto di un importante restauro che ne ha adeguato la funzionalità all’utilizzo odierno come galleria d’arte, senza disperdere il fascino dei materiali e delle soluzioni giunti intatti fino a noi. L’appartamento padronale è oggi sede principale della galleria MASSIMODECARLO – fondata nel 1987 e specializzata in arte contemporanea, con sedi anche a Londra, Hong Kong, Parigi e Seoul. La definizione di tipo abitativo medio, individuato dal comune per la determinazione dell’imposta sui materiali da costruzione e distinto da quelli economico-popolare e di lusso, oggi può apparire incongruente con le dimensioni degli alloggi e la qualità delle finiture di casa Corbellini-Wassermann che, oltre a tagli più modesti, ospitava due appartamenti padronali composti da 27 locali ciascuno. La distinzione interna fra alloggi da reddito e appartamenti padronali è rispecchiata dalle aperture e dal rivestimento delle facciate. Così, sopra il basamento in marmo grigio si dipana un’alta fascia corrispondente ai due appartamenti principali, impiallacciata con una fitta trama orizzontale di lastre di marmo di Ornavasso rosa e grigio e traforata da ampie finestre orizzontali. Oltre alla preziosa scala elicoidale, una sorta di scultura che emerge dal giardino, le facciate visibili dalla strada sono caratterizzate dai settori di un grande orologio solare. L’appartamento al primo piano è caratterizzato da un ricco utilizzo di marmi pregiati: verde di Alpi Cesana, verde di Issorie, verde Roja, bianco di Carrara, rosso di Levanto (tonalità marrone scuro), rosso dell’Amiata (tonalità arancio) e di altri pregevoli dettagli architettonici. In occasione delle Giornate d’Autunno, le sale ospiteranno una mostra di Ludovic Nkoth, artista camerunese che vive e lavora a New York.
PALAZZO TURATI
Nuova sede Moda dell’Istituto Marangoni, prestigiosa scuola internazionale di alta formazione, Palazzo Turati sorge in via Meravigli 7, nel cuore di Milano. Voluto dal Conte Francesco Antonio Turati, fu edificato in stile neorinascimentale da Enrico Combi nel 1876 e conserva al piano nobile una serie di sale affrescate e decorate da alcuni tra i più importanti artisti italiani del secondo Ottocento, come Ludovico Pogliaghi, noto soprattutto per la realizzazione del portale centrale del Duomo di Milano. Nei cicli pittorici, affidati a maestri come Mosè Bianchi e Giusppe Bertini, si ravvede l’estetica romantica milanese che risente di un verismo ammorbidito dal tema mitologico e da un tono sognante. Le sale dedicate a Prometeo, a Flora, al Ballo affascinano ancora oggi grazie a una sofisticata citazione dell’antico. La visita comincerà dal Cortile d’Onore, per poi accedere allo scalone monumentale e al primo piano nobile, dove un’esposizione di abiti ripercorrerà i 90 anni di storia dell’Istituto. Si proseguirà con la visita ai cicli decorativi ottocenteschi delle tre sale principali: la Sala della Musica, antico salone da ballo affrescato; la Sala del Prometeo, con il monumentale camino e le opere di Pogliaghi; e il raffinato Salottino Azzurro, dominato dalla Flora di Mosè Bianchi. Seguirà una sosta nel Laboratorio Moda, spazio didattico contemporaneo eccezionalmente visitabile, che diventerà la nuova sede della Scuola di Moda dell’Istituto Marangoni Milano.
PALAZZO MARINO
Nel cuore del centro storico di Milano si erge Palazzo Marino, straordinario esempio di architettura rinascimentale realizzato tra il 1557 e il 1563 su progetto di Galeazzo Alessi. Voluto dal ricco banchiere genovese Tommaso Marino, il palazzo nacque come sontuosa dimora privata ed è oggi sede del Comune di Milano. L’edificio, originariamente rivolto verso Piazza San Fedele, fu completato in età postunitaria con la scenografica facciata su Piazza della Scala, grazie agli interventi di Luca Beltrami. La sua storia riflette i mutamenti urbanistici della città, dalla creazione della Galleria Vittorio Emanuele fino al nuovo volto della piazza ottocentesca. Al suo interno si conservano straordinari cicli decorativi: il Salone Alessi, con gli affreschi delle Nozze di Amore e Psiche e le allegorie delle Stagioni, le sale storiche come la Sala Marra, la Sala Consiliare e la Sala della Giunta, fino alla Sala dell’Orologio, dove sono custodite le bandiere olimpiche.
CHIOSTRO CAPPUCCIO
Ingresso riservato agli iscritti FAI
Nel cuore del distretto delle 5 Vie, a pochi passi dal centro di Milano, si cela il Chiostro Cappuccio, autentica oasi di pace e contemplazione incastonata in un contesto vivace e dinamico. L’antico chiostro, noto anche come “delle Umiliate”, sorse alla fine del Quattrocento sulle rovine del circo romano ed è oggi l’ultima testimonianza dell’ex monastero di Santa Maria Maddalena al Cerchio, che ospitò per secoli la comunità degli Umiliati. Dopo la sconsacrazione, nel 1852 il complesso venne acquistato dal marchese Pompeo Litta Biumi, che ne promosse il rifacimento, e successivamente dall’ingegnere Guido Ucelli, protagonista di un importante restauro con l’architetto Carlo Bianchi. Dal punto di vista architettonico, il Chiostro Cappuccio si presenta con una pianta quadrata, un doppio loggiato coperto da volte a crociera e archi a tutto sesto sorretti da colonne in serizzo, che si affacciano su un giardino centrale con pozzo. Tra i cimeli spiccano un’ancora e un cippo di timone, copie di reperti rinvenuti nelle navi romane del lago di Nemi, recuperate proprio sotto la direzione di Ucelli. Durante le Giornate FAI d’Autunno il chiostro, solitamente non accessibile, aprirà eccezionalmente agli iscritti FAI. Sarà l’occasione per scoprire una gemma nascosta, dove architettura rinascimentale, storia religiosa e memorie cittadine si intrecciano, restituendo ai visitatori l’atmosfera intima e raccolta di un luogo unico nel panorama milanese.
RIFUGIO ANTIAEREO PIAZZA GRANDI
Sotto la monumentale fontana di Piazza Giuseppe Grandi, con la sua vasca rettangolare in pietra chiara e la cascata che nel tempo ha creato un suggestivo manto di muschio, si cela un rifugio antiaereo costruito nel 1936. Nato per proteggere la popolazione milanese durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, rimase per anni nascosto, perfettamente mascherato dall’opera architettonica soprastante. Il bunker si sviluppa in un intricato percorso sotterraneo di 24 stanze, accessibili da una scala ancora originale. Qui il tempo sembra essersi fermato: sulle pareti resistono le scritte in vernice nera con indicazioni di sicurezza e regole di comportamento, mentre i corridoi mantengono la loro dimensione essenziale e austera. La recente riqualificazione ha restituito al rifugio il suo aspetto originario, con un’illuminazione sobria che si accende solo al passaggio, ricalcando la disposizione d’epoca. L’esperienza è immersiva: chi scende nel bunker rivive le atmosfere di quegli anni drammatici, tra convivenze forzate, attese silenziose e la paura scandita dalle sirene dei bombardamenti.
BUNKER ANTIAEREO ZONA SAN SIRO
Nascosto sotto le palazzine residenziali di Via Preneste 4, nel quartiere di San Siro, il Rifugio Antiaereo si presenta oggi come una delle testimonianze più autentiche della Milano in guerra. Costruito nel 1942 per proteggere la popolazione durante i bombardamenti angloamericani, fu utilizzato dagli abitanti delle case popolari di Piazzale Selinunte, che qui trovarono riparo nei momenti più drammatici della Seconda Guerra Mondiale. Il rifugio, restaurato da ALER nel 2016, si compone di un corridoio con 8 stanze laterali, arredate da semplici panche in cemento ancora conservate. Spoglio e disadorno, conserva proprio in questa essenzialità la sua forza evocativa: entrando, si percepiscono la precarietà e l’angoscia che accompagnavano la vita sotto i bombardamenti. Lungo le pareti sono ancora visibili i collegamenti murati che un tempo lo univano a un’intera rete di rifugi sotterranei diffusa in tutto il quartiere, segno tangibile di una città che aveva dovuto attrezzarsi per la sopravvivenza. L’illuminazione discreta, ripristinata durante i lavori di restauro, ne restituisce oggi l’atmosfera originaria.

