Il consiglio di amministrazione di Gruppo San Donato SpA, riunitosi con procedura di urgenza, a seguito dei gravi fatti verificatisi nella notte tra il 6 del 7 dicembre scorso nell’ospedale San Raffaele di Milano, comunica di aver votato all’unanimità la procedura di revoca nei confronti del dottor Francesco Galli, amministratore unico dell’Irccs Ospedale San Raffaele. Galli, venuto a conoscenza dell’avvio della procedura, ha comunicato le proprie irrevocabili dimissioni.
Nella medesima seduta del Consiglio, l’ingegner Marco Centenari è stato indicato quale nuovo amministratore unico dell’Ospedale San Raffaele.
Centenari, nella duplice veste di amministratore delegato del Gruppo San Donato e amministratore unico dell’Ospedale San Raffaele, ha confermato la totale disponibilità della struttura ospedaliera e di tutti i professionisti coinvolti, affinché sia assicurata la assoluta trasparenza e siano tutelate prima di tutto la salute e la sicurezza dei cittadini.
Nelle ultime ore erano state denunciate una serie di criticità organizzative nel reparto cure intensive.
Ma cosa è successo? Lo racconta Nurse24.it:
Il terzo piano del padiglione Iceberg, che comprende Medicina ad alta intensità, Medicina di cure intensive e Admission Room, è andato in crisi nella notte tra il 6 e il 7 dicembre.
Secondo le ricostruzioni interne, gli infermieri della cooperativa esterna, al loro primo giorno di servizio (quas tutti stranieri, ndr), avrebbero commesso una serie di errori che hanno messo a rischio i pazienti più fragili.
Le comunicazioni interne circolate tra la notte di sabato e la mattina successiva tracciano un quadro molto critico della prima giornata di attività affidata alla cooperativa.
In quelle ore, diversi professionisti hanno segnalato «gravi difficoltà assistenziali» emerse fin dal debutto del nuovo servizio, con situazioni considerate ad altissimo rischio per i pazienti più instabili.
Segnalati diversi errori ripetuti e una gestione definita «pericolosa» sia per gli assistiti sia per i medici presenti. In una delle segnalazioni, un infermiere riferisce di non aver ricevuto nessun affiancamento prima di entrare in turno e di non conoscere la collocazione dei farmaci.
Un’altra infermiera, con difficoltà linguistiche e scarsa familiarità con i preparati, avrebbe confuso l’Amiodarone 150 mg con un inesistente “modarone 500 mg” e avrebbe somministrato il farmaco a una velocità dieci volte superiore a quella prescritta, infondendo 200 ml/h invece di 20 ml/h. Poco dopo, la stessa professionista si sarebbe allontanata dal reparto e non avrebbe più fatto ritorno.
Le criticità non si fermano qui. Un’altra infermiera non sarebbe stata in grado di utilizzare il sistema di chiamata per contattare il medico di guardia, mentre in molti casi le terapie somministrate non risultavano annotate in cartella clinica, rendendo impossibile verificare il trattamento effettivamente ricevuto dai pazienti.
Per applicare correttamente la ventilazione non invasiva a un malato, il personale è stato costretto a chiedere l’intervento urgente di un infermiere di Neurochirurgia e di un medico rianimatore, normalmente non presenti nel reparto.
Il personale interno, preoccupato per la sicurezza dei ricoverati, ha definito la situazione «inaccettabile» e «insostenibile», segnalando che il ripetersi di errori gravi avrebbe potuto portare a conseguenze irreversibili. In una mail interna, un medico sottolinea che «proseguire così significa esporsi a rischi enormi; un errore irreparabile è solo questione di tempo». Tentativi di chiedere alla cooperativa l’invio di personale più esperto non avrebbero ricevuto risposta utile.
Alla base del caos, secondo quanto riportato, vi sarebbe la decisione dell’amministratore unico Francesco Galli di affidare a una cooperativa esterna reparti particolarmente delicati, nonostante i dubbi sollevati dal personale interno. La cooperativa sarebbe stata impiegata soprattutto nei reparti che si occupano dei cosiddetti pazienti “non paganti”, mentre nei mesi precedenti erano state segnalate dimissioni di un numero significativo di infermieri assunti direttamente dalla struttura.
La scelta di appaltare reparti complessi rientra in un più ampio processo di riorganizzazione che, nei mesi scorsi, aveva già generato tensioni: limitazione degli accessi al punto prelievi, riduzione del personale amministrativo, esternalizzazione di pulizie e manutenzione. Secondo i sindacati Cub e Rsu, quanto accaduto sarebbe “la cronaca di un disastro annunciato”, conseguenza di tagli che hanno indebolito la qualità del lavoro e spinto molti professionisti a lasciare l’ospedale.
“Gestiamo una regione con 10 milioni di abitanti, oltre 200 ospedali tra pubblici e privati e 120mila dipendenti solo nel comparto del welfare. È fisiologico che ogni giorno possano presentarsi criticità: sarebbe impossibile pensare che tutto funzioni sempre alla perfezione. Quando emerge un problema specifico, interveniamo immediatamente, come abbiamo fatto con l’autorità del San Raffaele”, ha spiegato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Guido Bertolaso, in merito alle segnalazioni di criticità emerse ieri riguardanti l’ospedale San Raffaele di Milano.
“La decisione assunta dal Consiglio di amministrazione del San Raffaele rappresenta un esempio concreto di sinergia fra pubblico e privato. È evidente che prima della riunione del Cda ci sia stato un confronto con i vertici del Gruppo San Donato, e i risultati si sono visti da subito”, ha chiarito l’assessore in una nota, sottolineando come il sistema sanitario lombardo sia impegnato nel monitoraggio e nella prevenzione delle situazioni complesse ed evidenziando il coordinamento tra istituzioni e settore privato: la Regione Lombardia, si spiega ancora nella nota, continuerà a seguire da vicino l’evoluzione della situazione. “Approfondiremo nel dettaglio quanto accaduto e, se necessario, adotteremo ulteriori misure correttive”.
Dopo la segnalazione di una serie di criticità organizzative nel reparto cure intensive – fatti che si sono verificati nella notte tra il 6 del 7 dicembre scorso nell’ospedale San Raffaele – ieri in tarda serata il consiglio di amministrazione del Gruppo San Donato, riunitosi con procedura d’urgenza, ha comunicato di aver votato all’unanimità la procedura di revoca nei confronti di Francesco Galli, amministratore unico dell’Irccs di via Olgettina. Galli, venuto a conoscenza dell’avvio della procedura, ha comunicato le proprie irrevocabili dimissioni. “Il San Raffaele – ha concluso Bertolaso – è per noi una risorsa fondamentale, un vero fiore all’occhiello della sanità italiana, riconosciuto tra i migliori 100 ospedali al mondo. Ci teniamo che continui a operare con gli standard di eccellenza che lo hanno sempre contraddistinto”.
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