Delegazione dei Radicali in visita al Beccaria: serve più attenzione agli istituti minorili.

Stamattina una delegazione di Radicali Italiani e Associazione Enzo Tortora – Radicali Milano è entrata per una visita dell’istituto detentivo minorile Beccaria che è salito alla ribalta delle cronache per l’evasione di alcuni ragazzi; situazione poi aggravatasi con l’incendio in un’ala che ha reso inagibile una parte della struttura comportando la diminuzione della capienza interna. Al termine della visita si è tenuto un punto stampa su quanto rilevato.
“Le condizioni dell’Istituto Beccaria sono positive dal punto di vista dell’offerta educativa e professionale, partendo dal progetto in collaborazione con CIDIS che permette ai ragazzi di imparare una professione con la concreta possibilità di assunzione, passando per i laboratori di cucina, arte e verde. Certo è che è difficile pensare a una progettualità su breve tempo e le maggiori criticità risiedono nella fatiscenza degli spazi. Sarà fondamentale un rapporto dentro e fuori dal carcere sempre maggiore”, ha dichiarato Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani. “Uno dei dati più allarmanti riguarda l’aumento dei disagi psicologici dei ragazzi che sono gradualmente aumentati di anno in anno e che vanno gestiti in modo più incisivo per poter dare una direzione e una speranza a chi spesso si ritrova in situazioni di solitudine. La progettualità all’interno degli istituti minorili è più difficile da strutturare, sappiamo quindi che serve un’attenzione particolare e precisa di ascolto e dialogo tra le istituzioni”, così Federica Valcauda, segretaria dell’Associazione Enzo Tortora. “Lodevole l’operato svolto dall’amministrazione penitenziaria che quotidianamente lavora con equipe di professionisti per riattivare possibilità e desideri dei ragazzi, aiutandoli a riformulare un progetto di vita”, sottolinea Raffaella Stacciarini, tesoriera di Radicali Milano: “viene però da chiedersi se il luogo idoneo, quando si ha a che fare con minorenni, sia una struttura detentiva. Dobbiamo avere il coraggio di dire che il carcere è anacronistico e può e deve essere superato, soprattutto per le categorie più fragili, come i minori non accompagnati o quelli con disagi psichici”, conclude.