Segrate (MI)
PALAZZO MONDADORI
Visite su prenotazione – POSTI ESAURITI
Caposaldo dell’architettura moderna, il complesso che ospita la sede del Gruppo Mondadori sorge nel Comune di Segrate, a circa 10 km da Milano. Quando tra il 1950 e il 1965 i dipendenti della casa editrice crebbero esponenzialmente, Mondadori decise di trasferire la propria sede dal centro città in un contesto più ampio. Per motivi logistici si scelse di costruire un edificio ad hoc in un’area ai tempi periferica, in prossimità dell’aeroporto di Linate. Giorgio Mondadori incaricò della sua realizzazione Oscar Niemeyer, il progettista della città di Brasilia, tra i più importanti architetti del suo tempo. Sede del gruppo editoriale dal 1975, Palazzo Mondadori si presenta come una sorta di “architettura pubblicitaria”, secondo le stesse parole di Niemeyer, ovvero un edificio che non ha bisogno di insegne e si sa imprimere nella memoria. Il complesso è formato da tre elementi: i cinque piani sospesi del parallelepipedo centrale dalle caratteristiche arcate asimmetriche ospitano gli uffici, cui si contrappongono due corpi bassi che emergono da una distesa d’acqua. La loro planimetria irregolare e ondulata, che ricorda una foglia, è resa più suggestiva dal lago artificiale di 20mila mq. A circondare l’edificio, un grande parco disegnato dall’importante paesaggista Pietro Porcinai: proprio la relazione tra elementi naturali e architettura rappresenta uno dei valori del complesso. In occasione delle Giornate FAI, si avrà l’occasione unica di visitare alcuni ambienti dell’edificio centrale, solitamente chiuso al pubblico, vero e proprio unicum architettonico che si presenta sospeso alla struttura in cemento armato. A coronamento della visita, una mostra sulle opere di Oscar Niemeyer contestualizza il progetto di Palazzo Mondadori nel percorso estetico dell’architetto, di cui costituisce uno dei capolavori.

Monza (MB)
CHIESA DI SAN MAURIZIO IN SANTA MARGHERITA

Aperta solo in rare occasioni, la Chiesa di San Maurizio sorge nel centro storico di Monza, a pochi metri dal fiume Lambro e dallo storico Ponte dei Leoni. Nel monastero di cui un tempo era parte, tra il 1591 e il 1607 visse Marianna De Leyva, meglio nota come “la monaca di Monza”, la cui vicenda è narrata da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi: nel 1589, a soli 15 anni, prese il velo nel monastero di clausura annesso alla chiesa. Dell’antico monastero, soppresso nel 1785, restano solo alcune porzioni murarie – tra cui un portichetto con la buca per la ruota degli esposti -, mentre l’originaria chiesa quattrocentesca venne totalmente riedificata nel Settecento. Riaperta solo nel 1881, l’aula della chiesa vanta un apparato decorativo e pittorico di rara uniformità, realizzato dai maggiori interpreti del barocchetto lombardo: le prime tre campate della volta sono opera di Carlo Innocenzo Carloni, con quadrature di Giuseppe Castelli e del Perucchetti, mentre alle pareti si conservano tele di Antonio Maria Ruggeri, Ambrogio Brambilla, del monzese Giambattista Gariboldi e di Francesco Corneliani. Di notevole interesse è inoltre l’armoniosa facciata in cotto e pietra bianca. La narrazione dei volontari FAI e degli Apprendisti Ciceroni durante le Giornate FAI sarà intercalata dalla lettura di alcuni brani dei Promessi Sposi. Proprio per la sua storia e per la necessità di fermare il degrado degli apparati decorativi, un Comitato e la Delegazione FAI di Monza hanno promosso la partecipazione del bene al censimento del FAI “I Luoghi del Cuore” nel 2024; la Chiesa si è classificata seconda in Lombardia e 11esima a livello nazionale con 22.676 preferenze.           
COLLEGIO DELLA GUASTALLA

Villa Pallavicini Barbò fu costruita nel 1815 nel quartiere periferico di San Fruttuoso, zona oggi molto urbanizzata, che però mantiene il parco originario di 43000 mq. ricco di alberi secolari. È sede del Collegio della Guastalla, una delle più antiche istituzioni educative laiche d’Europa nonché forse la più antica scuola femminile al mondo. Fondato nel 1557 a Milano da Ludovica Torelli, Contessa di Guastalla, allo scopo di offrire un’educazione e una dote a ragazze povere, in seguito all’esproprio da parte del Comune di Milano nel 1938, il collegio si trasferì nell’attuale edificio, un complesso costituito da più fabbricati con una superficie coperta di 10.000 mq. L’edificio presenta i tratti essenziali dell’architettura neoclassica: il lungo viale d’ingresso conduce a un massiccio corpo centrale con due ali laterali simmetriche più basse a formare verso il viale una corte quadrata. La sobria facciata è alleggerita da timpani, mentre al piano terra un portico introduce a un atrio di grande eleganza che, insieme al salone d’onore e ad altre sale adiacenti, costituisce l’unica parte della villa rimasta inalterata. Nel 1938 fu aggiunto tutto l’ultimo piano, realizzazione che costò la chiusura della cupola del grande salone. Successivamente la cappella settecentesca del Collegio milanese venne smontata e ricostruita qui, e in seguito vi furono trasferiti il prezioso archivio storico, la Quadreria e molti pregevoli mobili d’epoca. Dopo il 1940 vennero inoltre costruiti l’infermeria, spazi ricreativi e culturali, il teatro con 200 posti a sedere, la palazzina per il bar e le attività culturali, campi sportivi esterni e interrati. Durante le Giornate d’Autunno le visite al complesso saranno condotte dagli studenti della scuola in qualità di Apprendisti Ciceroni.
TEATRO BINARIO 7
L’edificio che oggi ospita il Teatro Binario 7 venne costruito nel 1934 come Casa del Balilla, la più grande della Lombardia, ed è uno dei più significativi esempi di architettura razionalista a Monza. Dopo un lungo periodo di trasformazioni e di declino, nel 2005 il Comune di Monza ha promosso un importante recupero architettonico e funzionale, affidandone la gestione alla compagnia La Danza Immobile. È nato così il Teatro Binario 7, oggi uno dei principali poli culturali della città. L’edificio conserva la forza e la sobrietà dello stile razionalista: linee essenziali, facciate prive di ornamenti, grandi vetrate e l’uso innovativo del cemento armato e dell’acciaio. Particolarmente caratteristici sono il fronte convesso, lo zoccolo in litoceramica rossa e il torrione semicircolare. Durante le Giornate FAI sarà possibile scoprirne la storia, ammirarne le peculiarità architettoniche e visitare i suoi spazi, dalla sala Chaplin alla più recente sala Picasso, oggi attrezzati per la produzione teatrale contemporanea. Il percorso racconterà inoltre come il teatro sia divenuto un luogo di aggregazione e formazione, con una scuola che conta circa 800 allievi di tutte le età.

