Forum Welfare, è polemica sui manifesti, la Lega: spot elettorale a Bertolè. L’Assessore: adegueremo a par condicio. FI: la città non è un circolo del Pd.

La protesta della Lega, a cui si è unita tutta l'opposizione, in Consiglio comunale (Foto Mianews)

“Come Lega abbiamo inoltrato un esposto al Corecom Lombardia perché si pronunci sulla campagna pubblicitaria stile elettorale fatta dal Comune di Milano e dall’assessore Bertolè per il festival del Welfare in programma dal 26 aprile al 2 maggio. Manifesti, led e banner con l’enorme faccione dell’assessore hanno invaso ogni angolo di Milano. Un grande spreco di soldi per un’iniziativa dal sapore elettorale e francamente vuota di contenuti. Tra l’altro, nelle ultime ore, sono stati affissi nuovi manifesti sull’evento senza però il volto di Bertolè: una chiara ammissione di colpa con ulteriori oneri a carico del Comune. Chiediamo a Palazzo Marino spiegazioni e di rendere pubblico il costo della campagna di comunicazione tra ore lavorate dai dipendenti comunali, costi di stampa e mancati introiti dagli spazi pubblicitari. Dopo il brick dell’acqua del sindaco un nuovo scivolone della sinistra pagato caro dai cittadini milanesi. Il sindaco Sala, arrivati a questo puntio ci eviti almeno le lacrime per i 200 milioni di euro di buco di bilancio…”. Così in una nota la Lega di Milano.

Protesta dell’opposizione in Consiglio comunale contro le affissioni per il Festival del Welfare in programma dal 26 aprile al 2 maggio, nelle quali compare l’assessore Lamberto Bertolé e contestate dal centrodestra che le ritiene “propaganda personale con i soldi del Comune” e non comunicazione istituzionale. I consiglieri, su iniziativa della Lega, si sono alzati mostrando i manifesti e in merito alla vicenda hanno depositato anche una mozione di censura per far rimuovere i cartelloni dalle strade della città. L’immagine dell’assessore sui manifesti, secondo l’opposizione, sarebbe “illegale ai sensi della legge sulla par condicio” e utilizzata come propaganda personale. “Si tratta di una campagna personale con i soldi del Comune”, ha protestato in Aula Silvia Sardone, consigliera comunale della Lega. “Bisogna verificare sulla regolarità di quanto avvenuto. I manifesti a Led con il volto dell’assessore sono già stati rimossi: questo è il segno dell’illegalità della cosa”, ha dichiarato Alessandro Verri, capogruppo della Lega in Consiglio comunale. “L’assessore Bertolé ha violato la legge sulla par condicio e ne deve rispondere”. Così anche Deborah Giovanati, consigliera della Lega: “Io capisco che gli assessori si vogliano far conoscere ma non si può mettere la faccia solo per promuovere se stessi. Sarebbe stato opportuno nel momento che stiamo vivendo mettere la faccia su un cartellone che spiegava ai cittadini il buco di 200 milioni nel bilancio e il taglio al welfare. Bertolé si deve scusare con la città per la violazione della legge sulla par condicio”.

“Tutte le campagne dell’amministrazione vengono realizzate da un’apposita direzione comunale che provvede con largo anticipo a definirne la creatività, la programmazione, la diffusione e la capillarità dei messaggi. Non è una scelta individuale, non è il singolo assessore che decide quando e come esporre, ma è una strategia di comunicazione che interessa tutta l’amministrazione. La par condicio generalmente scatta 45 giorni prima della tornata elettorale. Pertanto i nostri uffici si erano programmati per iniziare il periodo di par condicio dal 27 di aprile, 45 giorni prima del referendum. Nel momento in cui abbiamo ricevuto la comunicazione di indizione dei comizi elettorali e quindi l’apertura della fase di par condicio, da un punto di vista tecnico si è proceduto a fare tutti gli atti per virare la comunicazione da una comunicazione personale a una comunicazione impersonale. E in questi giorni sta avvenendo: sui siti immediatamente un paio di giorni fa, oggi sui led e avverrà sul cartaceo con i tempi tecnici necessari”. Lo ha fatto sapere l’assessore al Welfare Lamberto Bertolé, rispondendo oggi in aula a Palazzo Marino, dopo che i consiglieri di centrodestra hanno protestato per i manifesti della campagna ‘Milano Città Giusta’ che riportano il viso dell’assessore. “Non tutti gli enti locali o le amministrazioni sono così veloci e si stanno muovendo in questo senso: Lombardia Notizie di oggi” che manda le comunicazioni della giunta regionale “sta continuando a riportare comunicati con nomi e cognomi degli assessori. Noi come amministrazione da questo punto di vista ci siamo già attivati e tutta la comunicazione è impersonale. Questo non ha riguardato solo la comunicazione relativa al Forum, ma tutte le iniziative dell’amministrazione, ieri abbiamo annullato le conferenze stampa che dovevano tenersi a Palazzo Marino. E’ in corso d’opera un adeguamento a dei tempi che non avevamo previsto perché solitamente sono 45 giorni e questa volta la comunicazione è arrivata il venerdì prima di Pasqua e quindi tra il venerdì e il martedì quando sono state riprese le attività tutto è stato avviato”, ha precisato Bertolé.
In merito al Forum pubblicizzato sul manifesto che si terrà dal 26 aprile al 2 maggio, Bertolé ha fatto sapere: “Vi assicuro che non sarà una vetrina, non sarà un’occasione per raccontare quello che è stato fatto, sarà un momento di confronto per ascoltare e confrontarci, perché mai come ora penso che la città abbia bisogno di idee e di valutazioni per sapere come andare avanti. Siete tutti invitati a portare un contributo e a partecipare, sarà un’occasione bella e diffusa in città per assumerci le responsabilità sulle politiche sociali della città”.

L’avvio delle operazioni di rimozione delle migliaia di manifesti affissi dal Comune di Milano recanti la gigantografia dell’assessore Bertolè è una buona notizia, pur essendo l’ammissione della loro evidente illegittimità, come sosteniamo da giorni”. Così in una nota Marco Bestetti (Forza Italia), Consigliere comunale a Palazzo Marino, che tra i primi aveva contestato la campagna comunicativa diffusa dal Comune di Milano. “Dopo le improbabili giustificazioni fornite dell’Assessore – continua Bestetti – ora mi aspetto di sentire l’unica parola che Bertolè avrebbe dovuto pronunciare fin dall’inizio: ‘scusate’. Non pretendo le scuse verso il centrodestra, che evidentemente aveva ragione, ma le pretendo verso i milanesi, per aver trattato la nostra città come un Circolo del PD” conclude Bestetti.(MiaNews)