Legambiente Ecosistema Urbano 2020, Mantova seconda.

Una Lombardia divisa tra buone pratiche – una su tutte la raccolta differenziata – che migliorano di anno in anno e problemi cronici – uno su tutti l’inquinamento atmosferico – che invece continuano a non trovare soluzione. È questa la fotografia della nostra regione che emerge da Ecosistema Urbano 2020, il report annuale sulle performance ambientali dei capoluoghi italiani stilato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. 

In testa alle città lombarde c’è Mantova che, come nel 2019, mantiene la seconda posizione nella classifica assoluta nonostante un lieve calo della media generale. Il capoluogo lombardo, al di là delle criticità legate all’inquinamento atmosferico comuni alle altre province della regione, vede scendere di poco i consumi idrici, mentre peggiorano le perdite della rete che però rimangono appena al di sopra del 15%, settimo capoluogo assoluto in questo indice. Sale la produzione totale di rifiuti (da 513 Kg pro capite all’anno a 531 quest’anno), ma continua a crescere la raccolta differenziata dove Mantova è la terza assoluta (dopo Ferrara e Pordenone), con una percentuale di 85,6% (era poco al di sotto dell’85% nel 2018). Più o meno stazionari i numeri negli altri indici tranne quello relativo alla presenza di alberi, nel quale il capoluogo lombardo migliora di poco, e quello dell’uso efficiente del suolo, dove invece Mantova fa registrare una flessione, seppur lieve.

La classifica generale – visibile nella tabella allegata – vede quindi le città lombarde così posizionate: Mantova 2a, Cremona 13esima, Sondrio 18esima, Lodi 25esima, Milano 29esima, Bergamo 30esima, Brescia 34esima, Como 37esima, Pavia 53esima, Varese 62esima, Lecco 63esima, Monza 85esima. 

In termini di punteggio, i risultati delle città lombarde rimangono nel complesso simili a quelli del 2019. 

Nel rapporto vengono presi in considerazione diversi indicatori: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. I parametri derivano tutti da dati originali raccolti da Legambiente, eccezion fatta per uso efficiente del suolo (elaborazione Legambiente su dati Ispra e Istat), capacità di depurazione e verde (Istat), tasso di motorizzazione e incidenti stradali (ACI e ACI-Istat). L’insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria complessiva dei 104 capoluoghi esaminati nel report copre i principali componenti ambientali presenti in una città, valutando tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale.

«Quest’anno Ecosistema Urbano ha un significato particolare perché fotografa la situazione delle nostre città appena prima dello tsunami Covid» dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. «Proprio per questo il quadro che ne emerge ci deve servire per fissare nuovi parametri per i mesi che verranno. Già al termine della prima ondata avevamo sottolineato la necessità di ripartire mettendo l’ambiente al centro delle politiche urbane in ogni ambito: energia, mobilità, rifiuti, urbanistica e spazi verdi. Invece negli scorsi mesi anche in Lombardia accanto a scelte politiche lungimiranti abbiamo visto ancora troppe resistenze e lentezze, a partire per esempio dal mancato incremento del trasporto pubblico non a caso finito al centro delle polemiche nell’ultimo periodo. Adesso che la seconda ondata è ormai arrivata, rinnoviamo il nostro appello a usare i prossimi mesi per fare sistema e incrementare le buone pratiche che già sono realtà in diverse città lombarde. I fondi europei che arriveranno nel nostro Paese devono assolutamente essere usati anche in Lombardia per sostenere la transizione ecologica e per rendere le nostre città più moderne, sostenibili e sicure.» 

Per quanto riguarda il confronto tra le grandi città italiane, Milano – 29esima nella classifica assoluta – conferma il suo distacco rispetto a Roma (89esima), Torino (80esima) e Napoli (90esima). Come sottolineato dal rapporto, «la metropoli lombarda è quella che più di tutte negli ultimi anni ha tentato di spostare sempre più su l’asticella della vivibilità urbana riuscendo a rendere stabili alcuni cambiamenti. Questo andamento, oltre che dai buoni esempi di progettualità sottolineati dalle buone pratiche, lo si vede anche dai numeri. Dati che evidenziano, ad esempio, la scelta di promuovere sempre più un sistema di mobilità condivisa e integrata con il servizio di trasporto pubblico, limitando fortemente il traffico privato in centro. Cresce costantemente lo spazio dedicato a pedoni e ciclisti, aumentano i servizi in sharing (bici, auto, monopattini) e sono ormai stabili i passeggeri trasportati dal servizio di TPL (il capoluogo meneghino è secondo solo al caso particolare di Venezia, con 468 viaggi per abitanti all’anno). Milano è l’unica grande città ad avere una rete idrica che perde molto meno del 25% dell’acqua immessa in rete: quarta assoluta con appena il 13,7% di perdite (era 15,2% lo scorso anno); è la città che ha invertito la proporzione tra suolo impermeabilizzato o costruito e crescita di abitanti residenti: è prima nell’indice del consumo di suolo ed è l’unica a totalizzare 10/10, come già lo scorso anno». Proprio il dato sullo stop al consumo di suolo è di particolare rilevanza considerato che Milano è la città che sta crescendo di più in parametri demografici, sia in valore assoluto che in termini relativi, oltre che in dotazioni di infrastrutture e servizi.

«I risultati di Milano, pur ovviamente con ampi margini di miglioramento, confermano le buone pratiche messe in campo dall’amministrazione comunale in questi anni in termini di mobilità sostenibile e politiche urbane tese a recuperare lo spazio per le persone» commenta Federico Del Prete, presidente del circolo Legambici. «Politiche che sono state messe in campo anche negli scorsi mesi e che devono essere assolutamente incentivate anche nei mesi e negli anni a seguire, a prescindere da chi vincerà le elezioni. Anche in questa fase delicata, Milano deve seguire con ancora maggiore decisione l’esempio delle altre metropoli europee – da Londra a Parigi, da Barcellona ad Amsterdam – sempre più unite nella costruzione di una “nuova normalità” fondata su mobilità dolce e trasporto pubblico capillare, spazi urbani sottratti al traffico e restituiti alla vita di quartiere, strade slow più sicure e vivibili.»

Il rapporto di Ecosistema Urbano è scaricabile su www.legambiente.it 

TABELLA 1

LE CITTÀ LOMBARDE NELLA CLASSIFICA NAZIONALE ECOSISTEMA URBANO 2020, 2019 E 2018

Ecosistema Urbano Posizione 2020 Punti 2020
Mantova 2 76,75%
Cremona 13 66,61%
Sondrio 18 63,53%
Lodi 25 62,22%
Milano 29 60,22%
Bergamo 30 60,11%
Brescia 34 59,68%
Como 37 58,97%
Pavia 53 54,17%
Varese 62 52,32%
Lecco 63 51,93%
Monza 85 41,46%

 

Fonte: Legambiente, Ecosistema Urbano (Comuni, dati 2019) – Elaborazione: Ambiente Italia