Rodano (MI)
MUSEO DELLO SCOOTER E DELLA LAMBRETTA
Ingresso riservato agli iscritti FAI
A soli 6 km da Milano, nel territorio agricolo del Parco Agricolo Sud, sorge Rodano, un’area caratterizzata da vaste campagne e fontanili, tra cui le celebri Sorgenti della Muzzetta. In questo contesto si trova il Museo dello Scooter e Lambretta, nato alla fine degli anni Ottanta dalla passione del collezionista e restauratore Vittorio Tessera. Allestito in un capannone di 800 mq, il museo è suddiviso in quattro sale tematiche dedicate alla storia dello scooter e due sale interamente dedicate alla Lambretta, con una sezione prototipi che custodisce modelli unici e mai entrati in produzione. Durante le Giornate FAI d’Autunno i visitatori potranno ammirare una collezione di oltre 180 esemplari provenienti da tutto il mondo, che ripercorrono la storia della mobilità su due ruote nelle principali nazioni industrializzate. La sezione Lambretta, in particolare, offre un viaggio dal primo modello del 1947 fino all’ultima produzione del 1971, comprendendo pezzi rarissimi, moto da competizione ed esemplari unici da gara, che testimoniano l’eccellenza italiana nel design e nella meccanica.

Opera (MI)     
ABBAZIA DI MIRASOLE
L’Abbazia di Mirasole accoglierà i visitatori per un viaggio alla scoperta della sua storia e del suo paesaggio unico. Fondata nel XIII secolo dai monaci Umiliati, l’abbazia è un raro esempio di complesso monastico agricolo medievale, immerso nella quiete del Parco Agricolo Sud Milano. Il percorso di visita condurrà alla chiesa in stile gotico-lombardo, arricchita da affreschi cinquecenteschi, al chiostro e agli spazi della grande grangia, cuore produttivo della comunità monastica. Tra cortili, torri e antichi refettori, i visitatori potranno rivivere la vita dei monaci e ammirare un paesaggio rurale che ancora oggi conserva autenticità e silenzio. Restaurata e valorizzata dalla Fondazione Progetto Mirasole Onlus, dal 2016 l’abbazia è tornata a essere un centro culturale e sociale, luogo ideale per chi cerca arte, natura e spiritualità a pochi chilometri da Milano.

Merate (LC)
VILLA DE FERRARI BAGATTI VALSECCHI
Storica dimora di campagna settecentesca, si configura come un complesso di edifici residenziali e rurali attorniato dai prati e campi coltivati della Piana di Vizzago. All’inizio del secolo XVIII divenne proprietà della famiglia Bagatti Valsecchi grazie al matrimonio tra donna Giacinta Ghilio e Pietro Bagatti Valsecchi, famoso pittore e miniaturista; saranno successivamente gli eredi Fausto e Giuseppe, celebri collezionisti e fondatori della Casa Museo Bagatti Valsecchi di Milano, a conservare intatto lo stile della villa, con affreschi, mobilio e arredamenti d’epoca, in parte disegnati da loro stessi. La conformazione planimetrica ne suggerisce l’origine come “Casa Forte” o “Castelletto”, con due grandi corpi rurali che nel corso del Settecento si trasformarono, in parte, in dimora gentilizia. Vi si ammirano sale riccamente decorate e un padiglione neogotico adibito a studio/galleria dotato di bowwindow con la vetrata dipinta a mano, oltre a una cappella dotata di piccola sacrestia in stile barocchetto lombardo. Attualmente appartiene alla famiglia De Ferrari ed è raramente visitabile. Il parco di 12.000 mq fonde diversi stili – dal giardino romantico al giardino all’italiana, con una presenza significativa di alberi secolari, dove spicca un maestoso Cedro del Libano del 1836 – e diversi elementi, come il laghetto e il cenotafio, le orangerie e la serra. I visitatori avranno accesso all’intero giardino, alla cappella di famiglia e agli ambienti nobili, ovvero il salotto, la sala da pranzo, la sala da biliardo, fino alla sala rossa, resa unica dalla luce che filtra attraverso le grandi vetrate istoriate. Si scopriranno inoltre gli ambienti di servizio, tra cui la cucina con il grande camino, e la corte rurale con case contadine, stalle e fienili.
I GIARDINI DI VILLA BELGIOJOSO BRIVIO SFORZA
L’esempio più sontuoso di ville nobiliari della Brianza, fu costruita dai marchesi Villa Novati nel Seicento e rimaneggiata nella seconda metà del Settecento dai Belgiojoso. La corte d’ingresso, con il corpo principale e le ali laterali più basse, costituisce il cuore della composizione: a nord si estende il viale dei cipressi, a sud l’elegante siepe di carpini a circondare la fontana centrale, ispirata al colonnato berniniano della Basilica di San Pietro. A ovest, verso la torre di Palazzo Prinetti, si allunga il giardino barocco, mentre a un livello inferiore, nel precedente giardino Novati Villani, si apre il giardino all’inglese, voluto a inizio Ottocento dal conte Luigi Alidosio Barbiano. Dal 2012 è sede dell’omonima Fondazione, che ha lo scopo di favorire la raccolta delle testimonianze, la conservazione, l’accrescimento, la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e artistico delle famiglie Brivio Sforza, Trivulzio e Barbiano di Belgiojoso d’Este. La visita nelle Giornate FAI riguarderà gli spazi esterni della villa.

Monticelli Brusati (BS)
PALAZZO MONTINI GOBBI

Immersa tra le colline e i vigneti della Franciacorta, Palazzo Montini Gobbi è una residenza nobiliare dominata da una torre e costituita da diversi fabbricati a due piani con porticati e logge. Sugli edifici che compongono il complesso, spicca l’alta e massiccia torre centrale di antica origine – fine XIII o inizio XIV sec -, abbellita con una finestra e un seicentesco balcone bombato in ferro battuto, e decorata in alto su tutti e quattro i lati da una fascia di festoni e stemmi dei Montini. Nelle Giornate FAI se ne visiterà l’interno, con la volta affrescata con paesaggi di fantastiche scene di caccia e storie romane dalle tinte fosche, l’imponente camino in pietra scura, il prezioso pavimento in seminato veneziano e importanti cornici dipinte a festoni intorno alle porte. La torre separa due vasti cortili: a nord a uso agricolo e a sud quello destinato alla residenza padronale. Si percorrerà il vasto giardino, originariamente brolo destinato alle coltivazioni di pregio del vigneto e del frutteto, recintato da un’alta muraglia continua, elemento tipico della campagna franciacortina; lo spazio verde contempla alberi secolari e un laghetto dove nuotano cigni neri e anatre mandarine, carpe e tartarughe. I visitatori scopriranno quindi alcune salette con soffitto in legno dipinto e pareti affrescate con paesaggi entro riquadri di lesene e festoni. Il palazzo è abitazione privata ed è eccezionalmente aperto al pubblico.

