Gli hotel italiani si riposizionano nella fascia alta del mercato

Seguendo il trend della domanda internazionale, il settore alberghiero italiano si riposiziona sulla fascia alta, sia come offerta sia come oggetto privilegiato degli investimenti. È quanto emerge da un approfondimento di Crif-Res, divisione del gruppo specializzata in real estate, secondo cui, dal 2009 a oggi, l’offerta ricettiva si è ridotta, ma rimodellandosi verso l’alto.
Se complessivamente c’è stato un calo delle strutture ricettive del 2,4%, a chiudere i battenti sono stati soprattutto gli hotel a 1 stella (-28,4%) e 2 stelle (-14,5%) mentre i 4 e 5 stelle sono cresciuti di numero rispettivamente del 17,3% e 34,5%.

Di pari passo sono aumentati gli investimenti sull’alberghiero italiano, che sono passati dai 600 milioni del 2014 a 1,2 miliardi del 2017. Quest’anno, in realtà, si assiste a un calo: il primo semestre 2018, con 430 milioni, è inferiore del 22% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, ma occorre tener presente che il 2017 era stato l’anno record di sempre. Da sottolineare che l’80% di queste risorse viene spesa su alberghi di fascia alta, da 4 stelle in su.

Forte della sua banca dati, che contiene le valutazioni immobiliari di circa 2.200 alberghi italiani, Crif-Res ha tracciato anche una mappa del valore medio di mercato delle strutture e quello, ancora più indicativo, della singola camera. Vincono le grandi città e sul podio c’è Firenze, dove a fronte di un valore medio degli hotel di 13,2 milioni di euro, risulta un valore per camera pari a 240mila euro. Segue Milano, con 15 milioni come valore degli hotel e 205mila euro per camera, mentre a Roma (che nel 2017 aveva catturato la maggior parte degli investimenti, 330 milioni) la media è di 174mila per camera, ma si registra una netta frattura tra la fascia sotto i 3 stelle (136.000 euro) e i 4-5 stelle (233.000 euro). La prima località turistica è il Lago di Como, con 8,8 milioni di valore per struttura e 169.000 euro per camera.

Le prospettive per l’alberghiero italiano sono buone anche secondo una recente nota di World Capital, in collaborazione con Federalberghi e Trivago. Nel 2017 si sono registrate 150 nuove aperture e il 13,8% degli albergatori dichiara di voler procedere con una ulteriore nuova apertura nel prossimo triennio. Ed è buona anche la qualità del prodotto, dal momento che il 27% degli alberghi in vendita o in affitto sul sito di World Capital sono pronti all’uso, il 36% solo da ammodernare, il 24% da ristrutturare in parte e solo il 3% necessita di un intervento profondo.

Secondo la società di consulenza, le richieste degli investitori si concentrano per il 76% sugli hotel, il 12% sui B&B, il 5% sugli Apart-Hotel, il 4% sui villaggi turistici e il 3% sugli agriturismi.( fonte sole24ore)