Conseguenze di un’ informazione scorretta.

di Achille Colombo Clerici
L’informazione corretta è uno dei capisaldi della democrazia. Ma sul tema del Coronavirus, l’impressione è che stiamo subendo una infodemia vera e propria, cioè una overdose di informazione. Dalla stampa alle televisioni, ai social, alle radio; è un bombardamento assillante e straniante. Centinaia di pagine e di ore di trasmissione per ospitare anche volti e pareri di politici, esperti, cittadini, troppo spesso soltanto alla ricerca di visibilità.
I media, per attirare l’attenzione del pubblico, espongono a cronache allarmanti facendo crescere la sproporzione tra rischi oggettivi e paure personali, in una vera e propria escalation alla ricerca di notizie rassicuranti. Auspicabile quindi ridurre la sovraesposizione alle informazioni per non venir sopraffatti da notizie contraddittorie che possano aumentare i livelli di ansia con il rischio di distorsioni cognitive e affidarsi all’informazione essenziale, rifacendosi a dati rilasciati da fonti ufficiali.
Il dramma Covid impazza nei talk show: sul dovere di informazione prevale lo spettacolo, con risse verbali e sceneggiate volgari.
Sono venuti meno i riferimenti etici, morali, culturali. Tra le istituzioni centrali e regionali poi si è allo scontro aperto.
Si parla, con enfasi non del tutto ingiustificata, di guerra contro il virus. Si adotti quindi la serietà che il tempo di guerra impone.
Ma c ‘è un aspetto che giova sottolineare. Un’informazione fuorviante causa gravi effetti negativi oltre che sul piano psicologico, anche sul piano economico.
Dall’estero mi giungono messaggi di solidarietà il cui tono fa supporre che si stia diffondendo l’immagine di una città e di una regione non solo allo stremo, ma quasi “appestate”. Non c’è di peggio per dissuadere i futuri turisti dallo sceglierle come meta dei loro viaggi e gli operatori stranieri dal collocarvi gli investimenti finanziari.
E’ un calo di immagine che va contrastato sin da ora, senza aspettare che si consolidi nella mente degli stranieri. Le enormi riserve di energia, capacità, inventiva, forza economica, imprenditoriale, tecnologica, ed il ricchissimo patrimonio di beni culturali di Milano e della Lombardia ci legittimano a spendere un impegno, per sostenere l’immagine smagliante della nostra città e della nostra regione, non dome.