Brescia
PALAZZO UGGERI FENAROLI     

Situato di fronte alla Chiesa della Pace, maestosa opera di Giorgio Massari, Palazzo Uggeri Fenaroli ne rappresenta un mirabile specchio architettonico. Riconosciuti come “patrizi di Brescia”, gli Uggeri ebbero un ruolo dominante nella vita politica, economica e culturale della città per secoli e il magnifico palazzo fu edificato tra il 1750 e il 1760 per esigenze pratiche e di prestigio. Il corpo centrale è elevato e ospita un grande salone, emblema di eleganza e nobiltà. Il portale d’ingresso, affiancato da colonne, e lo scudo con le armi degli Uggeri impreziosiscono la facciata, richiamando lo stile del Marchetti, a cui è attribuita la progettazione. L’atrio-portico introduce a un cortile con una fontana contenente un gruppo scultoreo seicentesco di Tobia e l’Angelo, attribuito ad Antonio Carra, mentre un giardino pensile ospita un’altra fontana con sculture del Carra del 1761, raffiguranti Venere e Amore. Elemento significativo è lo scalone d’onore, arricchito da vasi in pietra. Gli affreschi monocromi sulle pareti del pianerottolo raffigurano Mercurio, Diana, il Lavoro e la Ricchezza e recano il motto “Aequus Uterque Labor“, a esprimere i valori di operosità e giustizia. Il Salone Principale presenta affreschi sul soffitto che imitano il Gandino, con una raffigurazione di Giunone che impone a Eolo di liberare i venti, simbolo della potenza familiare. Le decorazioni interne includono teste di Cesari e ricche stuccature. Dimora privata, sarà visitabile eccezionalmente in occasione delle Giornate FAI.
PALAZZO E GIARDINO DEL BROLETTO (PREFETTURA)
Il palazzo del Broletto, sede della Prefettura, è un edificio che risale al XIII secolo e che vide nel tempo numerose modifiche, aggiornamenti di stile ma anche distruzioni, come il bombardamento del 13 luglio 1944 che ne causò numerosi danni. Il giardino e le sale di rappresentanza del Prefetto si collocano a ridosso delle ricostruzioni postbelliche, e infatti la struttura risulta quasi interamente rinnovata; all’interno del giardino si possono però notare alcune sculture di antica fattura, risparmiate dalle bombe. Il cosiddetto “giardino del Prefetto” fu realizzato sfruttando il terrapieno costituito dalla struttura difensiva della cittadella viscontea, ideata nel XIV secolo per creare uno spazio isolato che includesse il Castello, l’area delle Cattedrali e del Broletto. Dall’epoca viscontea a oggi gli edifici subirono numerose modifiche, fino agli ultimi restauri che hanno portato il giardino e le sale all’attuale assetto. Un generale riassetto degli ambienti ha consentito un arricchimento della dotazione artistica delle sale, con opere che spaziano dal XVIII secolo al Novecento. Di particolare rilevanza sono alcuni dipinti del bresciano Angelo Inganni, Achille Glisenti, Gaetano Cresseri, Giuseppe Ronchi, Luigi Riccardi e una copia della “Venere allo specchio” di Tiziano. Durante le Giornate FAI sarà possibile accedere al giardino del Prefetto solitamente non accessibile. All’interno della sale di rappresentanza, inoltre, ci si potrà soffermare su alcuni dipinti, in particolare quelli di artisti bresciani che hanno fatto scuola tra Ottocento e primi del Novecento. Tra questi spiccano alcune tele di Angelo Inganni, pittore che nel XIX secolo si distinse non solo a Brescia, ma anche a Milano, come pittore di vedute urbane, scene di genere e ritratti (degno di nota quello della moglie Amanzia, presente in una sala).

Como
ASILO SANT’ELIA
Anche in questa edizione di Giornate FAI sarà possibile visitare uno dei capolavori dell’architettura razionalista italiana, da anni in stato di abbandono e non più adibito alla sua destinazione di asilo per l’infanzia. Progettato negli anni Trenta del Novecento da Giuseppe Terragni per la città di Como, allo scopo di rispondere alle esigenze del nuovo quartiere operaio nascente accanto al nucleo storico di San Rocco, la scuola si sviluppa su un unico piano, disposta a forma di U attorno a un cortile centrale circondato dal giardino. Le grandi vetrate evidenziano il concetto di scuola all’aria aperta, e insieme agli ambienti e agli arredi molto curati rendono quest’opera unica. A lungo abbandonato – l’asilo è chiuso dal 2019 -, oggi è interessato dall’elaborazione di un progetto di restauro in sinergia tra il Comune, la Soprintendenza e il Politecnico di Milano. I 7.531 voti raccolti all’ultimo censimento de “I Luoghi del Cuore”, hanno ridato evidenza alla necessità di recuperare e restituire nuova vita a questo bene così ricco di storia e al contempo attuale per la rispondenza alle teorie pedagogiche e ai bisogni educativi dei bambini. In occasione delle Giornate i visitatori potranno accedere eccezionalmente ai locali interni e al giardino, per comprenderne gli aspetti architettonici progettati e realizzati da Terragni, che in questo edificio raggiungono “il loro risultato più libero e poetico” (cit. Novati, Pezzola).

 

Gonzaga (MN)
PARCO DI VILLA STROZZI
Sede dell’Istituto Agrario di Gonzaga, l’imponente Villa Strozzi è circondata da 5 ettari di parco di recente restaurati, il cui andamento sinuoso rimanda alla trasformazione del grande giardino in parco paesaggistico o all’inglese. Il primo nucleo quattrocentesco si configurava come una “corte” attorno alla residenza padronale, composto di aree verdi che accoglievano alberi da frutto e ornamentali, in parte a prato e in parte a vigne. Fra ‘600 e ‘700, fu totalmente ripensato da Pietro Antonio Strozzi e dal figlio Francesco Gaetano, che crearono un giardino all’italiana, una peschiera, una serra per gli agrumi e una ghiacciaia. Nell’800 Luigi Strozzi introdusse un nuovo disegno di percorsi ed essenze, trasformando la percezione delle aree verdi in un “giardino all’inglese”. L’impianto originario è ancora leggibile nell’asse centrale che parte dal laghetto, attraversa la villa e prosegue lungo l’antico viale d’accesso; perpendicolari a questo asse, due viali alberati simmetrici tagliano trasversalmente il giardino. Al periodo ottocentesco risale la sistemazione a parco all’inglese, di stampo romantico, con l’introduzione di sentieri tortuosi che offrono al visitatore scorci e prospettive sorprendenti, collinette artificiali, un laghetto la cui forma richiama le tre mezzelune dello stemma Strozzi, boschetti dall’aspetto selvaggio, specie esotiche e grandi alberi isolati in piccole radure. Delle architetture e delle sculture originariamente integrate al paesaggio si conservano, sommerse dalla vegetazione, la ghiacciaia e la statua della fede. Il complesso era stato gravemente danneggiato dal terremoto del 2012 – la villa è rimasta a lungo inagibile – e per questo l’anno successivo, grazie al censimento “I Luoghi del Cuore”, il FAI ha sostenuto la progettazione del recupero del parco. Il recente intervento di restauro a cura della Provincia di Mantova finanziato dal PNRR ha restituito al pubblico un luogo in cui si intrecciano ambiente, cultura, educazione e coesione sociale, uno spazio vitale per la comunità e per la scuola. Villa Strozzi è un sito che fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI d’Autunno, avendo beneficiato di fondi europei PNRR – Programma per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici.

