Una sfida vissuta giorno per giorno, dal 23 febbraio, quando il relativo DPCM governativo dava il via alle prime restrizioni alle imprese per il pericolo Covid-19. Da allora, Sipcam Oxon, prima multinazionale italiana dell’agrofarmaco e 12esima nel ranking mondiale, ha speso oltre 200.000 euro per gestire l’emergenza nei suoi tre stabilimenti nazionali di Mezzana Bigli (Pavia, 190 tra dipendenti e collaboratori), Salerano sul Lambro (Lodi, 180 unità), Lodi (35) e nella sede amministrativa di Pero (Milano, 120 unità).
La criticità dell’intervento si deve, oltre che alla gestione degli oltre 500 lavoratori e dei processi, al fatto che nella provincia di Lodi è stato registrato il primo focolaio di Covid-19 e che gli stabilimenti sono soggetti alla Legge Seveso. A seguito delle procedure messe in atto l’attività si è mantenuta alquanto regolare ed è stata garantita la piena occupazione, senza il ricorso alla cassa integrazione. Tale prosecuzione è stata anche aiutata dal supporto dei partner cinesi, che hanno inviato le mascherine introvabili in Italia.
In tutti i siti è stato individuato un solo caso di Covid-19, prontamente messo in quarantena.
È stato costituito un Comitato per la gestione della crisi – che include anche Sipcam Iberia (Sipcam Oxon è presente in tutto il mondo a livello sia industriale sia commerciale). I lavoratori vengono informati formati e responsabilizzati. L’accesso agli ambienti comuni è regolamentato per mantenere la distanza di sicurezza, quello agli spogliatoi turnato; i posti a sedere in mensa, con accesso disciplinato, distanziati. Installate barriere in plexiglass in tutte le postazioni di front desk. Negli stabilimenti, accessi, orari e cambi turno articolati in fasce diverse; la turnazione a Mezzana Bigli, per la tipologia della produzione (il principio attivo degli agrofarmaci), è molto importante e in alcune aree l’orario di lavoro è stato variato per ridurre la presenza simultanea.
Nelle funzioni amministrative e commerciali è stato raggiunto circa il 70% di smart working. Agli addetti degli stabilimenti sono state distribuite mascherine di tipo chirurgico; di tipo FFP2 (o equivalenti KN95) ai preposti a portineria, logistica e mensa. Tutti gli spazi sono sanitizzati due volte al giorno da impresa esterna e forniscono gel lavamani e soluzioni idroalcoliche per pulizia di scrivanie e tastiere. Settimanalmente avviene la sanificazione degli ambienti tramite ozono. I lavoratori devono avere con sé un’autocertificazione sullo stato di salute, eventuale contatto con persone infette e luogo di provenienza. Le procedure sono state condivise con le imprese esterne.
“Grazie all’aiuto dei nostri partner cinesi – afferma Giovanni Affaba, ceo Sipcam Oxon – abbiamo potuto, non senza difficoltà, approvvigionarci di materiale di sicurezza in un tempo abbastanza breve. Se non avessimo ricevuto da loro le mascherine, avremmo avuto difficolta a mantenere i siti attivi, rispettare il DPCM e gli accordi sindacali. Proclami pubblici ne abbiamo sentiti tanti, ma non abbiamo visto nulla. A tutt’oggi non abbiamo marcate riduzione di volumi, ma sicuramente un aumento generale dei costi di produzione e di logistica.”
“Con i Comuni dei nostri stabilimenti – interviene Nadia Gagliardini, presidente del gruppo – c’è stata una stretta collaborazione, circa sia lo scambio d’informazioni sia il supporto del nostro gruppo. Abbiamo donato al Comune di Mezzana Bigli un prodotto per la sanitizzazione di strade, piazze e spazi comuni, da destinare anche nelle amministrazioni limitrofe. Per questo abbiamo ricevuto il ringraziamento di Confindustria Pavia. Il fatto di aver tenuto aperti gli stabilimenti è stata una scelta coraggiosa che ha permesso a tutti i lavoratori di ricevere lo stipendio e mantenere un reddito a molte famiglie, magari già penalizzate dalla cassa integrazione del coniuge.”
“I nostri stabilimenti – dichiara Eugenio Pallucca, direttore Operations Sipcam Oxon – sono assoggettati alla Legge Seveso, sottoposti al D.Lgs.81/08 e a schemi di certificazione (S.G.S) attestati da ente esterni. Il personale, da anni abituato all’utilizzo di maschere con filtro, auto-protettori, guanti, occhiali di sicurezza, ha recepito rapidamente le nuove procedure per l’emergenza Coronavirus. La parte psicologica è stata determinante. Aver avuto comportamenti rassicuranti e costruttivi ha fatto la differenza. Questo è stato il lavoro più importante insieme alle procedure e le loro applicazioni.”
“Abbiamo elaborato – sostiene Riccardo Sforzini, responsabile Risorse umane del gruppo – un addendum al DVR interno per il protocollo d’intesa tra Confindustria e organismi sindacali. Al personale è stata fornito un documento sulla privacy per effettuare controlli sul loro stato di salute. Siamo stati inizialmente penalizzati, nello stabilimento di Salerano sul Lambro, molto vicino a una dalle prime zone rosse, per l’effetto panico che ha generato dell’assenteismo. La rapidità con cui sono state intraprese le misure per la salute dei lavoratori e la loro condivisione hanno permesso una ripresa lavorativa efficiente. Tutti i giorni, nei vari siti produttivi, vengono fatti incontri per fare il punto. Il confronto tra datore di lavoro e RSPP e RLS è continuo.”