Estetisti, sondaggio Unione Artigiani: green pass sempre meglio delle chiusure.

Sarà accolto senza complicazioni e con un respiro di sollievo da parte dall’85% di estetiste e parrucchieri l’obbligo di accogliere dal 20 gennaio solo clienti con almeno il Green Pass base (ottenibile con vaccinazione, guarigione o tampone negativo).  Lo rivela l’esito di un’indagine lampo effettuata da Unione Artigiani Milano e Monza-Brianza tra un panel di un centinaio di operatori dei servizi alla persona a poche ore dall’approvazione delle nuove norme.

“Controlleremo i Green Pass, con le chiusure non si guadagna”

Per quasi 9 titolari su 10 del campione il provvedimento consentirà di ridurre il rischio di contagi con relative chiusure e quarantene. Per gli altri, l’obbligo è semplicemente inutile. “L’importante è evitare di abbassare la saracinesca. I nostri imprenditori – commenta Marco Accornero, Segretario Generale di Unione Artigiani – hanno già capito sulla loro pelle i danni provocati dalla sospensione di un’attività”.

“Manteniamo i rapporti anche con i clienti novax”

Il 95% dei titolari che hanno risposto alle domande di Unione Artigiani non teme divisioni con i clienti novax/no Green Pass e si attendono la loro collaborazione. Il nuovo Decreto consente di mantenere i rapporti anche con questa fascia di popolazione dato che basterà un tampone negativo per andare dall’estetista o dal parrucchiere.

Anche i collaboratori più sereni: qualche rischio in meno col controllo del Green Pass

Titolari e lavoratori da tempo utilizzano i dispositivi di protezione. Nessuno però in questi 22 mesi di pandemia ha mai potuto conoscere le condizioni di salute dei clienti che ha trattato. Anche in questo caso, per oltre il 90% degli imprenditori interpellati, questo provvedimento è favorevolmente accolto da tutti i loro collaboratori.

“Il Decreto, pur con una serie di compromessi, mette alcuni punti fermi e definiti per la sicurezza di tutti, in un quadro di regole facilmente attuabili  – conclude Accornero – gli operatori artigiani dei servizi alla persona hanno già pagato un durissimo prezzo durante i vari lockdown e non vogliono più perdere giornate di lavoro”.