 

Schilpario (BG)
Il racconto di un’identità locale           
Schilpario è adagiato nella Valle di Scalve, nella cornice delle Alpi Orobiche, collegata attraverso passi e antichi percorsi con l’alta Valle Seriana e la Valle Camonica. Con le sue frazioni supera di poco i 1.100 abitanti ed è il comune più distante da Bergamo. In occasione delle Giornate FAI, gli abitanti di Schilpario hanno deciso di condividere con i visitatori la vera anima della loro comunità, svelandone le radici e gli elementi identitari. Come la raccolta dedicata all’Illuminazione Mineraria, con la sua sorprendente collezione di oltre 3.000 pezzi tra lampade, carrelli, elmetti, telefoni, fotografie d’epoca; una collezione privata inaugurata nel 2018, unica nel suo genere, che permette di avvicinarsi alla quotidianità di molti scalvini fino agli anni Settanta. Si visiterà inoltre l’antica chiesetta di San Rocco, che custodisce finissimi paramenti, calici, suppellettili, arredi, libri e soprattutto gli oggetti appartenuti all’illustre Cardinal Angelo Maj, lo “scopritor famoso”, sommo paleografo cui è dedicata una poesia di Giacomo Leopardi. A chiudere il ciclo, il nucleo Etnografico, che raccoglie due singolari collezioni degli anni ‘70: la prima contempla minerali, fossili e utensili della miniera, la seconda si concentra sugli attrezzi del lavoro di artigiani, fabbri, contadini e allevatori. Oltre al torchio, alla macina, al mulino, sono inseriti nel percorso espositivo una segheria, un frantoio per la ghiaia, una forgia che serviva al lavoro del maniscalco e alla produzione di utensili per boscaioli e carbonai. Tra le aperture figura inoltre la cinquecentesca Chiesetta di Santa Elisabetta, con l’antica cappella solitamente chiusa, luogo di storica devozione, in particolare per i minatori che transitavano al suo cospetto lungo la storica strada che li conduceva al loro duro, e assai rischioso, lavoro. In esclusiva per gli iscritti FAI si potrà inoltre visitare Casa Pagani Grassi, dimora provata che apre per la prima volta in assoluto alla visita i locali del piano nobile, finemente decorati su pareti e soffitti con la rappresentazione di arti e mestieri.

Palosco (BG)
FONDMETAL
Nata nel 1972 a Palosco per volontà di Gabriele Rumi, la Fondmetal S.p.A. è una storica fonderia di alluminio che ha saputo trasformarsi in un’eccellenza internazionale dell’automotive. Dopo le prime produzioni conto terzi, l’azienda sceglie di puntare su un proprio prodotto: la ruota in lega leggera, che diventa il simbolo del marchio. Leader nel settore, Fondmetal si distingue per qualità e innovazione, tanto da approdare anche nel mondo della Formula 1 tra gli anni Ottanta e Novanta, prima come fornitore e poi con una propria scuderia. Oggi l’impresa è guidata da Stefano e Alessandra Rumi, figli del fondatore, e rappresenta una realtà proiettata al futuro ma saldamente radicata nella tradizione bergamasca. In occasione delle Giornate FAI d’Autunno 2025, i visitatori potranno accedere allo stabilimento per scoprire da vicino il processo produttivo e la storia dell’azienda. Sarà inoltre allestita un’area dedicata alla Formula 1, con teche, vetture esposte e un percorso interattivo arricchito da QR code che permetteranno di rivivere Gran Premi e curiosità tecniche.

Ponte di Legno (BS)
APPARTAMENTO CAPARINI CASTEL BELPOGGIO
Ingresso riservato agli iscritti FAI
All’ingresso della frazione di Poia di Ponte di Legno, a 1.250 metri di altitudine, sorge Castelpoggio, o “Castel Belpoggio”, residenza che domina la valle con la sua sagoma merlata. Edificato tra il 1922 e il 1923 dal banchiere bergamasco Giuseppe Luigi “Pino” Zanchi e dalla moglie Angiola Cassone, fu progettato dall’ingegnere Giuseppe Rossi come dimora di villeggiatura dall’aspetto neomedievale. Torri, mura merlate e interni affrescati lo resero presto un simbolo della villeggiatura alpina, protagonista di cartoline e riviste negli anni Venti. Dopo la guerra l’edificio venne suddiviso in appartamenti, pur conservando intatto il fascino del maniero quattrocentesco cui si ispira. L’Appartamento Caparini rappresenta un unicum architettonico e artistico: ambienti voltati, arredi artigianali, vetrate e ferrature progettate fin nei minimi dettagli, oltre a cicli pittorici attribuibili ai bergamaschi Dante Piazzalunga e Pietro Servalli. Il cantiere, che impegnò circa 120 operai per due anni, fece largo uso di materiali locali come i blocchi di tonalite, conferendo solidità e radicamento al territorio. Figlio del revival neomedievale, Castelpoggio si colloca accanto a esperienze come il Borgo Medievale di Torino, Castel Savoia di Gressoney o Grazzano Visconti, reinterpretando con originalità il fascino del Medioevo. Durante le Giornate FAI, l’appartamento, solitamente chiuso al pubblico, aprirà eccezionalmente le sue porte, offrendo ai visitatori un percorso suggestivo tra decorazioni, arredi e la collezione di oggetti sacri della famiglia proprietaria.

Erba (CO)
VILLA LA CLERICI
Nata come complesso di casa padronale e filanda nel 1769 (fu il più grande filatoio ad acqua dell’Alta Brianza), venne trasformata interamente in residenza a fine Ottocento. Quasi un microborgo: complesso costituito dalla villa con parco e corti; la secondaria, (“corte bassa”, la filanda di un tempo, chiusa nel 1817) per più di un secolo (dal 1830, per rimetterla a reddito) fu utilizzata come fermata di Posta e albergo per il personale delle diligenze. La Villa è circondata da un ampio parco alberato e comprende un lago artificiale, un tempo utilizzato come vasca per la decantazione dei bachi da seta.

Cabiate (CO)
SCUOLA D’ARTE
Una delle più antiche istituzioni formative della Lombardia. Fondata nel 1894 come “Scuola d’Arte applicata all’Industria”, nacque dall’iniziativa di un gruppo di imprenditori locali per formare manodopera specializzata e tramandare l’eccellenza artigianale del territorio. L’edificio ottocentesco che la ospita è semplice e funzionale, ma custodisce interni di grande fascino: aule disseminate di calchi in gesso per il disegno, banchi di falegnameria, strumenti storici e trofei che raccontano oltre 130 anni di attività didattica. Solitamente chiusa al pubblico, la scuola aprirà in via straordinaria durante le Giornate FAI d’Autunno, offrendo un viaggio nella storia del design e dell’artigianato brianzolo. Il percorso, guidato dagli Apprendisti Ciceroni, condurrà i visitatori tra aule e laboratori, arricchito dai racconti dei maestri che condivideranno i segreti della lavorazione del legno. Oggi la Scuola d’Arte di Cabiate è ancora un punto di riferimento per chi desidera qualificarsi o apprendere pittura, scultura e restauro, mantenendo vivo un patrimonio culturale e produttivo che ha reso celebre questo territorio.

