Giornata Mondiale Biodiversità: tutela degli ecosistemi è cruciale nella lotta al cambiamento climatico. Eppure in Lombardia si sacrifica a interessi economici un habit unico nel suo genere.

La diversità biologica degli organismi viventi che popolano la Terra è una risorsa fondamentale per la nostra sopravvivenza e una ricchezza economica e sociale. Ogni organismo vivente svolge un compito per l’equilibrio degli ecosistemi e per questo motivo la scomparsa di anche una sola specie potrebbe portare ad un’alterazione irreversibile, le cui conseguenze si ripercuoterebbero anche sui molti beni e servizi che questo capitale naturale ci offre: dal cibo alle materie prime, dalla mitigazione del clima all’acqua, dall’impollinazione alla fertilizzazione delle colture, con impatti significativi sull’economia mondiale. Il 22 maggio si celebra in tutto il mondo proprio la biodiversità, con una giornata dedicata alla tutela degli habitat. Il 2022, inoltre, è un anno di ricorrenze importanti: sono passati trent’anni dall’adozione della Convenzione sulla diversità biologica siglata a Nairobi il 22 maggio 1992 e dalla nascita della Rete Natura 2000 e del programma LIFE. In questo contesto, però, come sottolinea il dossier di Legambiente “Biodiversità a rischio”, sono tante le cause di perdita di biodiversità nel nostro Paese: i cambiamenti climatici, la frammentazione degli habitat, l’inquinamento, l’eccessivo e insostenibile sfruttamento delle risorse naturali, l’introduzione di specie aliene, ma anche scelte politiche territoriali che tengono conto solo dello sviluppo economico locale.

 

«Da tutto il mondo scientifico ci arriva lo stesso monito: dobbiamo invertire la rotta e affrontare le sfide a livello globale attraverso azioni mirate a proteggere, gestire in modo sostenibile e ripristinare ecosistemi naturali – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Come? Realizzando infrastrutture verdi quali parchi, alberature, orti urbani nelle città, così da aumentare la resilienza degli ecosistemi e l’adattamento ai cambiamenti climatici, ma soprattutto difendendo quegli scrigni insostituibili di biodiversità che ancora resistono agli attacchi del cemento. E invece Regione Lombardia cosa fa? Svende oltre 40 ettari di brughiera immersi nel Parco del Ticino all’aeroporto di Malpensa, condannando un habitat unico nel nord Italia a scomparire per sempre».

 

Si tratta della brughiera più estesa della pianura lombarda, formata da ambienti coperti da ecosistemi forestali e di prateria. Un mosaico di habitat e di vegetazioni dall’immenso valore scientifico: il Museo di Storia Naturale di Milano vi ha identificato ben 371 specie e sottospecie, in gran parte autoctone, tra le quali diverse minacciate di estinzione.

 

Proprio in difesa della Brughiera del Gaggio, a Lonate Pozzolo, si sono schierati gli ambientalisti lombardi a fianco del Parco del Ticino. Secondo il Masterplan 2035 di Malpensa, deve essere sacrificata per far posto a 44 ettari di capannoni e superfici asfaltate per l’ampliamento delle attività legate al settore cargo. L’alternativa proposta dall’ente Parco c’è: collocare le stesse funzioni in zone attualmente sottoutilizzate, interne ed anche esterne all’immenso sedime aeroportuale di Malpensa, evitando di impattare sulla brughiera. Una soluzione che resta inascoltata, non solo da SEA, l’attuale gestore e l’Autorità Nazionale per l’Aviazione Civile, ma anche dalla Regione per tenere libere le aree per l’ipotetica realizzazione in futuro di una terza pista per atterraggi e decolli.

 

«A quanto ci risulta i sindaci del territorio interessato hanno accettato le vecchie compensazioni, in gran parte di carattere viabilistico, che quindi di ambientale non hanno nulla. Un altro bello smacco per la biodiversità lombarda» conclude Meggetto.