La Commissione europea ha deciso di rimuovere le misure straordinarie imposte sugli allevamenti suinicoli in Lombardia, con particolare riferimento alla provincia di Lodi e a quella di Pavia. Si tratta di un passo atteso da tempo, che segna una svolta per un comparto che negli ultimi mesi ha dovuto affrontare chiusure, vincoli e limitazioni legate al contenimento della peste suina africana.
La decisione è arrivata dopo le valutazioni tecniche delle autorità veterinarie e fa seguito a un miglioramento della situazione epidemiologica, con una riduzione significativa dei rischi di diffusione del virus. La revoca delle restrizioni consentirà la ripresa della movimentazione degli animali e delle carni, oltre a riaprire la strada alla normalizzazione delle attività produttive e commerciali. Rimangono comunque in vigore protocolli di sorveglianza rafforzata e obblighi di biosicurezza per prevenire nuove recrudescenze.
Secondo gli osservatori del settore, il ritorno a condizioni meno restrittive rappresenta una boccata d’ossigeno per la filiera suinicola lombarda, che ha pagato un prezzo altissimo in termini di abbattimenti, perdite economiche e chiusura dei mercati. L’europarlamentare Carlo Fidanza ha definito la revoca delle misure «un risultato straordinario» attribuendo il merito al lavoro del governo, delle istituzioni e soprattutto degli allevatori, impegnati in prima linea nel rispettare le regole di contenimento.
La peste suina africana resta comunque una minaccia concreta: non esistono vaccini e la malattia continua a circolare in diverse aree d’Europa, in particolare tra i cinghiali selvatici. Per questo le autorità locali e nazionali continueranno a monitorare attentamente il territorio lombardo, consapevoli che la ripresa economica e la stabilità del comparto dipendono dalla capacità di mantenere elevati standard di prevenzione e controllo.
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