Palazzo Pignano (CR)
VILLA MARAZZI
Nel cuore dello storico borgo di Palazzo Pignano, territorio cremasco di antica origine, sorge Villa Marazzi, raffinata dimora del XVI secolo immersa in un parco secolare di 15.000 metri quadrati. Il complesso architettonico comprende l’antica torre trecentesca, più volte rimaneggiata e un tempo parte delle difese della signoria di Crema, e due grandi corti: una agricola, decorata da pregevoli fregi, e una residenziale, fulcro della vita della villa. La residenza nacque come dimora di villeggiatura voluta da Sermone Vimercati, che con il matrimonio con Ippolita Sanseverino diede origine alla casata dei Vimercati Sanseverino. Dal XIX secolo il complesso è legato alla famiglia Marazzi, discendenti del conte e generale Fortunato, che tuttora ne detengono la proprietà. All’interno, Villa Marazzi custodisce ambienti di grande pregio artistico e decorativo. Nella sala d’accoglienza spiccano affreschi seicenteschi, mentre il salone del biliardo conserva eleganti decorazioni del pittore Pietro Ferrabini. Seguono la sala da pranzo, la sala da ballo in stile Impero, l’ex salotto Ortensia e lo studio trasformato in biblioteca. Al piano superiore, una vasta galleria arricchita da arredi, dipinti e ritratti di famiglia introduce alle camere, arredate in stile ottocentesco.

Cremona (CR)
POLO DEL POLITECNICO DI MILANO
La struttura conserva ancora oggi l’impianto ottocentesco, con corti, chiostri, camerate e uffici militari. Degni di nota sono le volte in muratura di varia tipologia, la scala principale e il ballatoio in pietra con mensole scolpite. L’ampio restauro, terminato nell’estate del 2025 grazie al sostegno della Fondazione Giovanni Arvedi, ha rispettato le preesistenze architettoniche, affiancando nuovi corpi di fabbrica sul lato ovest per ospitare aule e spazi didattici moderni. Durante le Giornate FAI sarà possibile entrare per la prima volta in questi ambienti, riscoprendo le tracce dell’antico monastero e gli spazi militari, oggi trasformati in polo universitario. Il percorso consentirà inoltre di conoscere da vicino i laboratori dedicati alla Music and Acoustic Engineering e all’Agricultural Engineering, settori di eccellenza della ricerca politecnica.

Lecco
POLO DEL POLITECNICO DI MILANO
Il campus di Lecco del Politecnico di Milano, realizzato tra il 2010 e il 2014 dal recupero dell’ex ospedale cittadino, rappresenta un esempio virtuoso di rigenerazione urbana e architettonica. Su un’area di oltre 16.000 mq si integrano edifici storici e nuove costruzioni sostenibili, ospitando aule, laboratori, biblioteca, residenze e spazi museali. All’interno della sede territoriale di Lecco del Politecnico di Milano, sarà possibile visitare su prenotazione durante le Giornate FAI il Laboratorio Nervi è uno spazio polifunzionale per lo studio, la ricerca e la cultura aperto alla cittadinanza. Al suo interno ospita l’esposizione permanente “Pier Luigi Nervi Architettura come Sfida” interamente incentrata sull’opera del celebre ingegnere, architetto e costruttore italiano Pier Luigi Nervi.

Castiglione d’Adda (LO)
CHIESA DI SANTA MARIA INCORONATA
Nel cuore di Castiglione d’Adda sorge la Chiesa di Santa Maria Incoronata, uno degli edifici più prestigiosi del Lodigiano, legata indissolubilmente alla storia della nobile famiglia Pallavicino. Fondata sul finire del Quattrocento da Carlo Fiesco come cappella gentilizia, la chiesa divenne nel Cinquecento mausoleo familiare grazie ai marchesi Cristoforo e Gerolamo Pallavicino, che vi collocarono sepolture e preziose opere d’arte. Dal punto di vista architettonico, l’Incoronata rappresenta un raro esempio di tardo gotico lombardo che unisce il rigore della facciata, ispirata alla tradizione solariana, alla ricchezza delle decorazioni in terracotta tipiche delle fabbriche milanesi coeve. L’interno a tre navate, scandite da archi a tutto sesto e volte a crociera, colpisce per il suggestivo contrasto cromatico tra i mattoni e gli intonaci chiari. Tra i tesori conservati spiccano gli altari lignei cinquecenteschi, le pale di Stefano Sanviti, il sarcofago marmoreo di Cristoforo Pallavicino ed Eleonora Viritella, attribuito a Sebastiano Nani, e soprattutto il Polittico dei fratelli Albertino e Martino Piazza, capolavoro assoluto del Rinascimento lombardo.

Redondesco (MN)
CASTELLO DEI GONZAGA
Nel cuore della pianura mantovana, lungo l’antica via Postumia, si erge il Castello Gonzaga di Redondesco, possente fortezza medievale che per secoli ha dominato il territorio circostante, un tempo caratterizzato da corsi d’acqua e canali che ne rafforzavano le difese naturali. Le origini del castello risalgono all’età medievale: già rafforzato nel XII secolo, ottenne nel 1163 il riconoscimento imperiale da Federico Barbarossa. Nei secoli successivi subì ampliamenti e trasformazioni, in particolare ad opera dei Gonzaga, che dotarono la struttura di una torre d’ingresso, di un ponte levatoio e di un rivellino, rafforzandone ulteriormente il ruolo strategico. Il complesso presenta tutte le caratteristiche tipiche delle architetture militari medievali: robuste mura in mattoni, torri angolari di difesa e un’imponente torre d’accesso che ancora oggi conserva intatto il suo fascino. All’interno, gli spazi univano funzioni residenziali e militari, testimoniando la duplice anima del castello come luogo di potere e di presidio. Nonostante i numerosi interventi e alcune perdite strutturali, il Castello di Redondesco conserva gran parte della sua fisionomia originaria, restituendo l’immagine di un avamposto difensivo di grande suggestione.

Voghera (PV)
PALAZZO DATTILI DELLA TORRE
Nel cuore di Voghera, lungo la centrale Via Emilia, sorge Palazzo Dattili della Torre, dimora nobiliare del Settecento e tra gli edifici più prestigiosi dell’Oltrepò Pavese. La sua fama è legata non solo alla posizione e alle dimensioni imponenti, ma anche al soggiorno di ospiti illustri come Napoleone Bonaparte e papa Pio VII, che vi furono accolti tra l’entusiasmo della cittadinanza. Il palazzo, restaurato a partire dal 1823 per volontà del conte Giuseppe Dattili, si presenta con una facciata lineare ed elegante, scandita da finestre ornate e da un balcone con balaustra in marmo di Carrara, dal quale Napoleone si affacciò per salutare la città. All’interno conserva ambienti riccamente decorati con stucchi e affreschi ottocenteschi, che raccontano il fasto e la storia di una delle famiglie più influenti del territorio. Dopo essere stato per decenni residenza dei Dattili, il palazzo passò in affitto nella seconda metà dell’Ottocento, fino a diventare oggi sede dell’Oltrepò Pavese di Assolombarda, punto di riferimento per le imprese del territorio. In occasione delle Giornate FAI, il pubblico potrà eccezionalmente scoprire gli ambienti interni, solitamente chiusi, conoscere le vicende della famiglia Dattili e il legame del palazzo con i grandi protagonisti della storia europea, fino al suo ruolo attuale nel mondo dell’impresa.

