Sala alla commemorazione di Sergio Ramelli: passi avanti ma riconciliazione non ancora completata. De Corato: dispiace che non avesse la fascia tricolore, è un gesto politico.

Un momento della commemorazione ai Giardini intitolati a Sergio Ramelli (Foto Mianews)

Si è tenuta questa pomeriggio la commemorazione di Sergio Ramelli, militante 18enne dell’Msi aggredito il 13 marzo 1975 da un gruppo di Avanguardia operaia e morto il 29 aprile per le ferite riportate, con la deposizione delle corone ai giardini Segio Ramelli, in zona città studi. Hanno preso parte alla cerimonia il sindaco Giuseppe Sala, il vicesindaco e assessore alla Sicurezza, Anna Scavuzzo, l’assessore alla Mobilità Marco Granelli, l’assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia Riccardo De Corato, il capogruppo di FdI Andrea Mascaretti e l’eurodeputato Carlo Fidanza.

“Penso alle morti di Ramelli, Pedenovi e anche a quella di Calabresi che sono state tutti negli anni ’70. Con tutti i limiti della nostra vita attuale e di questa società credo che siano momenti migliori, i conflitti sociali che c’erano una volta erano più gravi per cui il percorso di riconciliazione non sarà mai finito, però credo che del percorso sia stato fatto”, ha commentato il sindaco Giuseppe Sala.

“La commemorazione di oggi in memoria di Sergio Ramelli e di Enrico Pedenovi, dopo gli arresti degli ex terroristi rossi avvenuti ieri in Francia, mi riporta indietro con la memoria a quegli anni. Oggi nessun giovane potrebbe immaginarsi cosa volesse dire essere di destra allora. Fortunatamente quel periodo ormai è memoria storica e mi auguro che non si ripeta più. Questi giardini sono stati intitolati alla memoria di Ramelli dall’Amministrazione comunale. Avrei voluto vedere il Sindaco di Milano, Beppe Sala, partecipare a questa ricorrenza con la fascia tricolore a nome della città intera e non come un comune cittadino. La scelta di non indossarla ha sicuramente un valore politico. Non si spiega, altrimenti, perché in tutte le altre celebrazioni la indossi, al contrario di oggi”. Così in una nota il consigliere comunale di Fratelli d’Italia e assessore regionale Riccardo De Corato in merito alle commemorazioni di questo pomeriggio presso i giardini Ramelli e la stele in viale Lombardia davanti all’abitazione di Pedenovi in occasione del 46esimo anniversario della morte di Sergio Ramelli e del 45esimo dall’uccisione di Enrico Pedenovi.

“Ogni anno il 29 aprile il mio pensiero va a tutti quei ragazzi che per degli ideali non condivisi da altri sono stati barbaramente uccisi. – prosegue De Corato – Dopo gli arresti di ieri in Francia, questo giorno ci ricorda che per no-global e antagonisti uccidere ragazzi di destra non era reato come hanno scritto persino sui muri. Poco hanno pagato gli assassini di Sergio ed Enrico. Gli esecutori materiali oggi sono Professori, Dottori o persone che hanno potuto costruirsi una loro vita. Nessun libro di pentimento da parte loro, ma solo righe di contestualizzazione degli eventi verificatisi negli anni di piombo”.

“La commemorazione di oggi in memoria di Sergio Ramelli e dio Enrico Pedenovi, dopo gli arresti degli ex terroristi rossi avvenuti ieri in Francia, mi riporta indietro con la memoria a quegli anni. Oggi nessun giovane potrebbe immaginarsi cosa volesse dire essere di destra allora. Fortunatamente quel periodo ormai è memoria storica e mi auguro che non si ripeta più. Questi giardini sono stati intitolati alla memoria di Ramelli dall’Amministrazione comunale. Avrei voluto vedere il Sindaco di Milano, Beppe Sala, partecipare a questa ricorrenza con la fascia tricolore a nome della città intera e non come un comune cittadino. La scelta di non indossarla ha sicuramente un valore politico. Non si spiega, altrimenti, perché in tutte le altre celebrazioni la indossi, al contrario di oggi”. Così in una nota il consigliere comunale di Fratelli d’Italia e assessore regionale Riccardo De Corato in merito alle commemorazioni di questo pomeriggio presso i giardini Ramelli e la stele in viale Lombardia davanti all’abitazione di Pedenovi in occasione del 46esimo anniversario della morte di Sergio Ramelli e del 45esimo dall’uccisione di Enrico Pedenovi.

“Ogni anno il 29 aprile il mio pensiero va a tutti quei ragazzi che per degli ideali non condivisi da altri sono stati barbaramente uccisi. – prosegue De Corato – Dopo gli arresti di ieri in Francia, questo giorno ci ricorda che per no-global e antagonisti uccidere ragazzi di destra non era reato come hanno scritto persino sui muri. Poco hanno pagato gli assassini di Sergio ed Enrico. Gli esecutori materiali oggi sono Professori, Dottori o persone che hanno potuto costruirsi una loro vita. Nessun libro di pentimento da parte loro, ma solo righe di contestualizzazione degli eventi verificatisi negli anni di piombo”. (MiaNews)