Tecnologia al servizio della beneficenza: Charity Wall traccia le donazioni di Take me Back con la blockchain.

La rapida ascesa del crowdfunding, che nel 2020 ha conosciuto un grande slancio dovuto alla situazione di difficoltà diffusa, generata dall’emergenza sanitaria che ha sviluppato un forte senso di solidarietà, ha portato con sé anche un aumento della criminalità informatica legata alle raccolte fondi. Un fenomeno tanto più sgradevole se si tratta di truffe che riguardano somme di denaro versate per beneficenza.

Per fermare questo trend, un aiuto può venire dalla tecnologia, in particolare dalla blockchain che consente di notificare in modo incontrovertibile i flussi di denaro e le attività svolte grazie alle donazioni.

In occasione di Reinventing 2021 (https://www.reinventingnonprofit.it/), l’evento dedicato alle innovazioni e allo sviluppo del Fundraising, della Comunicazione Sociale, della Responsabilità Sociale d’Impresa e delle Risorse Umane, in scena a Milano il 7 e l’8 ottobre, Luigi Jovacchini, co-founder e CIO di Consulenza e Risorse (https://consulenzaerisorse.it/) parlerà di un progetto di cui la società è stata artefice e protagonista insieme alla startup Charity Wall (http://www.charitywall.org) e alla onlus Take me Back (https://www.takemeback.eu/), con l’obiettivo di mostrare i vantaggi dell’impiego della tecnologia nella charity, a garanzia della trasparenza tanto verso il donatore quanto verso l’ente benefico stesso.

L’impegno di CeR a sostegno dei corrieri solidali di Take me Back

Da alcuni anni CeR sostiene la onlus Take me Back, che ha ideato un’innovativa forma di beneficenza che fa leva su una rete di corrieri solidali che, unendo il viaggio alla solidarietà, consegnano materiali scolastici nelle aree più povere del mondo. Dal 2016 ad oggi sono stati portati a termine tre progetti principali in Thailandia, Sri Lanka e Tanzania: “Le donazioni che riceviamo servono per l’acquisto di materiali scolastici, come libri, cancelleria, vestiario e cibo: solitamente li compriamo sul posto per stimolare l’economia locale oltre che per creare legami con la comunità, grazie ai quali ci è anche possibile gestire in maniera più agili gli ulteriori progetti benefici, che si sono sviluppati collateralmente” spiega Antonio Di Leonardo che insieme ad Andrea Mariani ha fondato Take me Back.

CeR, in particolare, ha contribuito al finanziamento del docufilm Serendip, disponibile su Netflix, che racconta la missione in Sri Lanka, e fatto una donazione per la missione in Tanzania che ha aiutato 800 bambini: “In quell’occasione ho pensato di fare un passaggio in più in ottica di trasparenza e di notarizzare la nostra donazione – racconta Luigi JovacchiniPer farlo, ci siamo rivolti a Charity Wall, una startup che fa parte dell’ecosistema di oltre 80 realtà imprenditoriali innovative che negli anni CeR ha supportato per lo sviluppo di progetti relativi all’efficientamento energetico, all’innovazione industriale 4.0 e all’implementazione di nuove tecnologie, come blockchain, IoT, Intelligenza Artificiale”

La blockchain a supporto delle istituzioni benefiche

Charity Wall è startup genovese che ha messo a punto un sistema di strumenti  basati su blockchain che aiuta le organizzazioni non profit a gestire le transazioni e ad attrarre nuovi donatori. “Molto spesso la blockchain viene confusa con le criptovalute e questo, unito alla mancanza di trasparenza, genera diffidenza, soprattutto in Italia mentre in altri mercati, come l’Est Europa e gli Stati Uniti, abbiamo riscontrato maggiore apertura – spiega Luca Busolli, CEO di Charity Wall In realtà, la blockchain può essere utilizzata con scopo notarile, per tracciare flussi di denaro ma anche beni fisici, per dare prova, in modo certificato e immutabile, di come vengono utilizzati: una maggiore trasparenza può incrementare le donazioni fino al 50%“.

Nel caso della missione in Tanzania, l’erogazione di denaro di CeR è stata tracciata in blockchain, mentre il successivo impiego di denaro da parte di Take me Back, non essendo stato effettuato con metodi di pagamento tracciabili, è stato certificato grazie alla blockchain, notarizzando digitalmente una serie di documenti, come fatture e foto dell’acquisto e della consegna dei materiali. “Dal nostro sito o tramite la scansione di un QR Code, la onlus e i donatori possono ottenere certificati che attestano la veridicità delle informazioni relative ai progetti di una onlus. Inoltre, inserendo sul nostro sito singoli documenti come la ricevuta di pagamento di un donatore o le fatture per l’acquisto di materiali, si può sempre controllare se essi siano stati effettivamente certificati tramite blockchain” continua Luca Busolli.

L’esperienza con Charity Wall, promossa da CeR, per noi è stata positiva: è bastato caricare, in modo molto semplice e intuitivo i documenti sulla piattaforma per ottenere una certificazione ulteriore da poter fornire a coloro che ci sostengono. La tecnologia da questo punto di vista può davvero potenziare un valore che, per una onlus come la nostra, è sempre stato alla base di tutte le nostre attività: la trasparenza. Ci auguriamo che, grazie a una corretta informazione, venga superata la diffidenza verso questa tecnologia che può portare numerosi vantaggi e, in prospettiva, aiutare a promuovere le attività degli enti benefici” conclude Antonio di Leonardo.