 

Rosate (MI)
CASCINA PAÙ
Ingresso riservato agli iscritti FAI      
Nel cuore del Parco Agricolo Sud Milano, a Rosate, piccolo centro dalle origini antiche, sorge la Cascina Paù, complesso rurale che affonda le proprie radici nel Medioevo. Documentata sin dall’inizio del 1200, la cascina passò nei secoli attraverso le mani di importanti famiglie lombarde – dagli Avogadri ai Vimercati, fino ai Gesuiti di Monza e, in tempi più recenti, ai Morosini – intrecciando la propria storia con quella del territorio circostante. La cascina si sviluppa con un impianto ad U attorno a una corte aperta, dominata dalla casa padronale e affiancata dalle abitazioni dei salariati, dalla piccola stalla per i cavalli e dal grande stallone delle vacche. In passato ospitava inoltre il forno, la ghiacciaia e il mulino, mosso dalle acque della roggia Mischia, che azionavano pale e pistoni per la pilatura del riso. Durante le Giornate FAI sarà possibile accedere alle stanze della casa padronale, solitamente chiuse, ristrutturate e arredate con mobili originali che raccontano la vita dei nobili proprietari, come l’iscrizione con il monogramma di Cristo risalente all’epoca dei Gesuiti. La cascina ospita inoltre la Raccolta di oggetti e attrezzi della civiltà contadina, voluta dalla Dott.ssa Candida Morosini, mecenate e insignita dell’Ambrogino d’oro: un piccolo museo diffuso che testimonia la memoria di un mondo agricolo in cui, per secoli, si coltivarono riso, cereali, legumi e frutti della terra.

Palestro (PV)  
CENTRALE IDROELETRICA EDISON
Su prenotazione          

Realizzata da Edison all’interno del comprensorio del Consorzio Irriguo Est-Sesia. In gran parte interrato e perfettamente integrato nel paesaggio, l’impianto è ad acqua fluente di piccola derivazione ed è stato inaugurato nel 2022 dopo 18 mesi di lavori. La centrale sfrutta il salto d’acqua generato dalla traversa di Palestro, costruita per convogliare le acque nel Roggione Sartirana, canale artificiale che alimenta l’irrigazione della Lomellina. L’impianto utilizza esclusivamente le acque eccedenti i fabbisogni agricoli: dopo averle trasformate in energia rinnovabile, le restituisce al fiume. Il complesso comprende un’opera di presa con canale a cielo aperto, il locale interrato con i gruppi di generazione e l’opera di restituzione. Con una producibilità annua di circa 13,5 milioni di kWh, la centrale copre i consumi di 4.500 famiglie ed evita l’immissione in atmosfera di 6.000 tonnellate di CO₂. Durante le Giornate FAI, accompagnati dal personale Edison, i visitatori percorreranno il perimetro esterno, ammirando il contesto naturalistico, per poi entrare negli spazi tecnici della centrale e scoprire da vicino il funzionamento di un impianto che coniuga sostenibilità, innovazione e tutela del territorio.

Origgio (VA)
FUSIONI D’ARTE 3V
Su prenotazione e riservato agli iscritti FAI
La Fusioni d’Arte 3V S.r.l. ha sede a Origgio, comune del Basso Varesotto inserito nel Parco dei Mughetti, area di grande valore naturalistico dove paesaggio agricolo e attività industriali convivono da secoli. La fonderia è specializzata nella fusione a cera persa, antica tecnica che permette di realizzare opere in bronzo, di piccolo formato o monumentali, con straordinaria precisione e cura artigianale. Negli ultimi anni è stata affiancata la fusione in ceramica, che garantisce una resa ancora più accurata dei dettagli. Fondata e diretta da Walter Vaghi, Fusioni d’Arte 3V ha legato il proprio nome anche alla valorizzazione urbana di Origgio. Dal 1998, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, ha promosso un percorso di sculture contemporanee che trasforma la città in un museo a cielo aperto: oggi sono circa venti le opere che arricchiscono strade, piazze e parchi. Durante le Giornate FAI, la fonderia – solitamente non accessibile – aprirà le porte per mostrare ai visitatori le tecniche di fusione, dal modello iniziale fino al getto finale. Le spiegazioni saranno condotte direttamente dalla proprietà, che condividerà il significato e l’attualità di un mestiere antico e prezioso. La visita si completerà con una passeggiata nel centro di Origgio, alla scoperta delle sculture che dialogano con lo spazio urbano e raccontano il legame tra arte, impresa e comunità.

Montagna in Valtellina (SO)
COMPLESSO CHIESASTICO SAN GIORGIO
Nel centro storico di Montagna, sul bordo di un crinale scosceso che si affaccia sulla media Valtellina, si trova il complesso chiesastico di S. Giorgio. Costruito presumibilmente tra XV e XVIII secolo e variamente ristrutturato e rimaneggiato nei secoli successivi. Il complesso chiesastico di s. Giorgio è un articolato sistema architettonico composto da ben sette costruzioni quasi addossate tra loro: la chiesa di S. Giorgio con la bella facciata scandita da lesene, l’Oratorio della Madonna del Carmine con gli affreschi di Sigismondo de Magistris, l’Oratorio dell’Annunciazione, la Chiesa della Beata Vergine Addolorata, l’Ossario, la Torre Campanaria e la Casa arcipretale.

Luvinate (VA)
GOLF CLUB VARESE
Immerso nella cornice naturale delle Prealpi, a 425 metri di altitudine, il Golf Club Varese offre panorami spettacolari: dalla catena del Monte Rosa ai laghi Maggiore, di Varese e di Monate, fino alle colline del Sacro Monte e del Campo dei Fiori. Ogni buca del percorso è incastonata tra maestosi alberi secolari e regala scorci di incomparabile bellezza. All’origine della struttura sorgeva un monastero benedettino, documentato già nel 1129 e soppresso nel 1567 per volontà di Carlo Borromeo. Dopo diversi passaggi di proprietà, il complesso venne acquistato nel 1931 dalla S.A. Varesina Golf, che lo inaugurò nel 1934 trasformandolo in sede del circolo. Dal punto di vista architettonico, il Golf Club Varese rappresenta un prezioso esempio di Romanico-Lombardo edificato dai Magistri Comacini: conserva un chiostro, una chiesa, un campanile e una colombaia, oltre a tracce di affreschi del Cinquecento. La chiesa, oggi Club House, presenta murature a pietre a vista e, all’interno, i resti di un antico abside e un camino con stemma Visconti e iscrizione della badessa Cecilia. Durante le visite i tecnici del Golf Club introdurranno i segreti di questo sport e illustreranno il percorso da 18 buche par 72, progettato dagli architetti Gannon e Blanford negli anni Trenta e ampliato negli anni Cinquanta.

