Smog: 2020 è già sul podio delle annate peggiori. Milano supera i 35 giorni concessi dalla normativa europea.

MILANO 8/1/2020 - SMOG E NEBBIA - ANSA / ANDREA FASANI

Il 2020 per Milano comincia con un podio molto poco onorevole: quello degli anni più inquinati del decennio. Con 36 giornate di PM10 oltre la soglia, ieri le centraline hanno registrato il secondo anno peggiore del decennio in quanto a rapidità con cui Milano si è qualificata fuori legge per smog. Solo nel 2011 fu più veloce: le cronache ricordano che in quell’anno la data di superamento arrivò già l’8 febbraio. I dati dimostrano che da inizio anno, 3 giorni su 4 sono trascorsi con livelli di polveri sottili oltre ogni limite concesso.

Tab. 1 Data del raggiungimento della soglia dei 35 giorni di superamento dei limiti di legge per la concentrazione di polveri sottili consentita dalla normativa europea

Anno

Data raggiungimento 35 giorni oltre i limiti di legge

2011

08/feb

2012

17/feb

2013

28/feb

2014

26/set

2015

04/mar

2016

28/set

2017

20/feb

2018

06/mar

2019

22/feb

2020

16/feb

Il significato di questa data non è solo simbolico: la direttiva europea in materia di inquinamento atmosferico (2008/50) stabilisce un limite di concentrazione tossica delle polveri sottili (50 microgrammi di PM10 per metro cubo), consentendone il superamento fino a un massimo di 35 giorni all’anno.

«L’Italia si trova già sottoposta a procedura di infrazione, proprio per lo sforamento sistematico della tolleranza dei 35 giorni di superamento dei limiti – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. A quanto pare, non sembra volersi smentire nemmeno nell’anno in corso, cominciato sotto migliori auspici dopo un 2019 in cui un generale miglioramento dei dati sullo smog aveva fatto ben sperare. Senza tavoli di coordinamento sovra-regionali, le azioni spot messe in campo dalle singole amministrazioni comunali possono contenere temporaneamente l’emergenza, ma non riescono da sole a contrastare una situazione cronica che caratterizza tutto il bacino padano e che necessita di interventi strutturali su più livelli: mobilità, edilizia, agricoltura».

Se i superamenti a Milano non stupiscono, considerato il milione di veicoli che quotidianamente invade la città, per Cremona, Pavia e Mantova il divario da Milano è solo questione di pochi giorni e la causa è da ricercarsi nelle emissioni di ammoniaca da parte degli allevamenti intensivi: un gas che, reagendo con i NOx prodotti dai motori diesel, forma particelle sospese costituite da cristalli di nitrato d’ammonio. La situazione degli altri capoluoghi di provincia, infatti, è differenziata: se le province montane e pedemontane se la passano relativamente bene, e l’uso di caminetti e stufe a legna (molto diffuse nei territori di Lecco, Sondrio e Varese) non riesce a scalfire la predominanza di giornate di aria pulita, molto peggio vanno le cose per il drappello delle città capoluogo della zootecnia.

«La metà del PM10 ha origine zootecnica, una fonte ancora eccessivamente sottovalutata, considerato che la Lombardia è la regione con la maggior densità di capi allevati in Italia, e su cui sarebbe il caso di cominciare a ragionare – spiega Barbara Meggetto – perché è ormai evidente che il carico zootecnico della regione ha raggiunto livelli insostenibili. Con 1,4 milioni di bovini e 4,5 milioni di suini stipati negli enormi allevamenti, in termini di massa corporea è come se in Lombardia vivessero 25 milioni di abitanti in più rispetto agli oltre 10 milioni registrati all’anagrafe».

Tab. 2 Giorni di superamento nelle città capoluogo di provincia dei limiti di legge fissati dalla normativa europea a 50 microgrammi per metrocubo 

Capoluogo
Provincia

Giorni di superamento
(PM10 > 50 ppm)

MILANO

36

PAVIA

34

CREMONA

32

MANTOVA

29

MONZA

29

BRESCIA

28

LODI

25

COMO

22

BERGAMO

17

VARESE

9

SONDRIO

6

LECCO

6