Goccia dopo Goccia, Affido Culturale arriva a Milano.

Con Goccia dopo Goccia, Affido Culturale arriva anche a Milano. Bambini in povertà educativa, insieme ai loro genitori, frequenteranno gratuitamente spazi culturali, insieme ad altre famiglie che normalmente sono più abituate a far vivere ai figli questo genere di esperienze.

La presentazione del progetto milanese sarà un’occasione di confronto tra stakeholder attivi a Milano e anche in Lombardia per promuovere formule innovative di sostegno alla produzione e alla disseminazione culturale, anche verso pubblici tradizionalmente poco coinvolti da queste dinamiche.

Mercoledì 3 novembre, dalle ore 10:30, alla Cascina Merlata di Milano, sita in via Pier Paolo Pasolini, sarà presentato “Goccia dopo Goccia_Affido Culturale a Milano”, voluto fortemente dall’Associazione Mitades e partito grazie ad un contributo economico del Municipio 8 del Comune di Milano.

 

Sensibilizzazione, accompagnamento alle fruizioni nei luoghi della cultura, contributo economico per accedere alle attività e creazione di una rete territoriale permanente a sostegno del consumo culturale dei bambini. Sono questi alcuni degli obiettivi di “Goccia dopo Goccia” che rappresenta l’avvio di Affido Culturale a Milano e l’estensione della rete nazionale del progetto già selezionato dall’Impresa sociale Con I Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa[1] e già attivo in quattro città, Napoli, Roma, Bari e Modena.

 

In questa prima fase milanese saranno coinvolte 25 coppie di famiglie a cui verrà proposto di partecipare insieme ad iniziative in luoghi culturali.

Come sottolinea Ivan Esposito, referente nazionale Affido Culturale “non esistono famiglie senza risorse e con questo progetto si intendono innanzitutto avvicinare famiglie e persone tra loro perché, oltre a fruire di attività culturali e contrastare la povertà educativa, si consolidi anche il tessuto sociale attorno a nuclei con minori”.

L’idea di Affido Culturale è valorizzare l’esperienza dell’affido familiare declinandola sulla fruizione di attività culturali. Il progetto AC alimenta i Patti Educativi affidando alle famiglie una dotazione di “e-ducati”, una moneta virtuale solidale, con cui pagare i biglietti di accesso a luoghi della cultura convenzionati, tra cui cinema, teatri, musei ed altri tipi di esercenti culturali che vogliono entrare a far parte della comunità educante. Le transazioni in e-ducati viaggiano su una app appositamente realizzata per il progetto che facilita il monitoraggio finanziario delle attività.

 

Alla mattinata di presentazione, organizzata da Mitades, sono stati invitati a partecipare stakeholders, sostenitori, istituzioni, esercenti culturali ed associazioni del terzo settore interessati al tema e che hanno risposto positivamente all’idea di attivare Affido Culturale a Milano.

L’incontro sarà moderato dalla giornalista Laura Fezzi. Tra i partecipanti alla discussione: Giulia Pelucchi, presidente Municipio 8 di Milano, il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Lobardia Riccardo Bettiga, il prof. Marco Musella dell’Università degli studi di Napoli Federico II, Ivan Esposito e Paola Picciocchi del Pio Monte della Misericordia (soggetto capofila del progetto AC nazionale), Luisa Strada storica dell’arte, socia e rappresentante dell’Associazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi e Silvia Baldini, presidente della APS Mitades.

Il dialogo sarà esteso e coinvolgerà i presenti in sala, tra cui, tra i già confermati: Impresa Sociale Con i Bambini, Fondazione Vismara, Fondazione per l’Infanzia Ronald Mac Donald, MUBA – Museo dei Bambini Milano, Ufficio Affidi del Comune di Milano, EuroMilano Spa, Mare Culturale Urbano, LOP LOP, SpazioTempo aps, ManiTese, Centro Salute del Bambino Onlus, Telefono Donna, Ambiente Parco impresa sociale srl Ets da Brescia, Forme Coop dalla Valtellina e Associazione La Soglia da Cantù.

L’incontro sarà visibile in streaming sui canali social di Mitades e resterà poi a disposizione.

 

Il progetto “Goccia dopo Goccia – Affido Culturale” si snoderà in tutta la città di Milano, dalle periferie al centro città. Mitades da 12 anni si occupa di rintracciare e offrire opportunità educative, culturali e di crescita rivolte a bambine, bambini e famiglie in particolare nei quartieri periferici di Gallaratese e Quarto Oggiaro. Da sempre l’”educazione alla bellezza” è un pilastro dell’identità associativa e la presidente Silvia Baldini ha subito abbracciato e sostenuto il progetto: “l’obiettivo è portare alcuni bambini che non hanno mai visto il Duomo di Milano ad uscire dal loro quartiere e fruire di esperienze belle e significative. Con il lancio di Affido Culturale a Milano desideriamo che sempre più sostenitori, enti culturali, persone si appassionino con noi al progetto e che si crei una grande comunità a sostegno dei minori e a difesa del loro diritto alla cultura”.

L’Associazione Mitades si occuperà di individuare le opportunità culturali presenti su tutta la città.  Oltre a quelle a pagamento, le famiglie saranno invitate a fruire anche di opportunità gratuite già presenti sul territorio. L’associazione, inoltre, si occuperà di individuare le famiglie destinatarie e le famiglie affidatarie ed effettuare i match tra loro, secondo criteri condivisi con il progetto AC, in modo tale da poter costruire un Patto educativo tra le famiglie per la fruizione di un percorso di minimo 5 uscite a coppia.

 

Mitades

Mitades significa “le metà” in spagnolo. Le metà che si incontrano e si mettono in relazione per crescere insieme. Mitades nasce come associazione di promozione sociale nel 2009 ed attualmente è composta da circa 500 soci, 21 collaboratori e circa 40 volontari. L’associazione si occupa di servizi e progetti in ambito educativo e di sostegno alla genitorialità, soprattutto nella fascia 0-10 anni di età, e sviluppa promozione sociale in ogni contesto in cui opera. Con la sua equipe multidisciplinare e le reti socio-educative dei territori in cui è attiva, Mitades si pone l’obiettivo di creare e sperimentare azioni a sostegno di bambine, bambini e adulti, che siano il più possibile in ascolto e in relazione ai loro bisogni e a quelli delle comunità in cui vivono.