Luino (VA)
CASERMA GUARDIA DI FINANZA “MAGG. GIOACHINO SILANI”
In occasione delle Giornate FAI sarà eccezionalmente aperta al pubblico la Caserma della Guardia di Finanza di Luino, solitamente non visitabile. La Compagnia di Luino della Guardia di Finanza insieme ai volontari del FAI Valcuvia, Luino e Verbano Orientale, accompagneranno i visitatori in un percorso che unisce storia e attualità: dagli uffici, dove sarà illustrato il lavoro quotidiano del Corpo, al celebre balconcino di affaccio, fino agli spazi esterni con l’esposizione di auto storiche della Finanza. Nel corso delle Giornate FAI, saranno esposti presso la Sala Polivalente della Caserma: gli innovativi strumenti operativi in uso al Corpo, in particolare il “Drone Colibrì Sdb System” in uso alla Sezione Aerea di Varese. Sarà presente personale, in tenuta da volo, per illustrare le modalità di impiego operativo del Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto; inoltre ci sarà una mostra di cimeli storici del Corpo appartenente alla collezione privata degli eredi Ferrara, testimonianza dell’attività di servizio svolta, negli anni, dalle Fiamme Gialle.Il racconto si intreccerà con le vicende dell’edificio, un tempo Casa del Fascio e oggi caserma intitolata a Gioachino Silani, grazie anche alla ricerca della prof.ssa Francesca Boldrini, che presenterà il suo volume Una “casa herma” itinerante in un evento speciale a Palazzo Verbania la Domenica pomeriggio, la conferenza sarà seguita da un aperitivo in terrazza (su prenotazione). Un’occasione unica per scoprire un luogo simbolo della città e la sua memoria.

Vaprio d’Adda (MI)
VILLA PIZZAGALLI ALESSANDRINI
Affacciata sulla Riviera di Vaprio d’Adda, tra villa Melzi d’Eril e villa Visconti di Modrone, Villa Pizzagalli Alessandrini è uno dei luoghi più suggestivi del borgo storico. Commissionata attorno al 1830 dall’ingegnere e architetto Felice Pizzagalli, fu completata a fine Ottocento, La villa, oggi di proprietà della famiglia Pirotta, si distingue per i due corpi architettonici, uno giallo e uno rosso, separati ma uniti da un elegante porticato, e per la torretta ottagonale con terrazza panoramica sul fiume e su Canonica d’Adda. Arrivati a Vaprio, si è subito rapiti dalla bellezza del luogo, si è attratti dal “vortice”, il ponte che consente di raggiungere piazza Cavour dall’alzaia del Martesana, si rimane colpiti dall’infilata di ville storiche che si affacciano sul naviglio e sull’Adda. Una concentrazione di bellezza che esige di fermarsi e ammirare ciò che attraverso gli occhi comunica al cuore. È questa l’occasione per visitare villa Pizzagalli Alessandrini, abitazione privata il cui ingresso è consentito dalla generosità dei proprietari. Dopo l’illustrazione del contesto in cui è situata, con l’importante presenza del fiume, si accennerà alle circostanze che nei secoli scorsi portarono numerose famiglie aristocratiche qui in villeggiatura. Si passerà quindi ai caratteri della villa che ci ospita. Infine si entrerà nei locali dell’abitazione soffermandoci sui residenti più famosi, in particolare l’ing. Pizzagalli e l’attrice Anna Magnani con la cerchia di registi e attori che negli anni Trenta frequentavano la casa, ma ancor più il suo prezioso giardino.

 

Elenco completo dei luoghi aperti in LOMBARDIA e modalità di partecipazione all’evento su: https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/i-luoghi-aperti/?regione=LOMBARDIA

Si ringrazia la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, da anni al fianco del FAI in occasione degli eventi nazionali. Nel corso delle Giornate FAI d’Autunno cinquanta siti storici, artistici e culturali destinatari di finanziamenti europei o rappresentativi delle politiche europee, saranno visitabili a testimonianza dell’impegno dell’Europa nella salvaguardia e sviluppo del patrimonio culturale italiano ed europeo. Le Giornate FAI d’Autunno 2025 si svolgono con il Patrocinio del Ministero della Cultura, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. Si ringrazia per il Patrocinio e per il fondamentale contributo Regione Lombardia.

Si ringraziano la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, da tempo al nostro fianco con i suoi volontari, e il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze armate che hanno concesso l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo. Si ringrazia il Fondo Edifici di Culto per averci concesso l’apertura di alcune chiese di sua proprietà nell’ambito dell’accordo di collaborazione siglato con il Ministero dell’Interno. Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri e alla Croce Rossa Italiana.

 

Le Giornate FAI d’Autunno 2025 sono rese possibili grazie al fondamentale sostegno di importanti aziende illuminate:

Dolce&Gabbana, la casa di moda che fin dalla sua fondazione riconosce e promuove le eccellenze artigiane italiane e le bellezze artistiche e architettoniche del territorio, di nuovo vicina al FAI in qualità di Partner. Una speciale collaborazione basata sui valori comuni di italianità, cultura, tradizione, educazione e bellezza.

Groupama Assicurazioni, tra i principali player del settore assicurativo in Italia, da sempre impegnata nella salvaguardia del nostro patrimonio e già Corporate Golden Donor del FAI, rinnova il suo sostegno all’evento in qualità di Sponsor per il terzo anno consecutivo.

Seda International packaging Group, fondata in Italia nel 1964 e con sedi in Europa e Nord America, è un’eccellenza internazionale leader nella produzione di food packaging in carta. Già a fianco della Fondazione nella cura e manutenzione della Baia di Ieranto (Bene FAI a Massa Lubrense), consolida il suo sostegno in qualità di Sponsor dell’evento come naturale espressione dei propri valori aziendali, innovazione, sostenibilità e tutela del patrimonio ambientale. 

Despar, presente da sessantacinque anni in Italia con oltre 1300 punti vendita a insegna Despar, Eurospar e Interspar e attenta alle esigenze dei territori in cui è presente, dal 2022 è vicina al FAI e per il terzo anno Sponsor dell’evento. 

Si ringrazia Ferrero, storica amica del FAI, che per l’occasione offrirà le specialità Ferrero Rocher, fresche di produzione, in una selezione di luoghi.

Si ringrazia, inoltre, ITA Airways, azienda sostenitrice per il terzo anno consecutivo e che ha scelto di affiancare il FAI per contribuire alla tutela del patrimonio italiano di arte e natura.

Grazie, infine, a Ferrarelle Società Benefit, Partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI, che ha donato il proprio prodotto per l’iniziativa ed è presente tra i luoghi visitabili con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE), patrocinato FAI ed esempio virtuoso di gestione responsabile delle risorse custodite, nonché di valorizzazione del patrimonio agricolo-paesaggistico.

 

Le Giornate FAI d’Autunno chiudono la Settimana di sensibilizzazione Rai dedicata ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dal 6 al 12 ottobre, come ormai da oltre 10 anni, Rai conferma l’impegno del Servizio Pubblico multimediale alla promozione, cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano. Rai sarà infatti in prima linea al fianco del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay e RaiPlay Sound per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio. Rai è Main Media Partner del FAI e supporta in particolare le Giornate FAI d’Autunno 2025 anche attraverso la collaborazione di Rai per la Sostenibilità ESG.

 

Il FAI ringrazia la FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta per la preziosa e duratura collaborazione, che rappresenta un passo importante volto a coniugare la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale con un modello di mobilità dolce, capace di valorizzare i territori e ridurre l’impatto ambientale.

 

Grazie di cuore per l’organizzazione e la gestione dell’iniziativa a tutti i Delegati della Rete territoriale del FAI – 19 Direzioni Regionali, 134 Delegazioni, 112 Gruppi FAI, 94 Gruppi FAI Giovani e 18 Gruppi FAI Ponte tra culture – e a tutti i volontari attivi in Italia.

 

Un ringraziamento anche ai 9.000 Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti dal FAI nel loro territorio, sentendosi direttamente coinvolti nella vita sociale e culturale della loro comunità.

 

Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.

 


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