Giornata Mondiale delle Vittime della Strada, Legambiente: solo a Milano, nel 2019, 8.263 incidenti e 34 morti.

Se nel 2019 in Italia si sono verificati 172.183 incidenti con 3.173 vittime e 241.384 feriti tra cui 35 vittime tra i bambini (sino a 14 anni), 158 tra i ragazzi tra i 15 e i 19 anni, per quanto riguarda Milano i dati indicano per il 2019 – tra strade urbane ed extraurbane – 8.263 incidenti e 34 morti (un dato in leggero miglioramento rispetto al 2018 che vedeva 8.523 incidenti e 49 morti).

Il costo sociale nazionale calcolato dall’Istat è stato pari a 16,9 miliardi di euro, mentre per le sole città, dove si registra la maggior parte degli incidenti anche se meno mortali, il costo sociale è stato stimato in 10,5 miliardi. 

Da questi dati nasce la decisione di Legambiente di aderire alla giornata internazionale dedicata alle vittime degli incidenti stradali (domenica 15 novembre) e di dedicare la giornata di lunedì 16 ad iniziative ed appuntamenti (anche virtuali) al tema della sicurezza stradale in decine di città d’Italia, tra cui Roma, Milano, Firenze, Torino, Napoli, Catania. 

Per quanto riguarda Milano, riguardo al tipo di incidentalità, i dati elaborati da Tommaso Sansone per The Submarine indicano chiaramente un difetto dello spazio pubblico: la maggior parte degli incidenti milanesi (il 51%) avviene infatti agli incroci, un dato che evidenzia la necessità di un ridisegno dello spazio pubblico con maggiore attenzione alle intersezioni e ai soggetti deboli.

«I dati di questo rapporto e di altri importanti istituti di ricerca parlano chiaro: Milano è l’unica grande città italiana in cui la motorizzazione privata è in calo, ma è ancora troppo alta per garantire sicurezza ed equità nello spazio pubblico» spiega Federico Del Prete, presidente di Legambici. «Tuttavia, la recente riforma del Codice della Strada ha dotato i Comuni di nuovi importanti strumenti amministrativi ai fini della sicurezza stradale e della condivisione dello spazio pubblico. Le Zone 30, le corsie ciclabili promiscue, le strade scolastiche e le case avanzate devono essere rapidamente diffuse a Milano e negli altri territori lombardi per garantire sicurezza a tutti i cittadini. Nello stesso tempo è importante recuperare la fiducia nel trasporto pubblico e insistere nella diffusione della mobilità non motorizzata: con l’unione di queste misure potremo davvero aumentare la sicurezza stradale e la salute di tutti».

Per questo Legambiente chiede all’Amministrazione Comunale di lavorare per aumentare

  • Zone 30: oggi sono 41 in città, pari ad una superficie di 10,5 kmq. Ne sono state promesse 11 nuove entro maggio 2021, più vaste (per esempio l’intera cerchia dei Navigli), al fine di raggiungere una superficie complessiva di 25 kmq. La richiesta di Legambiente è che la creazione delle nuove zone 30 sia accompagnata da strategie di monitoraggio dei risultati anche dal punto di vista della maggior sicurezza stradale.
  • Strade scolastiche: oggi a Milano sono presenti solo 27 scuole “car free”, ma in realtà la preclusione alle auto è talvolta a fasce orarie e per poche decine di metri. Ancora troppo poco per aumentare la sicurezza in prossimità della scuola. Positiva invece la recente aggiunta di nuove limitazioni di traffico per 15 strade in prossimità degli ingressi delle scuole. La proposta di Legambiente è che in vista dell’apertura del prossimo anno scolastico (settembre 2021) le strade scolastiche car free vengano estese a tutte le scuole primarie e secondarie della città.
  • Ciclabilità: Legambiente ha apprezzato e sostenuto il coraggio e la determinazione del Sindaco e dell’Assessore Granelli per la nuova corsia ciclabile che segue la linea 1 della metropolitana (asse Buenos Aires – viale Monza) e le nuove aperture che hanno esteso di 35 km i percorsi ciclabili cittadini (erano 224). Ora resta da compiere il salto successivo sul modello delle “capitali ciclabili europee” come Copenhagen che, con metà degli abitanti di Milano, ha 167 km di larghe “autostrade” ciclabili urbane, o Amsterdam dove le nuove corsie ciclabili sono progettate per larghezze superiori ai 2,5 metri. Solo così gli ottomila passaggi oggi registrati (pre zona rossa) lungo corso Buenos Aires potranno raddoppiare in sicurezza.

