La mafia al Nord, l’incontro di Brescia.

Si è concluso questa mattina a Brescia il quinto ciclo di incontri organizzati dalla Regione Lombardia in collaborazione con Avviso Pubblico nell’ambito del progetto Percorsi di formazione e conoscenza contro mafia e corruzione.

Il progetto, che prevede la realizzazione di un totale di 22 eventi formativi nelle 11 tappe provinciali, mira a sviluppare iniziative di conoscenza, formazione e scambio di buone prassi amministrative, volte a far maturare sensibilità rispetto alla prevenzione e al contrasto alle mafie e alla corruzione e di ogni altro reato connesso alle attività illecite e criminose.

A Brescia si è discusso della presenza delle mafie nel Nord Italia, del modo in cui si sono inserite nel sistema economico e nella società, di come si sono radicate e di quello che oggi gli Enti locali, in particolar modo, ma anche tutti i cittadini possono fare per prevenirle e contrastarle.

Due eventi – uno serale di carattere generale, e l’altro mattutino dai contenuti specialistici – che hanno visto la partecipazione di amministratori locali, funzionari e dipendenti comunali, giornalisti e cittadini.  Gli incontri sono stati moderati da Francesco Vignola, Dipartimento Formazione di Avviso Pubblico.

Dopo i saluti istituzionali, ad aprire il seminario l’intervento del tenente colonnello Angelo Frescoso, Capo Sezione Operativa della Direzione Investigativa Antimafia di Brescia, il quale ha spiegato ai presenti il ruolo e i modi in cui la DIA opera sui territori.

“La verità è che noi siamo sempre in ritardo rispetto alle mafie. Quando noi arriviamo loro sono già da un’altra parte – ha affermato Giuseppe Baldessarro, giornalista de La Repubblica -. Le organizzazioni mafiose cambiano continuamente e noi non riusciamo a cambiare con la loro stessa velocità. Per anticiparle bisogna studiarle, conoscerle, definire il problema. Dobbiamo capire di finanza, di economia, di imprenditoria, di sistemi. Le mafie non sono più clan ma sono sistemi”. Poi rivolgendosi agli amministratori locali ha continuato “Voi potete dare un grande contributo per combattere le mafie attraverso lo strumento della trasparenza, l’accessibilità e la pubblicità degli atti amministrativi. Se tutti noi riusciamo a fare bene il nostro lavoro io credo che il tempo delle mafie presto sarà finito, ma serve  una volontà polita e un pizzico di coraggio. Le mafie si sconfiggono anche con qualche no”.

A seguire l’intervento di Federica Cabras, ricercatrice dell’Università di Milano: “Le mafie al Nord si inseriscono in diversi settori dell’economia legale, alcuni tradizionali, come quello del movimento terra e dello smaltimento di rifiuti, ma esse investono anche in ristoranti, pizzerie, in tutta la filiera del gioco d’azzardo, nella sanità. Questi investimenti non servono solo per rinvestire capitali illeciti o per cercare profitto ma hanno anche una funzione sociale, servono a tessere relazioni, a stare nella società, ad essere riconosciuti, ad entrare in alcuni mercati. Perché in fondo chi consente alle mafie di stare in un territorio? La società che le ospita”.

A concludere la due giorni di formazione Simona Melorio, ricercatrice dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli: “Il tema della negazione e della sottovalutazione per troppo tempo ha alimentato e favorito la presenza delle mafie. La negazione della presenze delle mafie al nord non nasce solo dall’ignoranza ma anche dalle relazioni in campo economico e con uomini della politica. Le mafie si sono sempre servite del rapporto con i potenti, con gli insospettabili. Ma c’è stata una domanda da parte di queste persone, alla quale loro hanno semplicemente risposto offrendo un servizio, come per esempio il caso Cirillo”. “I mafiosi non sono mai stati così ricchi come in questo periodo – ha concluso la Melorio – e i soldi che hanno li rinvestono in attività legali, soprattutto al Nord. Ecco come sono arrivate qui, attraverso la loro capacità di denaro e la convivenza con alcune persone che gli hanno permesso di entrare nella società, non rendendole più riconoscibili perché di fatto stanno in mezzo a noi e quindi è certamente molto più complicato combatterle. Non ci sono delle ricette contro le mafie. La prima cosa che serve per contrastarle e sconfiggerle è non lasciargli spazi di nessun tipo e tenere sempre la barra dritta”.

Percorsi di formazione e conoscenza contro mafia e corruzione prevede la realizzazione dei prossimi 2 eventi formativi a Monza il prossimo 21 e 22 maggio, durante i quali si discuterà di “Infiltrazioni mafiose e corruzione nella sanità pubblica e privata”. Per ulteriori informazioni: tutor@avvisopubblico.it