UNICEF/G20: i membri del G20 hanno ricevuto 15 volte più dosi pro capite di vaccino contro il COVID 19 dei paesi dell’Africa subsahariana.

epa09369683 A nurse prepares a dose of Moderna's vaccine against COVID-19, in Hanoi, Vietnam, 27 July 2021. Around 390,000 people in Vietnam have been fully vaccinated against COVID-19, according to the latest official data. EPA/LUONG THAI LINH

Secondo una nuova analisi dell’UNICEF, i paesi del G20 hanno ricevuto un numero di dosi pro capite di vaccino contro il COVID-19 15 volte maggiore rispetto ai paesi dell’Africa subsahariana*.

L’indagine, condotta dall’azienda di analisi scientifiche Airfinity, rivela la gravità della disuguaglianza nell’accesso ai vaccini fra i paesi ad alto reddito e quelli a basso reddito, soprattutto in Africa.

Le dosi pro capite distribuite ai paesi del G20 sono:

  • 15 volte più alte rispetto alle dosi pro capite consegnate ai paesi dell’Africa subsahariana;
  • 15 volte più alte rispetto alle dosi pro capite ricevute dai paesi a basso reddito;
  • 3 volte più alte rispetto alle dosi pro capite ricevute da tutti gli altri paesi messi insieme.

“La diseguaglianza nell’accesso ai vaccini non sta solo frenando i paesi più poveri, ma sta frenando il mondo intero,” ha dichiarato Henrietta Fore, Direttore generale dell’UNICEF. “Mentre i Leader si incontrano per definire le priorità della prossima fase della risposta al COVID-19, è fondamentale ricordare che, nella corsa al vaccino contro il COVID, o vinciamo insieme o perdiamo insieme.”

I paesi ricchi con più scorte di quante ne hanno bisogno si sono generosamente impegnati a donare queste dosi ai paesi a basso e medio reddito attraverso COVAX ma le dosi promesse vengono trasferite troppo lentamente. Delle 1,3 miliardi di ulteriori dosi che i paesi si sono impegnati a donare, sono state fornite a COVAX solo 194 milioni.

I paesi africani, in particolare, sono stati ampiamente lasciati senza accesso ai vaccini contro il COVID-19. Meno del 5% della popolazione africana è completamente vaccinata, lasciando molti paesi a rischio elevato di ulteriori epidemie.

Mentre i Leader si preparano ad incontrarsi durante il G20 a Roma questa settimana, 48 ambasciatori e sostenitori dell’UNICEF in Africa hanno sottoscritto una lettera aperta. Chiedono ai Leader di onorare le loro promesse di distribuire urgentemente le dosi di vaccino, scrivendo che “la posta in gioco non potrebbe essere più alta”. I firmatari della lettera, che comprendono Angelique Kidjo, Arlo Parks, Davido, Tendai Mtawarira, Femi Kuti, Tony Elumelu, Ramla Ali, Winnie Byanyima e altri, chiedono ai Leader di donare i vaccini entro dicembre, insieme con le risorse necessarie per trasformare i vaccini in vaccinazioni.

 

“Ogni giorno l’Africa rimane non protetta, la pressione si accumula sui già fragili sistemi sanitari dove ci può essere una sola ostetrica per centinaia di madri e bambini”, si legge nella lettera. “Mentre la pandemia provoca un picco di malnutrizione infantile, le risorse vengono sottratte ai servizi sanitari salvavita e alle vaccinazioni infantili. I bambini già orfani rischiano di perdere i nonni. Il disastro incombe sulle famiglie dell’Africa sub-sahariana, 4 su 5 delle quali si affidano al settore informale per il loro cibo quotidiano. La povertà minaccia il ritorno a scuola dei bambini, la protezione dalla violenza e aumenta il rischio di matrimonio precoce”.

 

Secondo l’OMS, si stima che a livello globale siano fra gli 80.000 e i 180.000 gli operatori sanitari morti per COVID-19 fra gennaio 2020 e marzo 2021. Meno di 1 operatore sanitario su 10 in Africa è stato completamente vaccinato e oltre 128.000 sono stati contagiati dal virus. L’agenzia ha anche rilevato che solo 1 contagio su 7 viene tracciato in Africa a causa di test limitati, questo significa che il numero reale è probabilmente molto più alto.

 

“Salvare vite in Africa significa iniziare salvando le vite di coloro che salvano vite”, ha dichiarato Fore. “Troppe comunità nel continente africano erano già alle prese con sistemi sanitari in affanno. Non possono affrontare un altro anno di questa crisi globale sopportando così tante morti prevenibili e malattie prolungate.”