Coronavirus, Niguarda presenta denuncia, diffuse notizie false sui social.

Tende della protezione civile, dove saranno visitati i pazienti con problemi respiratori in pre-triage,prima di entrare nei pronto soccorso, all'ospedale san Francesco di Nuoro, 1 marzo 2020. ANSA/Protezione Civile Regione Sardegna

La Polizia di Stato ha ricevuto una denuncia/querela da parte del direttore generale dell’A.S.S.T. Niguarda di Milano in cui ha segnalato la circolazione, tramite i social network, di due messaggi audio falsi riferiti all’emergenza sanitaria Covid-19.

In particolare, è stato segnalato un messaggio vocale “whatsapp” della durata di 5 minuti e 26 secondi, registrato da una sedicente cardiologa presso una terapia intensiva a Milano. La donna, secondo la ricostruzione della Questura, si qualifica come Martina e riporta notizie circa la gestione dell’emergenza sanitaria “Covid-19” all’interno dell’ASST Niguarda, “suscettibili di destare allarme sociale nei destinatari”.

Anche in un secondo messaggio vocale “whatsapp” registrato da una persona ora ignota, della durata di “2 min. 15 secondi, l’autore riporta false notizie circa la gestione dell’emergenza sanitaria “Covid-19” all’interno dell’A.S.S.T. Niguarda.

Quest’ultimo audio era stato condiviso anche da alcune testate giornalistiche sui loro siti online.

“Interverremo con la massima serietà e durezza”. Lo ha spiegato il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano, a capo del pool ‘ambiente, salute, sicurezza, lavoro’, in relazione all’inchiesta che verrà aperta dalla Procura milanese sulla denuncia da parte del direttore generale dell’A.S.S.T. Niguarda di Milano che ha segnalato la circolazione, tramite i social network, di due messaggi audio falsi riferiti all’emergenza sanitaria Covid-19.

I procuratori aggiunti Siciliano ed Eugenio Fusco, tra l’altro, hanno già aperto nei giorni scorsi un’altra inchiesta per “diffusione di notizie false atte a turbare l’ordine pubblico” in relazione ad un audio che era circolato via WhatsApp, all’inizio dell’emergenza, e nel quale la voce di una donna incitava a “fare la scorta” (assalto dei supermarket che ci fu quel giorno), perché Milano, diceva, “finirà in quarantena”. Il reato contestato prevede l’arresto fino a 3 mesi o la multa di 300 euro. (ANSA).