Con queste misure Milano potrebbe divenire la capitale della sicurezza stradale in Italia: i 34 morti in strada del 2019, pur in diminuzione rispetto al 2018, vorremmo diventassero un triste ricordo tra  due anni. Un obiettivo ambizioso, ma alla portata della Milano di oggi. 

Per quanto riguarda il resto del Paese, il “Piano Nazionale Sicurezza Stradale 2020” lanciato nel 2010 aveva l’obiettivo di dimezzare la mortalità in strada entro quest’anno (quindi registrando non più di 2 mila vittime) e di azzerare quella dei bambini. Di fatto, però, nel 2019 abbiamo contato ben 3.173 vittime tra cui 35 bambini. Quindi l’obiettivo non verrà raggiunto, nonostante il lockdown, l’85% in meno dei chilometri percorsi nei due mesi trascorsi in casa questa primavera e la riduzione della mobilità indotta dalla pandemia.

«Qualcosa sta cambiando, almeno dal punto di vista normativo» – ha dichiarato Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile di Legambiente. «Da pochi mesi, con le nuove leggi d’emergenza varate a primavera e soprattutto con la riforma del Codice della Strada varata in settembre, i Comuni e i sindaci hanno nuovi poteri di intervento, che possono dare impulso decisivo alla sicurezza sulla strada con la costituzione delle “strade 30”, delle “zone scolastiche”, delle corsie ciclabili e i BiciPlan. D’ora in poi, in tutta la città la velocità massima di circolazione scende di 20 all’ora, con l’eccezione (non più la regola) di poche grandi strade a scorrimento veloce, che dovranno essere ben segnate e protette. Gli ottomila sindaci d’Italia hanno d’ora in poi la possibilità, oltre alla responsabilità, di abbattere drasticamente il rischio di incidenti mortali. Il governo invece, grazie al “Piano europeo di Rinascita e resilienza”, deve mettere a disposizioni delle città le risorse per mettere in sicurezza e ridisegnare le strade e le piazze dei centri abitati».

Il rischio di incidente mortale è infatti direttamente proporzionale all’impatto: a 50 km/h è superiore al 50%, a 30 km/h meno del 10%. Nel dossier “La sicurezza stradale nelle città” pubblicato dall’associazione si cita a questo proposito l’indagine di Tommaso Sansone sulle “strade 30” di Torino, basato sui dati Istat e la geolocalizzazione degli incidenti della vigilanza urbana: nel 2016 la frequenza di incidenti nelle “strade 30” è risultata del 66% inferiore alla media urbana. Se tutta la città di Torino venisse progressivamente trasformata in zona 30, con l’ovvia eccezione dei grandi viali a scorrimento veloce, il costo sociale degli incidenti stradali si abbatterebbe di 194 milioni di euro all’anno. I soldi investiti in sicurezza, sono ben spesi.

SEGNALAZIONE WEBINAR “ITALIAN VISION ZERO”

In occasione della giornata mondiale delle vittime della strada, oggi pomeriggio alle ore 18.00, si terrà l’incontro Italia vision zero, città italiane sostenibili e sicurezza stradale, in diretta sulle pagine Facebook di LegambienteLab, La Nuova Ecologia e Fondazione Luigi Guccione.

Partecipano: Silvia Bruzzone – Istat, Anna Donati – Kyoto Club, Portavoce AMODO, Viviana Ferrero – Vicepresidente consiglio Città di Torino, Roberto Pallottini – Presidente consulta sicurezza stradale Comune di Roma, Andrea Colombo – Consigliere comunale Città di Bologna, Antonio Ragonesi – Responsabile Area sicurezza e legalità Anci, Angelo Sticchi Damiani – Presidente ACI. Introducono: Edoardo Zanchini – Vicepresidente Legambiente e Alfredo Giordani – Presidente Vivinstrada; modera Alessandra Bonfanti – Responsabile mobilità attiva Legambiente, conclude Giuseppe Guccione – Presidente Fondazione Guccione